Sulle pagine di Vavel Italia inauguriamo una nuova rubrica dedicata al basket italiano. A partire da oggi, vi guideremo in un viaggio all'interno delle sedici squadre del massimo campionato, facendovi incontrare i protagonisti della Serie A,

Il nostro viaggio compie la prima tappa a Capo d'Orlando, a prima vista una ridente cittadina che si affaccia sulla costa tirrenica, ma che la domenica rende il PalaFantozzi un vero e proprio catino infernale. E in questo contesto si inserisce Tommy Laquintana, giovane di bellissime speranze e reduce da esperienze importanti, come quella di un anno fa a Biella e quella estiva in Nazionale agli Europei Under 20. A Tommy abbiamo fatto tante domande sul suo presente e il suo futuro alla Betaland, e soprattuto qualche domanda sull'esperienza in azzurro e sul movimento cestistico italiano.

Tommy, il tuo ritorno a Capo d'Orlando è iniziato con una bella vittoria contro un avversario importante. Cosa hai provato al ritorno al PalaFantozzi, alla tua prima gara in serie A?
"Ho provato un'emozione che solo a Capo d'Orlando si può provare. Qui due anni fa sono stato benissimo, poi ho fatto un anno a Biella che mi ha aiutato tantissimo a crescere e a migliorare. Il ritorno è stato magico, mi sono emozionato quando sono entrato in campo all'inizio, è stata una cosa bellissima. Sono contento di aver iniziato la mia prima stagione in serie A con una vittoria, ma abbiamo già cancellato quella partita perchè domenica c'è Venezia e sarà difficile".

A Capo d'Orlando hai ritrovato Gianluca Basile, con il quale hai stretto subito un grande rapporto, e Vlado Ilievski, il tuo 'mentore' per il ruolo di playmaker. Cosa mi dici di loro due?
"Baso lo considero come un padre, mi dà consigli in campo e fuori dal campo. Chi meglio di lui può spiegare le cose in campo? Dà sempre consigli per migliorare, è una persona fantastica e che ammiro, ha vinto tanto ma ha l'umiltà di tutti quanti messi insieme. Vlado è un altro giocatore espertissimo, ha giocato in serie A, in Europa. Anche lui mi sta dando dei consigli molto utili, io metto tutto in saccoccia e apprendo tutto".

Il roster della Betaland si compone di tanti giovani in rampa di lancio e di diversi giocatori esperti. Come ti trovi in un gruppo così?
"Questo mix a me piace molto, un mix di esperti che hanno una qualità mentale eccezionale, con dei giovani che corrono tanto. Dobbiamo continuare a lavorare così, e sono sicuro che ci toglieremo delle soddisfazioni".

Con una squadra così, dove può arrivare la Betaland Capo d'Orlando in questa stagione?
"Il primo obiettivo è quello della salvezza, prima di tutto pensiamo a questo. Poi ci giocheremo tutte le nostre carte per tentare l'approdo ai playoff, che sono il nostro secondo obiettivo, è il nostro sogno. Noi ci siamo posto per ora l'obiettivo della salvezza, vogliamo volare basso e vivere settimana dopo settimana".

Mentre Tommy Laquintana cosa si aspetta dalla sua prima stagione in serie A?
"Mi aspetto di migliorare tanto, il coach mi sta aiutanto tantissimo a migliorare sul piano mentale e dell'organizzazione di gioco, che mi mancava un po'. Siamo una bella squadra, mi aspetto di togliermi delle soddisfazioni".

Prima di tornare a Capo d'Orlando, hai giocato un ottimo Europeo Under 20 con la Nazionale. Cosa ti porti dietro da questa esperienza?
"Anche lì, con Pino Sacripanti in panchina sono migliorato tanto e ho trovato tanta fiducia. Magari ci si aspettava un pochino di più, ma abbiamo dato il massimo ed è stata una bellissima esperienza anche quella".

Cosa è mancato alla Nazionale per fare il passo successivo e andare ancora più avanti in questa competizione?
"Forse ci è mancata un po' di esperienza. C'erano formazioni come la Turchia che avevano tanti giocatori abituati a giocare ad alti livelli, a differenza nostra. A parte il risultato, sono felice di come sia andata, quello era un bel gruppo e abbiamo dato il massimo".

A proposito dell'esempio della Turchia, non credi che nel basket moderno manchi lo spazio giusto per i giovani talenti del basket italiano?
"Purtroppo questa è la verità. Rispetto ad altre nazionali abbiamo questa mentalità di non far giocare tanto i ragazzi italiani, e secondo me è sbagliato, perchè dobbiamo dare la possibilità ai giovani promettenti di mettersi in luce, loro darebbero il massimo per dimostrare di poter giocare a certi livelli. Tutti quanti vanno a comprare gli americani, invece dovremmo mettere in mostra i giovani".

Tanti giovani talenti in Nazionale, ma anche altri talenti affrontati. Chi ti ha impressionato di più in quel di Lignano?
"Da quattro anni vado in Nazionale, e ogni anno mi impressiona la Serbia. Sia i ragazzi che giocano che lo staff, hanno una mentalità da invidiare. Sono delle macchine, ogni volta giocano, vincono, cancellano tutto e il giorno dopo scendono in campo con la stessa voglia. E' una mentalità che invidio. Magari non saranno fenomeni, ma sono esperti e capiscono il gioco".

Credi che la buona vostra prestazione a Lignano, e il fatto che l'Italia dei 'grandi' sia andata ad un tiro dalle semifinali, possa essere un buon traino per tutto il movimento?
"Alla fine, la Nazionale A non ha fatto un brutto Europeo, hanno battuto squadre importanti e sono andati ad un tiro dall'andare avanti. Io sono contento di questo, si sta creando un grande ambiente attorno al movimento. Penso che l'Italia A abbia dimostrato che gli italiani valgono e che bisogna farli giocare".

Magari potremo vedere anche Tommy Laquintana in Nazionale A...
"Si vedrà, io continuo ad allenarmi. Quello ovviamente è un sogno, io volo basso, penso a quest'anno e poi vediamo".

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