Come lei nessuna mai. Ti aspetti il ritorno al trionfo di Milano e invece, toh, ti ritrovi ancora i soliti noti. Alzino la mano quanti, in avvio di playoff, erano pronti a scommettere sull'ottavo scudetto di Siena dopo una regular season chiusa al quinto posto, con molti alti e bassi. Forse il trionfo più bello per la società di Ferdinando Minucci, perché arrivato nell'anno in cui nessuno ci credeva. E invece la Mens Sana è stata capace di trionfare pur giocando senza il vantaggio del fattore campo tutte e tre le serie della postseason.La differenza l'ha fatta la maggiore abitudine dei biancoverdi a vivere queste sfide. Onore, comunque, ad una Roma resasi protagonista di una stagione fantastica, inattesa. Il basket italiano ha ritrovato la sua metropoli.Unico neo i problemi arbitrali e le reazioni esagerate del pubblico del Pala Tiziano in una partita segnata da una marea di falli tecnici. Peccato: la finale scudetto meritava meno veleni.

Pronti via ed Eze rompe il ghiaccio col canestro in fide away. Il primo canestro romano è firmato Datome ed è una tripla. Controbattono immediatamente Hackett e Brown dai 6,75(3-8 al 4'). La Virtus sbatte sul muro biancoverde nei primi minuti forzando tante conclusioni dalla lunga distanza. Lawal riesce e penetrare tra le maglie della difesa senese e trova il canestro da sotto. Il centro dei capitolini costringe inoltre Eze al suo terzo fallo(ignobili i buu razzisti al centro della Mps al momento del suo ritorno in panchina). Si segna molto poco in avvio e la partita ristagna su ritmi bassi senza che nessuna delle due compagini riesca a decollare.

L'Acea trova finalmente il canestro dalla lunga distanza con Jordan Taylor che pareggia a quota 8 ma tutte e due le squadre fanno una fatica immane in attacco.Moss smuove il tabellone con la tripla del +5(8-13 all'8'). In realtà il canestro dell'ex Jesi era da due punti ma la terna lo giudica da oltre l'arco, episodio che scatenerà l'inferno al termine della prima frazione. Gigi Datome ricuce a -2 con la schiacciata. Bailey trova la bomba del pareggio a quota 13 ma il primo quarto si chiude sul 13-15 dopo il canestro allo scadere di Ben Ortner. Qui scoppia il pandemonio con Calvani, esasperato da tanti fischi nella serie a favore di Siena reputati alquanto "generosi", che si fa espellere(due tecnici in rapida successione) a causa delle animate(a dir poco) proteste verso la terna arbitrale: motivo del contendere, un richiamo della terna ai danni di Bailey. Insomma non un bel quadretto dopo le polemiche arbitrali delle ultime sfide,  con Cerebuch ancora nella terna anche se a sanzionare l'espulsione è il collega Taurino.

Il secondo periodo inizia col 4/4 dalla lunetta di Brown(causa doppio tecino al coach romano) e col canestro di Sanikidze. La Virtus è sotto schock e si ritrova, così, a -10(13-23 all'8') dopo il canestro di David Moss. La Montepaschi imperversa e vola a +12 col canestro di Janning. Lawal prova a dare la scossa con due canestri che portano i suoi a -8(17-25). Ma Carraretto gela l'Acea pescando una tripla dal coefficiente di difficoltà elevatissimo con i tentacoli di Jones in faccia per il +10 ospite(20-30 al 16'). Ancora Lawal tiene a galla Roma(10 punti per il centrone nel primo tempo) e dopo la tripla di Taylor i padroni di casa sono a -7(25-32 al 18'). Siena inizia a perdere un minimo di solidità difensiva e l'attacco si impantana(3/15 da 3 nel primo tempo), così Roma torna a -5 con il canestro di Czyz. A piccoli passi i capitolini si riprendono dopo lo shock dell'espulsione del proprio condottiero. I libri di Goss e il canestro di Datome(12 punti per l'Mvp nei primi 20') riportano pienamente nel match la Virtus sul -1(31-32).
L'aggancio si compie a quota 33 dopo un insolito 2/2 dalla lunetta dell'attivissimo Lawal.

Si va, dunque, all'intervallo lungo in perfetto equilibrio. Un primo tempo non spettacolare ma molto avvincente e, come c'è da aspettarsi in una gara 5 di finale scudetto, anche molto nervoso.

Le ostilità riprendono col canestro di Moss che riporta avanti la Mens Sana. Risponde subito Phil Goss che riporta in parità la sfida. Siena da un colpo sull'accelaeratore portandosi sul +5 con il canestro di Hackett e la tripla di Kangur(35-40 al 23'). Roma fa tantissima fatica a trovare la via del canestro e, così, Bobby Brown va a segno per il +7 senese. Ma la Virtus non si arrende e con la sua anima e capitano Datome torna a -4(38-42). Ma i toscani hanno dei killer abituati alla pressione di queste sfide: uno di questi è Moss che con la tripla rimette 7 lunghezze di distanza tra le due compagini. Il gap sale a 9 punti(38-47 al 26') dopo il canestro da sotto di Kangur che obbliga Massimo Maffezzoli, primo assistente di Calvani, divenuto coach dopo l'espulsione del suo capo, al time out. L'Acea vuole strafare con Lawal(comunque il migliore dei suoi con 20 punti) che sbaglia una schiacciata da pivello e sul rovesciamento di fronte ancora Kangur(7 punti nella terza frazione) mette a referto la bomba del +12(38-50).

Goss ha anche la brillante idea di scagliare il pallone addosso all'arbitro dopo che gli era stato sanzionato un fallo: inevitabile il tecnico. Come al solito Brown è infallibile dalla lunetta e, così, il vantaggio ospite sale a +14. Jones e Bailey riportano la Virtus a -10 ma Janning, con canestro da tre, la ricaccia subito a -13(42-55 al 28') anche se dice, dopo la realizzazione, una parola di troppo a D'Ercole che non sfugge a Paternicò. Tecnico per entrambi. La tensione è alle stelle, il pubblico ribolle e scade nella vergogna: una monetina, infatti, colpisce l'arbitro Paternicò provocandogli una ferita alla fronte. E, nel festival dei provvedimenti disciplinari e dell'inquietudine degli spettatori, Siena ci sguazza e vola a +16 con un'altra tripla, stavolta di Carraretto. I padroni di casa sono bloccati in attacco, tirano con percentuali intorno al 20% e imbarcano acqua in difesa contro una Mps chirurgica dall'arco(5/7 nel terzo quarto). Si va all'ultimo mini riposo con la Mens Sana in pieno controllo sul 47-60.
Eloquente il parziale del terzo quarto:14-27 in favore degli uomini di Luca Banchi.

Il copione non cambia nemmeno in avvio di ultimo periodo con Janning che stampa la tripla del +16(47-63) e con Roma che appare svuotata, sfiduciato anche il Pala Tiziano.
Goss riporta a -11(52-63 al 33') i capitolini dando un barlume di speranza ai suoi. Ancora Phil Goss, da distanza siderale, mette la tripla del -8(57-65) e riaccende l'ambiente.
Ma Siena ha dei campioni che nei momenti decisivi sanno ammazzare le partite: è il caso di Brown che piazza la tripla del nuovo +11 ospite e poi in entrata pesca anche il canestro che incide l'epitaffio sulla lapide della Virtus(57-70 al 36'). La Montepaschi amministra con sicurezza e senza patemi il finale di gara. La squadra di Banchi, grande condottiero dei campioni, si cuce ancora lo scudetto sul petto sbancando la città eterna con una grandissima prova di squadra; anche con i big three, Hackett, Brown(18 punti e comuqnue top scorer) e Moss, meno precisi del solito. Ma questo è stato lo scudetto della consacrazione di Daniel Hackett: il pesarese ha dominato per lunghi tratti in questi playoff trascinando i suoi al trionfo, scontata la nomina ad Mvp delle finali. Centrata, così, la doppietta personale( il 23 senese era stato il milgior giocatore anche delle final eight). Finisce 63-79. La festa può cominciare.

Anche quest'anno la regina non scende dal trono e centra un altro double (scudetto e coppa italia), il primo senza Simone Pianigiani in panchina.