Si è chiuso ieri con la vittoria contro la Repubblica Ceca l'Europeo di pallacanestro 2015 della nazionale italiana di basket, giunta a Berlino con più dubbi che certezze, e poi capace di superare la prima fase e giocarsi l'accesso in semifinale contro la Lituania a Lille. Gli azzurri concludono così la massima manifestazione continentale al quinto posto - ex aequo con la Grecia - con un bilancio complessivo di cinque vittorie (Islanda, Spagna, Germania, Israele e, appunto, Repubblica Ceca) e tre sconfitte (Turchia, Serbia, Lituania). Raggiunto dunque l'obiettivo minimo, vale a dire la possibilità di giocarsi le chances di partecipazione ai Giochi di Rio de Janeiro 2016 nel torneo preolimpico in programma all'inizio della prossima estate.

Sia il presidente federale Gianni Petrucci che il commissario tecnico Simone Pianigiani hanno dichiarato ieri sera che trattasi di risultato "straordinario" per un gruppo cestisticamente giovane che ha dovuto affrontare un girone durissimo in quel di Berlino. Il c.t. ha poi ammesso che dopo l'ultimo torneo amichevole di preparazione a Euro 2015 - giocato a Trieste - non si sarebbe aspettato un cammino del genere da parte dei suoi ragazzi, finiti davanti a squadre come Croazia e Turchia nel ranking continentale, e a pari merito con gli esperti greci. Mai come in questo caso non sembrano parole di circostanza, considerate le difficoltà mostrate dagli azzurri lungo tutto il percorso di avvicinamento agli Europei. Partito inizialmente con Cusin e Datome in quintetto, Pianigiani ha dovuto ridisegnare il suo schieramento base, rispolverando un Bargnani mai così convincente in maglia azzurra, e abbassando il suo starting five causa infortunio del suo capitano. Ne è derivata una nazionale del vorrei ma non posso - o meglio, del vorrei ma non riesco - con evidenti limiti di continuità difensiva e momenti di fatica in attacco, dove gli isolamenti di Gallinari e Gentile non sempre sono stati sufficienti a togliere le castagne dal fuoco della nazionale.

Ma, rispetto alle aspettative della vigilia, l'Europeo è stato un mezzo successo per il Gallo e compagni. Una volta superato l'ostacolo del girone di qualificazione, e archiviata la pratica Israele negli ottavi di finale, la nazionale si è fermata contro la Lituania di Maciulis e Valanciunas, avversario da sempre ostico per i nostri colori. Buona però la reazione di ieri contro la Repubblica Ceca, che ha consentito agli azzurri di staccare il pass per il prossimo torneo preolimpico. In un match diversissimo per agonismo e intensità da quello di venti ore prima, è stato Andrea Bargnani a scavare un solco nel terzo quarto contro Satoransky e compagni, nonostante un Vesely da venticinque punti. Il Mago si è finalmente preso la Nazionale dopo i dubbi della vigilia, alimentati poi dalle prestazioni opache contro Turchia e Israele. Ma una volta piazzato in quintetto, l'ex giocatore dei Knicks ha mostrato un'ottima attitudine difensiva, mentre dall'altra parte del campo non ha faticato a trovare il canestro con continuità. Esce bene dagli Europei anche Danilo Gallinari, alla prima vera prova dopo il grave infortunio al ginocchio sinistro che lo aveva tenuto ai box per ben due anni. Leader tecnico dell'Italia, il Gallo ha giocato praticamente sempre da numero quattro, lasciando intravedere uno sviluppo tecnico che potrebbe portarlo a giocare più vicino a canestro che sul perimetro. Le sue partenze palla per terra sono state infatti immarcabili per gli avversari di turno, spazzati via dalla tecnica e dall'altezza di Danilo, che tuttavia non si è fatto mancare prodezze in allontanamento come quella che ha forzato l'overtime contro la Germania.

Alessandro Gentile è stato invece (troppo) aspramente criticato per la gestione dell'ultimo possesso nel match contro la Lituania, ma il suo Europeo è stato più che positivo. Sempre più convinto in attacco, il giocatore dell'Olimpia ha sofferto - come il resto dei compagni - qualche disattenzione  in difesa, ma l'anagrafe è dalla sua, così come i margini di miglioramento. Ed è proprio la resa difensiva della squadra che dovrà essere analizzata: l'impegno e l'attitudine non sono mancati, a differenza di alcuni automatismi che avrebbero probabilmente consentito all'Italia di giocarsi un posto sul podio di Lille, ma a Pianigiani va concessa l'attenuante di aver avuto ora per la prima volta a disposizione questo gruppo, composto peraltro da difensori rivedibili e da sempre soggetti ad errori e amnesie. Anche l'attacco, nonostante le magie dei vari Bargnani, Gentile, Gallinari e Belinelli, ha a volte battuto in testa, fermando la palla e non sviluppando quella continuità offensiva che avrebbe reso gli azzurri immarcabili per diversi avversari. Anche qui vengono in considerazione le caratteristiche dei singoli, oltre che l'assenza di un playmaker vecchio stampo. Andrea Cinciarini e Daniel Hackett si sono dati il cambio in ogni partita e hanno brillato per intensità difensiva, ma in attacco il loro contributo è stato davvero modesto, in particolare per il Cincia, relegatosi praticamente sempre nell'angolo in attesa di uno scarico che gli avversari gli concedevano volentieri.

Limiti e virtù già note hanno dunque portato a questo quinto posto in coabitazione con la Grecia, ma le speranze di Olimpiade sembrano fondate, a patto di arrivare in buona condizione al torneo preolimpico. In un contesto tecnico non sempre facile da decifrare, gli azzurri sono riusciti nell'intento di far appassionare nuovamente alla nazionale buona parte del grande pubblico, generalmente estraneo al mondo della pallacanestro. Rimane il rammarico per la gara contro la Lituania, dove forse sarebbe stato opportuno qualche cambio in più nel secondo tempo (i vari Cusin, Aradori e Melli hanno dimostrato una discreta affidabilità per tutto il torneo), per dare un minimo di riposo alle tre stelle Nba. Ma si tratta di recriminazioni che lasciano il tempo che trovano, in una manifestazione complessivamente ben disputata dagli azzurri, e che potrebbe costituire il punto di partenza per il prossimo biennio.