C'era chi li dava già per morti al termine della fase a gironi, quando solo l'errore dalla lunetta di Schroder ha evitato la disputa di un sanguinoso supplementare contro la Germania. C'era chi considerava la Grecia più forte, sia sul piano tecnico che per la maggiore profondità delle rotazioni. E c'era chi credeva che fosse impossibile arrestare la corsa della Francia, una volta completato il trasferimento delle squadre nel catino di Lille. Invece, la Spagna ha sovvertito ogni genere di pronostico formulato a Eurobasket in corso, sfoderando le unghie delle grandi occasioni e raggiungendo un'altra finale nel torneo continentale, la quinta consecutiva e l'ottava nelle ultime nove edizioni della rassegna continentale.

E la Nazionale guidata da Sergio Scariolo, messo sotto accusa già dopo la sconfitta all'esordio contro la corazzata Serbia, ha saputo lavorare in silenzio, facendo scudo contro le critiche e ignorando chi sosteneva che Pau Gasol e compagni avrebbero ottenuto, nella migliore delle ipotesi, una medaglia di bronzo o un piazzamento per il prossimo torneo pre-olimpico. Una prova di forza, più mentale che fisica, clamorosa per le Furie Rosse, le quali hanno messo sul parquet dello Stade Pierre-Mauroy grande coraggio e capacità di reggere ad alti ritmi nonostante le rotazioni fossero contate per il coach italiano. E così, sorretti dallo strepitoso pivot catalano, che in questa competizione si è preso più di una rivincita, giocatori di grande esperienza come Sergio Rodriguez, Rudy Fernandez e Felipe Reyes, affiancati dall'indiscutibile talento di Nikola Mirotic, hanno raggiunto l'obiettivo - a dire il vero quasi insperato - della finale. Una finale sorprendente sulla carta, visto che domani sera, di fronte alla Spagna ci sarà la Lituania.

Un grande applauso va sicuramente fatto a Scariolo, il quale ha ripreso il lavoro interrotto nel biennio 2013-2014, quando la Spagna fu affidata a Juan Antonio Orenga e ottenne solo un bronzo agli ultimi Europei. Il commissario tecnico italiano è stato bravo soprattutto nel mettere insieme i cocci di una compagine decimata da tante assenze: prima dell'inizio del raduno, infatti, l'ex coach di Real Madrid e Olimpia Milano ha dovuto fare i conti con i forfait dei vari Marc Gasol, Josè Calderon, Ricky Rubio, Juan Carlos Navarro e Serge Ibaka - giusto per citarne alcuni - , ma ha saputo creare un gruppo capace di amalgamarsi al meglio e dal quale pescare giocatori andare oltre la soglia della stanchezza e, in alcuni casi, del dolore.

Ora arriva la prova più importante, con la consapevolezza che nell'altra metà campo ci sarà una squadra come la Lituania, in grande fiducia dopo le belle vittorie su Italia e Serbia, con una certa esperienza a questi livelli e allenata da un Kazlauskas che sta dimostrando di essere il miglior coach di Eurobasket 2015, soprattutto per le scelte fatte nei momenti critici delle gare a eliminazione diretta. Sarà una partita dura per la Spagna, ma sarà l'occasione per dimostrare che le Furie Rosse non sono ancora morte. Ad un anno da Rio de Janeiro e da un argento olimpico da difendere.

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