Delirio Roma, dopo 5 anni è di nuovo finale

Esplode il Pala Tiziano: la Virtus di Marco Calvani si guadagna l'atto finale del campionato. Una grande Acea si sbarazza con sicurezza di una Cantù sempre costretta ad inseguire nel punteggio e che si sfalda sotto i colpi e l'atletismo romani. Adesso nella Capitale ci si gode la festa aspettando l'avversario della finale scudetto. Intanto si sogna quel tricolore che manca dai tempi di Larry Wright.

Delirio Roma, dopo 5 anni è di nuovo finale
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Di Jacopo Romeo

Nella stagione in cui t'aspetti la riscossa di Milano è un'altra la metropoli del basket che torna grande. La Roma di Caludio Toti, nell'anno del low profile nel quale anche la partecipazione al campionato era a rischio, trova un'incredibile finale scudetto. Cantù deve crollare sotto i colpi della banda-Calvani e, magari, può anche mangiarsi un po' le mani per l'occasione sprecata al Pianella in gara 6(e non calcoliamo la sciagurata gara 1).
Fatto sta che, a volte, nello sport e, in particolare nel basket, trionfa anche il romanticismo e quella dell'Acea è un vero e proprio romanzo cestistico a lieto fine.

Roma parte coi razzi: stoppatona di Lawal e layup vincente di Jones che in contropiede segna il primo canestro del match. Aradori replica subito col palleggio arresto e tiro da due punti.Jordan Taylor piazza la tripla del 5-2. Cantù appare spaesata e l'Acea va ancora a bersaglio con Goss per il 9-2 che costringe Trinchieri ad un time out piuttosto precoce. Il ritmo di gioco nei primi 5' minuti è frenetico ma ci sono tanti errori e palle perse. Ragland commette presto il suo secondo fallo personale e, così, entra nella mischia l'altalenante Tabu. Proprio il play belga innesca Aradori per il canestro del -3 brianzolo(9-6). Bobby Jones risponde col canestro da sotto ma Leunen trova il bersaglio dalla lunga distanza riportanto i suoi a strettissimo contatto(11-9 al 6'). Datome si iscrive alla partita col canestro del 13-9. Ma i padroni di casa hanno uno Jones in serata di grazia che segna in fide-away il sesto punto del suo primo quarto per il nuovo +5 romano(15-10). La Lenovo si mette a pressare a tutto campo ma i ragazzi di Calvani battono bene la pressione e tornano a +7 col canestro di Lawal. Tyus si procura il secondo fallo di Bobby Jones ma converte un solo libero, Mazzarino segna in contropiede dopo la rubata di Tabu per il -4 ospite(17-13 all'8'). L'ex Vanoli Cremona, dopo gli stenti nelle precedenti gare di postseason, appare improvvisamente in palla e trova anche la tripla che vale il 17-16. La prima frazione, ricca di errori da ambo le parti(7 palle perse per la Virtus, 6 per Cantù), si chiude sul 18-16 con un tiro libero di Czyz. Roma ha provato a fare la lepre ma i canturini, dopo lo shock iniziale, sono prontamente rientrati.

I secondi 10' si aprono con le bombe di Phil Goss e di Lorenzo D'Ercole per il +8 casalingo(24-16). La Lenovo è ancora una volta un diesel nell'avvio di periodo e Datome la punisce regalando ai suoi il primo vantaggio in doppia cifra della serata(26-16). Gli ospiti si disuniscono e continuano a perdere stupidamente palloni in attacco. L'atmosfera si surriscalda in un bollente Pala Tiziano: ancora Goss trascina i capitolini sul +12(28-16 al 14'). Dopo 4' Cantù trova il primo canestro del suo secondo quarto con la penetrazione di Aradori. Scekic ridà il -8 agli ospiti(28-20) ma le velleità di rimonta brianzole si infrangono sulla tripla di Gigi Datome(9 punti per l'Mvp del campionato nelle prime due frazioni). Aradori(10 punti nel primo tempo)  tiene a galla la sua squadra, poi arriva anche il primo squillo di Leunen e la Lenovo si ritrova a -7(31-24 al 16').
Roma riprende le fila del discorso col canestro di Taylor ma fa un po' di fatica ad innescare il gioco interno di Lawal. Il solito Pietro Aradori tiene lì la squadra di Trinchieri.
Finalmente Lawal ritrova la via del canestro ma il gioco da tre punti di Ragland  da il -6 a Cantù(35-29 al 18'). Ma a togliere le castagne dal fuoco ci pensa ancora Datome: il sardo dell'Acea appare indomabile, in formato regular season. Ragland trova continuità in attacco e mette a segno il tiro da tre punti del -5 ospite(37-32 al 19'). Jordan Taylor fa male con le sue razzanti penetrazioni e mette a sengo il 40-32 Acea(7 punti per l'americano nei primi 20'). La Virtus ruggisce in difesa e, di nuovo, gli uomini di Trinchieri fanno tanta fatica in attacco. Phil Goss(9 punti nei primi due quarti) pesca il jolly sul filo di lana, dando ai suoi la doppia cifra di vantaggio all'intervallo lungo.
Si va negli spogliatoi sul 42-32 in favore dei padroni di casa, sicuramente più pimpanti nonostante le troppe perse (10), dei brianzoli, a tratti apparsi sorpresi dalla grinta e dai ritmi elevati degli avversari. Si riprende con i canestri di Jeff Brooks ed ancora di Goss. Taylor innesta le marce alte e trova un'altra delle sue penetrazioni ma Ragland ribatte prontamente. Poi Jordan Taylor imbecca alla perfezione Lawal per l'affondata dell'ex Roanne(48-36 al 23'). La Lenovo ricomincia a forzare e si fa travolgere dalla rapidità dei romani: Goss trova il bersaglio in contropiede per il +14 dei ragazzi di Calvani; poi si accomoda in panchina gravato di tre falli con poco più di un quarto e mezzo da giocare.
Cantù è macchinosa ed ottiene poco o nulla dai suoi lunghi e dalla panchina. Roma viaggia invece a vele spiegate e raggiunge il +16(52-36 al 24') con il canestro di Taylor che, però, commette anch'egli il terzo fallo personale. Joe Ragland predica nel deserto e cerca di scuotere i suoi ma Gani Lawal fa un sol boccone della batteria di lunghi canturina. Aradori ritrova la via del canestro riportando i suoi a -14(54-40). Cantù, anche grazie alla zona che provoca un po' di confusione nell'attacco capitolino,  riesce a trovare la fiammata che la riporta sotto la doppia cifra di svantaggio con la tripla in transizione dell'eterno Mazzarino(54-45 al 27'). Lawal continua a spazzare via i pariruolo brianzoli ma, nonsotante ciò, la Lenovo cerca di restare disperatamente aggrappata alla gara. D'Ercole ruba palla e vola a segnare in contropiede il nuovo +12 Acea(61-49 al 29'). Nei secondi finali del parziale Ragland, con un'invenzione, limita i danni per la Lenovo: all'ultimo riposo è -8 per gli ospiti sul 61-53.

Gli ultimi 10' iniziano con canestro del redivivo Jones, scomparso dopo i sei punti del primo periodo. Poi D'Ercole da una spallata al match con la tripla del 66-53 che obbliga Trinchieri al time out. Ma la sostanza non cambia: la Virtus vola e raggiunge il +15(68-53) a 7' dal termine con la schiacciata del polacco Czyz.. L'Acea vede una vasca da bagno al posto del canestro: ancora a segno in scorribanda Jordan Taylor(coraggioso nonostante giochi con la maschera protettiva a causa della frattura al setto nasale rimediata contro Reggio Emilia) per il 70-53. Cantù è tramortita: quasi importente, non riesce a trovare le contromisure. Di nuovo Taylor va ancora a bersaglio per il 72-55. La Lenovo ci prova ancora con il solito Ragland, l'unico, insieme ad Aradori, a provarci. Dall'altro lato, però, c'è un Phil Goss in formato top player che piazza la tripla del 75-57 a 4' dalla fine. Ma l'hombre del partido èJordan Taylor che scrive la parola fine sul match e sulla serie con la bomba che vale il +19 Roma(78-59) e la finale scudetto.
Lawal continua a bachettare sotto le plance e schiaccia il +21. Cantù esce silenziosamente dal match è gli ultimi 3' si trascinano in un sereno garbage time mentre sugli spalti di un traboccate Pala Tiziano parte la festa. Imprssionante il modo in cui i ragazzi di Trinchieri si siano sbriciolati nell'ultima frazione quando ci si aspettava il cambio di passo. Finisce 89-70.


L'Acea trionfa grazie alla grande prova dei suoi 4 tenori: Taylor(18 punti e 5 assist), Goss, autentico leader e trascinatore(16 punti), Jones(14 punti in 24') e il solito dominante Lawal da 15 ed 11 rimbalzi. In una serata in cui Datome gioca una partita normale da 9 punti con 4/11 dal campo. Inutili gli sforzi di Ragland e Aradori(rispettivamente 16 e 20 punti); ma la Lenovo ha pagato l'apporto nullo o quasi fornito dai suoi lunghi e, soprattutto, la superiorità atletica capitolina, andata soprendentemente crescendo nel corso del match. Dopo la lezione subita nel 2008 dal Montepaschi, la Virtus Roma torna in finale scudetto aspettando la vincnete della bella tra Varese e Siena nella stagione in cui, paradossalmente, ci si aspettava un campionato tranquillo o poco più. E' il miracolo di un collettivo non di eccelso talento ma terribilmente unito e grintoso, sapientemente guidato da un coach poco appariscente, a volte sottostimato, come Marco Calvani.