Gli Indiana Pacers in questo momento sono la squadra con il miglior record NBA e non lo sono per caso: infatti oltre ad avere il miglior sistema difensivo all’interno della lega, basato sulle grandi abilità atletiche e di stoppare dei cestisti impiegati da coach Vogel, hanno in rosa uno dei talenti più brillanti del basket mondiale, cioè Paul George.

Il prodotto di Fresno State University viene da un anno in cui ha ottenuto grandi risultati, sanciti dal premio di Most Improved Player, dalla convocazione all’All-Star Game (in cui è stato autore di 17 punti, 4 assist e 3 rimbalzi) e dall’inserimento nel terzo quintetto NBA e nel secondo quintetto dei migliori difensori della lega.

Analizzando la carta di tiro di George si può constatare come sia ben al di sopra delle medie percentuali degli altri giocatori NBA quando attacca dalla parte destra del campo dentro l’arco e nell’estremità laterale oltre l’arco. Più in particolare “PG” da destra tira da due con il 49,6% e dall’angolo con un incredibile 65,3%. Un altro dato che salta agli occhi è il 56,5% con cui tira dall’angolo sinistro, anche questa statistica superiore alle medie NBA. Inoltre è interessante vedere come George attacchi il ferro molto bene, fatto testimoniato dal 61,1% realizzato sotto canestro. Per quanto riguarda il tiro da tre punti, a parte le già citate statistiche dagli angoli, è curioso riscontrare come George vada in controtendenza rispetto al tiro da due: infatti tira molto meglio da sinistra (37,2 %) che da destra (26,09%), dove va al di sotto delle medie percentuali della lega. Le grandi capacità di tirare da tre e di penetrare verso il canestro rendono complessa la difesa su George, che, non a caso, è il settimo miglior realizzatore della NBA con i suoi 23,5 punti a partita, realizzati con il 46,8% dal campo.

Se ai suoi dati offensivi aggiungiamo i 6 rimbalzi e le 2 palle rubate di media a partita, oltre alla grande capacità di giocare la difesa costruita da Frank Vogel, capiamo come anche difensivamente ci troviamo davanti a un giocatore di classe assoluta.

Appare dunque evidente il motivo per cui George quest’anno sia considerato il principale antagonista di LeBron James nella corsa al premio di MVP della NBA, che potrebbe aver trovato finalmente un talento in grado di fermare il dominio del prescelto.