Anna Fenninger, ovvero quando lo sci diventa poesia. Nel giorno in cui tutti gli occhi sono su Tina Maze, a caccia della quarta delle cinque potenziali medaglie, l'austriaca mette giù una gara da urlo. Una sinfonia perfetta, l'eleganza felina fra le porte larghe del tracciato della Birds of Prey di Beaver Creek. E per le avversarie non c'è scampo.

Perchè, di fatto, la gara finisce già nella prima manche, con quell'1'08"98 stampato in faccia alle avversarie che sa già di colpo da ko. Tina Maze, che pure era arrivata al traguardo alzando convinta il pugno, piomba a 1"10. Restano in scia - si fa per dire - soltanto Michaela Kirchgasser(che becca 81 centesimi) e Jessica Lindell . Vikarby, gasata a mille dalle due medaglie già messe al collo. Per il resto della truppa, è notte fonda: Eva Maria Brem, fino ad ora quasi perfetta in Coppa del Mondo,  sbaglia al primo dosso e chiude in anticipo la sua gara, seguita a ruota da Lara Gut, che sbaglia nello stesso punto e dice addio alle ambizioni di medaglia. 

La seconda manche si apre nel segno di Lindsey Vonn: la statunitense è generosa e orgogliosa, ma i troppi errori fatti nella prima manche la condannano al ventiseiesimo posto. Nella seconda frazione si riammirano i lampi della vecchia campionessa, che le permettono di scalare qualche posizione e di ritrovare finalmente il sorriso. Ma il numero vero lo piazza Viktoria Rebensburg: data per spacciata dopo l'undicesimo posto della prima manche, la tedesca campionessa olimpica di specialità a Vancouver cala la mano pesante e per poco non fa saltare il banco: posizione dopo posizione, si va a prendere l'argento. E chissà che alla tedesca non sia balzato in mente per un nano secondo il pensiero stupendo di andare a cantare l'inno nazionale sul gradino più alto. Già, perchè la Fenninger, che sembrava procedere tranquilla verso il traguardo, a un certo punto sbaglia, va in rotazione e rischia il più doloroso dei suicidi sportivi. Ma l'illusione della Rebensburg svanisce subito: con un balzo da ghepardo Anna si rimette in carreggiata e completa la sua apoteosi. Argento per la tedesca, bronzo per una felicissima Jessica Lindell Vikarby. Mastica amaro invece Tina Maze, che chiude al quinto posto e vede così sfumare la possibilità di fare en-plein di medaglie. 

Da dimenticare la gara dell'Italia, che però si coccola Marta Bassino: la diciottenne piemontese chiude la prima manche all'ottavo posto e fa ben sperare. Nella seconda si lancia giù senza fare calcoli, ma purtroppo il dosso finale la tradisce e la sua gara finisce con una caduta. Per il resto, l'Italia incassa il sedicesimo posto di Nadia Fanchini come miglior piazzamento, più indietro finisce Manuela Moelgg, mentre Federica Brignone esce nella prima manche, anche lei al famigerato "dosso Brem". Un peccato, perchè la valdostana era carica a pallettoni ed era partita fortissimo. Resta solo lo speciale di San Valentino per scacciare l'incubo delle zero medaglie, ma sinceramente servirà un miracolo.

Di contro, con quella di oggi, Anna Fenninger fa tris. Pari e patta con Tina, per quantità e qualità. Il mondiale della Fenninger si chiude qui, la Maze ha dalla sua ancora lo slalom per superare la collega e prendersi la copertina di questi Mondiali. Eppure, un'ulteriore sfida fra le due ce la saremmo gustata volentieri. Così, per vedere di nascosto l'effetto che fa...

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Alessandro Gennari
Schermidore a scoppio ritardato, rugbista mancato, ciclista negato, tennista si fa per dire. Storico per laurea, giornalista per amore dello sport. Presto la mia tastiera al servizio di scherma, tennis, sci alpino, nuoto e chi più ne ha più ne metta.