100 volte All Blacks. A Sidney i Tuttineri di Nuova Zelnada riprendono il discorso Championships laddove lo avevano lasciato, ovvero vincendo. Lo fanno in maniera netta, imponendosi per 47-29 sui padroni di casa rinnovati dal nuovo allenatore McKenzie. Una partita dai due volti, equilibrata nel primo tempo, a senso unico nel secondo. E colorata di nero. 

Minimo sforzo, massima resa - Tanti i temi della vigilia. Da una parte l'Australia uscita a pezzi dall'incrocio con i Lions britannici. Via Robbie Deans, dentro Ewen McKenzie per provarea dare la scossa all'ambiente Wallabie. E le mosse del tecnico sono di un rinnovamento pressochè totale della squadra. Dall'altra parte i collaudati ed esperti All Blacks che riabbracciano Richie McCaw dopo la stagione sabbatica e perdono causa ennesimo infortunio Dan Carter.
Sono proprio quest'ultimi a partire forte, e dopo quattro minuti è già meta. A mettere il primo sigillo del torneo è Ben Smith, bravo a concretizzare l'offload di Aron Cruden. Lo stesso numero 10 è poi abile a trasformare il seguente calcio e arrotondare così sul 7-0. L'Australia però reagisce bene e si riporta sotto con una serie di calci di punizione concessi da avversari stranamente troppo fallosi: sugli scudi si erge quindi Leali'ifano che ne trasforma due su tre e riporta i suoi in scia. E non solo: altri due calci di punizione (a uno) e l'Australia mette la freccia sul 12-10.

 
La partita è belle e vibrante, ricca di colpi di scena: perchè se il numero 12 Aussie si dimostra infallibile dalla piazzola, lo è un po' meno in fase di liberazione al piede: è da un suo errore che nasce infatti la meta di Cruden pochi istanti dopo il vantaggio Wallabies. Calcio rivedibile, pallone intercettato da Cruden che ringrazia e vola in meta. Passa ancora qualche minuto e si conpleta l'uno/due che lascerebbe presagire il ko dei canguri: stavolta è Richie McCaw a siglare la meta, la ciliegina sulla torta di un ritorno in grande stile sulle scene. Richie csotruisce, Cruden finalizza poi dalla paizzola: 22-12 Nuova Zelanda.
L'ultima emozione del primo tempo al regala Will Genia: Hooper intercetta una palla d'attacco neozelandese e la recapita nelle mani del folletto aborigeno. Coast to coast da leggenda e meta, con il pubblico dell'ANZ Stadium che si spella le mani e si alza in piedi sui seggiolini ad applaudire la prodezza che frutta l'ennesimo accorciamento delle distanze sul 22-19. L'Australia giovane e gagliarda reagisce ai colpi inferti dagli avversari, mai doma. C'è una partita a Sidney, malgrado quelli in nero abbiano provato più volte ad ammazzarla, anche a pochi secondi dalla fine del primo round. La furiosa battaglia che scoppia a ridosso della linea di meta australiania frutta un calcio di punizione che Cruden non sbaglia. Si va al riposo sul 25-19, con ancora tutto un tempo da giocare e le buone sensazioni a dare entusiasmo al pubblico di fede gialloverde.

Crollo - Nella seconda frazione però la storia è, purtroppo per i Wallabies, ben diversa. Eppure i ragazzi di McKenzie avevano cominciato bene, caricando furiosamente gli avversari che erano lì, a un tiro di schioppo. Il solito Leali'ifano spedisce in mezzo ai pali l'ennesimo regalo degli All Blacks per il 25-22, ma la partita di fatto finisce lì. Perchè quando i neri salgono in cattedra e cominciano a giocare il loro rugby, il castello australiano crolla come se fosse di carta. Aaron Smith buca una prima volta la retroguardia gialla, prima di lasciare la scena all'altro Smith, l'ala Ben. Per lui altre due mete che di fatto fanno calare il sipario sui Wallabies: sfiduciati e ormai allo sbando, rischiano sempre oltre al limite e rischiano di subire un'ancor più dura lezione di gioco. L'ingresso di Quade Cooper, che avviene quando ormai i buoi sono ampiamente scappati dalla stalla, non serve alla squadra nè tantomeno a lui a trovare quella fiducia nei suoi mezzi di cui ha tanto bisogno. Il suo sostituto, l'esordiente Toomua, non incide molto sul gioco aussie limitandosi al compitino e ottiene suo malgrado il suo quarto d'ora di gloria quando viene steso da una pallonata involontaria di Cruden, che susicta l'ilarità dello stesso Copper seduto in panchina.
Gli ultimi minuti di gloria sono un'agonia per i gialloverdi, che subiscono anche la sesta meta ad opera dello scatenato Ben Smith, autore di un hattrick nella partita odierna. La meta finale di James O'Connor serve per il tabellino e per rendere meno pesante, almeno per la statistica, la sconfitta di oggi.
Finisce così 29-47 per i Neozelandesi che volano subito in testa alla classifica, con tanto di punto bonus che non fa mai male. Sabato prossimo la rivincita, a campi invertiti. Anche se ancora non si sa dove verrà disputata la partita, se nella Wllington appena colpita dal terremoto o in un'altra sede. Alla fine, ciò che è certo, è che saranno altri ottanta minuti di fuoco.

Nelson Mandela day - Nel pomeriggio italiano (17.50, Sky Sport 3) si completerà il programma di questa prima giornata di Rugby Cahmpionshp con Sud Africa - Argentina. Una partita speciale, in una giornata interamente dedicata a Nelson Mandela. Si preannuncia gradne battaglia fra due compagini che fanno del rugby fisico il loro marchio di fabbrica: difficile assistere a rugby champagne, ma certamente sarà una partita appassionante e da non perdere.  

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Alessandro Gennari
Schermidore a scoppio ritardato, rugbista mancato, ciclista negato, tennista si fa per dire. Storico per laurea, giornalista per amore dello sport. Presto la mia tastiera al servizio di scherma, tennis, sci alpino, nuoto e chi più ne ha più ne metta.