Federico Pellegrino saltella e scappa via, c'è luce tra lui e Petter Northug, il gigante, la curva spiana la strada e si va in discesa, fosse lì il traguardo sarebbe probabilmente oro e invece manca ancora un lungo tratto, un rettilineo interminabile in cui a farla da padrone è la potenza, la capacità di scaricare i cavalli sulla neve, mangiando lo spazio che separa dal traguardo. Lì rinvengono in quattro, Northug oro, Harvey argento, Hattestad bronzo, Kriukov il primo dei battuti. Pellegrino chiude in spaccata, quinto. Per lunghi tratti il migliore Federico, grande tra i grandi. La Sprint in classico a Falun, nella prima giornata mondiale con medaglie in palio, si chiude senza gioia, ma con la consapevolezza di essere ormai a tutti gli effetti tra i più forti, qual che sia la tecnica. Sesto è T.Northug, si spegne in finale il giovane fratello del campionissimo. 

Pellegrino e Rastelli. Due frecce per l'Italia, bravo Maicol a superare lo scoglio delle qualificazioni, per poi cedere, con un'onorevole terza piazza ai quarti. Splendida Francesca Baudin, scricciolo coraggioso, 155 cm di talento. Sedicesima in qualifica, unica azzurra avanti, viste le controprestazioni di Vuerich e Laurent. Si batte, esce, ma disegna il futuro, roseo. 

Tra le donne sempre lei, Marit Bjoergen, l'intoccabile. Sembra sempre battibile, quando supera i turni con fatica, arrangiandosi, ma quando sente il profumo dell'oro diventa cannibale. Su un tracciato durissimo, travolge la neve, controllando avversarie lontane. Scende sotto i 3'27, tempo migliore di quello fatto segnare in batteria, non un segnale da poco. Nella festa di Norvegia, bronzo a Falla, argento per la donna di casa, la Nilsson, in festa al traguardo. Illude Justyna Kowalczyk. La polacca è pimpante, sgraziata ma efficace, domina ogni turno, fino all'atto conclusivo. Qui parte coperta, attacca sulla salita più dura, ma scopre il serbatoio vuoto quando è il momento di uscire. Quarta piazza e delusione.