La risposta del re. Il biathlon ha oggi un padrone assoluto, giovane e ambizioso. La maglia del leader resta, ancora, a Fourcade. L'individuale è sempre del transalpino. Quello sguardo spensierato, quasi divertito. Straccia record con una naturalezza inquietante, per gli avversari. Martin il condottiero, zittisce gli scettici e scaccia i fantasmi della staffetta. Il colpo in canna, la penalità, una vittoria gettata al vento, lontani ricordi. Resetta la mente e domina. Come nessuno. Rifila oltre due minuti al più diretto avversario, si permette di esultare dopo l'ultimo poligono, di passeggiare verso il traguardo. Poi lancia gli sci e applaude il pubblico, che, intenditore, riconosce il campione. Vittoria n.25 in Coppa del Mondo, oltre 50 podi. Storia.

 

Sventola al fianco di Fourcade la bandiera austriaca. I valletti del fuoriclasse francese sono infatti Eder, perfetto al poligono, e Mesotitsch. Non pesa quindi il forfait obbligato di Sumann a una squadra dall'infinito potenziale, che attende il ritorno alla miglior forma di Landertinger.

 

L'Italia completa la giornata di festa. Dopo il capolavoro di Wierer e Oberhofer nell'individuale femminile, arriva la risposta maschile. Hofer imposta una gara su binari differenti rispetto al solito. Passo controllato sugli sci e attenzione al tiro. Funziona, perché non sbaglia mai e chiude sesto. Manca per il podio un ultimo giro all'altezza dei giorni migliori. A stupire è De Lorenzi, che commette un errore in avvio, poi è perfetto e veloce, arrivando a un passo dal compagno di squadra. Per loro, come per Dorothea e Karin, già in cascina il pass per Sochi grazie a questo piazzamento. Da segnalare il venti su venti di Taschler, mentre pasticcia, come in staffetta, Windisch. 

 

Crolla la Norvegia. I cacciatori si trasformano in prede, sconfitti da carenze ed errori. Non è la componente fondo a celebrare la debacle scandinava, quanto l'imprecisione al tiro. Svendsen forza la sessione finale alla ricerca di una rimonta da podio e incappa in due errori che lo condannano nelle retrovie. Bjoerndalen sbaglia spesso e nonostante un buon ritmo finisce lontano. Peggio fa Boe. Il migliore alla fine è il più giovane, Christiansen, già in palla all'esordio. Respira la Germania, priva di Birnbacher. Aldilà della pessima prova di Peiffer, note liete da Lesser e soprattutto Boehm. La Russia, senza Shipulin, non trova l'acuto.