Il derby più caldo del sud Italia vede sorridere, almeno per il risultato, i padroni di casa di Avellino. Gara non bella, con qualche punta di nervosismo ben tenuto a freno dagli arbitri, tra due squadre costruite con obiettivi diversissimi che a oggi, per quello mostrato in campo, sono molto meno lontane di quanto budget e pedigree dei giocatori lasciasse immaginare. I due veneziani sulle panchine di Avellino e Caserta, Vitucci e Molin, impostano la gara in maniera diversa cercando di sfruttare al meglio i punti forti del proprio roster e di colpire i punti deboli di quello avversario. Vitucci ha una panchina più profonda ma  non è ancora riuscito a oliare i meccanismi di una squadra che, se davvero è stata costruita col secondo budget della Serie A, non può permettersi figuracce come quelle rimediate con Pesaro e Varese. Molin invece sta ottenendo il massimo da un gruppo che compensa il poco talento con tanto agonismo. 
 
Si inizia in un clima caldo ma non incandescente. Le due tifoserie, unite fino a qualche anno fa e poi divise da uno stupido gesto opera di un giocatore con poco cervello, si punzecchiano a distanza senza, per fortuna, dar vita a episodi come quelli visti 3 settimane fa quando ad Avellino fu ospite Roma. In campo, i due play titolari sono l'emblema delle due squadre e del loro momento. Lakovic, campione indiscutibile, è alla ricerca della migliore condizione e qualche bestemmiatore cestistico vede in lui il problema di Avellino. Hannah, che dopo essere stato messo fuori squadra per una partita vuole allontanare dalla sua testa le nubi di un taglio, ha 0 dimistichezza col canestro (chiuderà con 1/10 al tiro e 3 errori ai liberi) ma le sue scarpette arancioni viaggiano veloci e la palla esce dalle sue mani rapida e precisa in direzione dei compagni più liberi. Avellino trova facili canestri in area servendo Thomas e Ivanov; Caserta risponde con veloci contropiedi sull'asse Hannah - Moore, col primo che serve assist a ripetizione per le schiacciate del secondo. Ivanov è protagonista nel bene (4 punti, 5 rimbalzi) e nel male (3 perse). Lakovic e Dean chiudono il quarto con 2 punti e un complessivo 1/5, e Caserta senza strafare chiude in vantaggio il primo quarto (15-17). Nel secondo quarto, con Roberts in campo in precarie condizioni e Hannah che prova a fare (male) ciò per cui non è portato (il finalizzatore), Caserta cerca di  tenersi avanti con Morente e il solito Moore. Avellino, che ancora non riesce a innescare Hayes, si aggrappa invece a Daniele cavaliero. In trance agonstica, il numero 18 inventa canestri pazzeschi segnando da oltre 8 metri o in acrobazia e mettendo a segno 10 punti e Avellino va al riposo in vantaggio di 5 (37-32).
 
Il terzo quarto è una sagra di orrori cestistici che fanno riflettere sul livello del nostro campionato. Avellino continua a non avere nulla dai suoi americani (Thomas, 10 minuti 0/3 e 2 perse, Richardson 1/3 in 8 minuti, Dean 0/3 in 10 minuti, Hayes in panchina), Caserta tira con 4/15 dal campo e Hannah cancella quanto di buono fatto vedere nel primo quarto con 3 errori ai liberi. Un paio di sprazzi di talento di Lakovic, evidentemente non del tutto annacquato nella tanta mediocrità che lo circonda, consentono agli irpini di allungare il vantaggio (52-44). Come successo già lo scorso anno, Marco Mordente si accende improvvisamente nell'ultimo periodo e diventa onnipotente. Dopo aver fallito una buona dose di liberi, il veterano comincia a realizzare canestri in serie che mettono paura ad Avellino. Nel momento più difficile, Vitucci indovina la mossa vincente. Il coach richiama in panca Hayes e rimete in campo Dean. Innervositosi per un contatto non sanzionato, ad Hayes era stato chiamato un tecnico. L'ex Wizards si era riscattato con 2 canestri consecutivi ma si era eclissato in difesa, ma non prende bene la scelta di Vitucci (a fine gara rientrerà negli spogliatoi senza festeggiare con i compagni). Hayes è uno dei pochi giocatori del nostro campionato con un curriculum di tutto rispetto (7 anni e 427 partite in NBA con oltre 8 punti di media) ma ad Avellino sembra ancora un corpo estraneo. Al primo pallone toccato Dean, che da queste parti è ormai di casa ha un credito infinito, scocca la tripla che placa la rimonta casertana; dopo la replica di Mordente, è Lakovic a realizzare un altro trepunti che, di fatto, scrive la parola fine a uno dei derby meno belli andati in scena al Paladelmauro. 
 
Avellino, senza entusiasmare, centra la terza vittoria, ma per mantenere le aspettative dovrà migliorare e non poco. Caserta esce a testa alta, pur consapevole dei propri limiti strutturali.