Miami (31-12) vince, non senza qualche patema, la sfida con i Lakers (16-27), che registrano l'ottava sconfitta nelle ultime 10 esibizioni...Wade non recupera, mentre Oden -contrariamente alle previsioni- va in panchina. La squadra di James, che indossa la jersey throwback nera, parte subito forte con Battier rifinitore e con Bosh e Chalmers che firmano i primi 11 punti (rispettivamente 7 e 4) targati Heat. I Lakers, grazie ad un attivo Gasol, provano a limitare i danni e tengono botta fino al 11-7. Lebron, finora poco attivo, si fa notare come assistman insieme a Battier: le due ali di Miami mandano a segno in rapida successione Allen, Bosh, ancora Allen da 3, Chalmers ed il “Birdman” Andersen (che finalizza con uno spettacolare dunk). Nonostante un Marshall deciso e propositivo con i suoi due assist, i timidi Lakers non riescono a fermare il primo serio allungo degli Heat (22-13). La tripla di Nick Young è solo illusoria e Miami torna nuovamente sul più 9 (25-16). Sarà la la panca dei Lakers con Harris (5 punti e un assist in questa frazione), Sacre, Hill e con due liberi di Meeks a piazzare un mini break di 9-5 (con i primi 4 punti dal campo di James, precedentemente a segno solo dalla linea della carità): il primo quarto si chiude sul 30-27 per Miami.

Oden e Beasley, in apertura della seconda frazione di gioco, scattano dai blocchi con un 6-0 che non ammette repliche (36-27). Harris prova a tamponare l'emorragia di punti, ma uno scatenato Beasley innesca prima Chalmers e poi Cole: gli Heat volano sul 43-30. I gialloviola restano in partita solo grazie a 3 liberi (1 di Marshall, poi 2/2 di Meeks). Dopo che Meeks e Gasol (come il resto dei compagni, decisamente negativi nella loro metà campo) riportano la squadra di D'Antoni a -7 (43-36), Miami riprende a volare sull'asse Cole-James-Bosh, che spadroneggia sotto canestro, fino al 53-40 (Gasol due volte a segno per i Lakers). Le triple finali di Kelly e Marshall, intervallate dalle conclusioni facili di Andersen e Bosh (ancora ben servito da James), mutano poco l'equilibrio: si arriva all'intervallo lungo sul 57-46, con gli Heat che hanno tirato con il 56,8% dal campo e hanno segnato ben 38 punti nel pitturato.

La terza frazione si apre con Battier protagonista, prima rifinitore e poi a segno con una tripla (62-46). Sotto di sedici, i Lakers non si disuniscono e provano comunque a reagire, con Meeks, Johnson e Kelly: Miami continua a gestire con tranquillità il vantaggio il quale- grazie a Bosh e James che si prendono tiri non contestati o facili- non scende sotto mai sotto la doppia cifra (75-60). A questo punto Marshall suona la carica: le sue giocate trovano sempre l'uomo libero e Andersen va in difficoltà per fermare Young e Gasol. Hill e Sacre benficiano delle giocate dell'ex UNC e i ragazzi di Spoelstra reagiscono solo grazie a Beasley. Quest'ultimo mette anche in ritmo Cole, che non ha difficoltà a piazzare una tripla: l'85-75 sancisce la fine del terzo quarto.

I Lakers sono arrembanti. Gasol segna e costringe Oden al fallo realizzando l'and one, poi il catalano serve Swaggy P, che non sbaglia: Lakers a -5 (85-80). Young e Gasol continuano a martellare, ma Bosh guida la resistenza dei suoi, con il prezioso aiuto di Cole: gli Heat si portano sul 95-86 con poco più di 6 minuti sul cronometro. 3 triple (2 Meeks, una Young) e due canestri della coppia Gasol-Hill portano i Lakers fino al -4 (103-99). Gli Heat, non affondano ancora grazie a Bosh, Allen e James che guidano l'attacco. Young fallisce il -2 ed una tripla di James, unita al canestro che sigla i 31 punti di Bosh, porta la squadra della Florida a distanza di sicurezza. La partita si conclude sul 109-101. Per i padroni di casa protagonista assoluto Chris Bosh, 31 punti e giocate importanti. Segue a ruota James con i suoi 27 (una schiacciata da highlights) e 6 assist. Le incursioni di Cole (energico dalla panchina) e Chalmers, entrambi a referto con 11 punti, non devono far dimenticare il solido contributo di Beasley e Battier (incisivi come rifinitori, 5 e 4 assist). Ray Allen fattura 10 punti, ma soprattutto mette una tripla vitale in un momento di gran pressione dei Lakers.

In vista del back-to-back di questa sera ad Orlando, i Lakers possono singolarmente vantare buone prestazioni individuali in termini statistici: Meeks e Gasol 22 punti, Young 19 (dopo un primo tempo abulico), Marshall 11 assist e perlomeno altri 5 sprecati dai compagni. I gialloviola, tuttavia, sono come sempre risultati, soprattutto nella prima frazione, in grande difficoltà per quanto riguarda la difesa individuale e di squadra: Miami conclude la gara con un 57,7% dal campo al tiro e il 40% da 3. Nick Young nel dopo partita ha giustamente sottolineato che "non bisogna essere spaventati da nomi o anelli". I Lakers nel primo tempo sono risultati intimiditi ed hanno trovato la forza di reagire solo quando tutto sembrava perduto. Non saranno ammessi altri cali di concentrazione ad Orlando, roster che ha perso dodici delle ultime tredici partite giocate (cinque su sei in casa).

 

Denver Nuggets @Portland Trail Blazers 105-110 (30-27/ 37-32 / 24-27)

Al termine di una partita tirata e avvincente, ma non spettacolare, Portland (32-11) passa e rifila a Denver (20-21) la terza sconfitta consecutiva. Partenza a tutto gas per Portland, in vantaggio per 8-2 dopo poco più di due minuti di gioco: Faried è subito caldo e segna i primi sei punti per Denver poi -dopo il momentaneo 10-6 di Aldridge- serve Hickson che porta la gara sul 10-8 a favore dei padroni di casa. La tripla di Matthews (seconda per lui in partita) non permette la fuga, impedita da 4 punti di Ty Lawson (13-12). L'entrata di Randolph dalla panca cambia il volto del primo quarto: subito a segno, il giocatore porta Denver al primo sorpasso. I Trail Blazers reagiscono con il fadeaway di Lillard e una conclusione da sotto di Lopez (17-14). Lawson ha già messo a referto 3 assist e continua a servire i compagni con regolarità impressionante: Chandler, Hickson e Randolph ne approfittano. Per i padroni di casa Batum è l'ispiratore ( 2 assistenze), prima che Lillard approfitti di uno scarico di Aldridge (23-21). Il pari è firmato Lawson, poi Aldridge porta due volte avanti Portland ma i Nuggets rispondono colpo su colpo con Mozgov e 5 punti (tripla sul settimo assist di Lawson e due liberi) di Randolph. Il primo quarto si chiude sul 27-30 per gli ospiti.

McCollum pareggia subito con una tripla, ma Robinson spacca la partita mettendo a referto 13 punti in entrata off the bench: Portland soffre, nonostante Matthews, e si trova presto sul 46-37, primo vero allungo di Denver. Una tripla di Chandler conduce gli ospiti sul 39-51, poi un terrificante break firmato Batum-Matthews-Aldridge (9-0) riporta gli uomini di Stotts ad un solo possesso. Foye e Randolph firmano 6 punti scambiandosi gli assist: i Blazers si portano solo a -5 grazie ai liberi di Batum e Aldridge. Nell'ultimo minuto Lawson, Hickson e Miller firmano un altro scatto ma Portland è sempre in vita grazie anche ad una meravigliosa schiacciata di Lillard (ennesimo highlight della stagione per lui): si arriva all'intervallo lungo con i Nuggets avanti 67-59.

Foye riprende segnando subito due triple ma Lopez, servito da Batum,replica. Lawson firma l'11esimo assist (beneficiario Hickson): Nuggets sul 61-75. Portland muove i lunghi e i punti arrivano da Aldridge e Lopez, con gli esterni sul perimetro a creare (Batum è a quota 8), mentre Foye mette a referto ancora una tripla e serve Chandler e Faried: Nuggets ora in controllo a più 12 (70-82). Per scardinare la difesa della squadra di Shaw, soprattutto gli interni di Portland vengono serviti con continuità. Aldridge è immarcabile; Matthews, Lillard e Lopez lo supportano e piano piano Portland torna sotto. A poco più di tre minuti dalla fine Denver, a fatica, è avanti di 7 (80-87). Aldridge è una furia: 29 punti totali (15 nel quarto) e 5 assist per L-Train, 86-89 a pochi secondi dallo scadere della frazione, poi Chandler mette due liberi per l'86-91. Denver è in affanno. Due liberi di T-Rob e 4 punti consecutivi di Matthews fanno esplodere i tifosi locali riportando Portland di nuovo avanti: 92-91.

Mc Collum strozza in gola a Mozgov l'urlo del controsorpasso. Kryptonate Robinson sbaglia molto ora: il 95-95 è griffato Chandler. Partita sempre in equilibrio, Hickson porta avanti i Nuggets, Mozgov prima commette fallo su Aldridge (2/2 dalla lunetta), poi perde una palla sanguinosa che, sul ribaltamento dell'azione, Aldridge mette a segno tramutando i suoi punti in 32 e 33 (ma soprattutto 99-97). Mozgov si riscatta con i liberi del 99-99, mentre N.Robinson (fattore negativo nel quarto per Denver) è sostituito da Foye. Un contestato fallo di Mozgov porta L-Train in lunetta: 1/2, poi 0/2 per un altro discusso fallo di Foye. Il decimo assist di Batum è la sigla per i punti che valgono a Portland il 102-99. Denver tuttavia non è spacciata: Chandler porta i Nuggets a -1, poi Mozgov si riscatta, ben servito da Foye. Ancora un vantaggio illusorio (102-103): 2 tiri liberi di Aldridge e l'ultimo, non decisivo,canestro di Foye (104-105).Nel finale LaMarcus sigilla la vittoria con i tiri liberi (6/6 negli ultimi 43 secondi), mentre i tiri di Foye,Chandler e Fournier non vanno a buon fine. Vincono i padroni di casa per 110-105.

Aldridge, con 6 partite consecutive da 26 punti e 12 rimbalzi, è il primo giocatore a piazzare questa striscia dai tempi di Olajuwon: realizza inoltre il career high di 44 punti . Wesley Matthews è una spalla di lusso, con 24 punti. Lillard mette a referto 10 punti, 3 assist e una spettacolare "dunk" per gli spettatori in visibilio. Batum, "architetto" defilato, totalizza 10 assist con 6 punti e lavoro oscuro in difesa,aspetto dove la squadra complessivamente non brilla in questa stagione. I 18 punti di Chandler e i 14 di Foye non bastano per i Nuggets: Lawson piazza 11 assist, ma è sottotono con i punti: solo 13, nel secondo tempo, quando soffre la marcatura di Batum. La panchina di Denver segna 40 punti netti, ma nel finale N. Robinson (troppi errori al tiro) e Mozgov (punito spesso in difesa) si perdono.