Ancora insieme per rivivere e raccontare le ultime vicende targate NBA. Le notizie ed i fatti degni di nota, ricalcano lo stesso ritmo e la frequenza delle partite giocate. Oltreoceano non ci si ferma mai! Le novità che rimbalzano dalla Lega più seguita del mondo, soprattutto in chiave mercato, tendono sempre ad angosciare i tifosi delle diverse franchigie, che mai vorrebbero privarsi del proprio giocatore preferito. Ma il business, purtroppo o per fortuna, regna sovrano nella palla a spicchi statunitense così come lo spettacolo. Ecco l’analisi di quanto accaduto recentemente nel nuovo continente.

ATLANTA HAWKS

C’era da aspettarselo un momento di flessione nella grande autostrada della Eastern Conference da parte degli Hawks. La squadra della SouthEast Division sta vivendo un periodo marchiato da evidente discontinuità di risultati con quattro sconfitte nelle ultime sette partite. Kyle Korver, continua imperterrito la sua marcia record di partite di fila con almeno una tripla messa a referto, arrivata a quota 117, ma questa non basta ad allontanare le preoccupazioni dei tifosi di Atlanta. Washington, Chicago e Brooklyn hanno accorciato le distanze della classifica, mettendo inevitabilmente il fiato sul collo di Millsap e co. , già sorpassati in tempi non lontani dai Toronto Raptors. Notizie poco confortanti arrivano dall’infermeria circa le condizioni di Pero Antić. Il cestista macedone è ancora alle prese con la forte distorsione alla caviglia ereditata dall’esperienza europea contro i Nets. Al centro ex Stella Rossa, è stato rimosso il tutore, ma al momento le possibilità di vederlo agli All- Star Game della prossima settimana sono praticamente nulle. Antić sta gradualmente tornando a lavorare in palestra, ma una data sul suo rientro non c’è ancora. Sul fronte mercato, gli Hawks hanno scelto l’usato (forse) sicuro. Cartier Martin è infatti tornato all’ombra del Philips Arena. L’ala piccola ha trovato l’intesa con Danny Ferry per un contratto decadale. Arrivederci anche a Jared Cunningham. La giovane guardia ha intrapreso per l’ennesima volta il cammino direzione Bakersfield Jam. Non è comunque da scartare, come gli ultimi casi ci hanno insegnato, un suo ritorno in casa Hawks in tempi relativamente brevi.

BOSTON CELTICS

“Impossible non è una regola, è una sfida.“ Questa frase protagonista di uno spot per un famoso brand sportivo di qualche anno fa, sembra rimbombare ultimamente anche nello spogliatoio Celtics. La sfida in palio è quella dei playoff. Strano ma vero. In casa Boston, i risultati fino ad oggi raggiunti non sembrano minimamente stoppare l’entusiasmo dei giocatori. “ A Est è tutto possibile. Non è come a Ovest che se perdi due o tre partite sei fuori. – ha confessato Gerald Wallace – Vincere cinque-sei gare potrebbe essere l’ideale per cambiare la stagione e dare una svolta. Possiamo farlo. “ Discorso che non fa una grinza, la debolezza tecnica della Eastern Conference è tangibile ed un rollino come quello descritto dall’ala, può effettivamente cambiare la stagione. C’è però da considerare i numeri che i diciassette volte campioni Nba hanno inanellato nell’attuale season. Trentatre sconfitte e diciassette vittorie. Sedici così come le sconfitte nelle ultime venti gare. Davanti a questi numeri, anche un campione dell’ ottimismo potrebbe storcere il naso e convincersi che sarebbe più saggio riporre il sogno della fase finale nel cassetto pensando di concludere il campionato nella maniera più dignitosa possibile. “ Tutti vorrebbero giocare i playoff, è normale. Ma il nostro obiettivo è migliorare oggi per giocare meglio domani.” – ha giudiziosamente controbattuto il tecnico Stevens. Se l’aria in Massachutesettss è diventata così frizzante, parte del merito va al GM Danny Ainge, che ha convinto Chris Johnson a rimanere in biancoverde. L’ala piccola ex Rio Grande Valley Vipers grazie ad un esordio importante, ha calamitato l’attenzione di tutto l’ambiente Celtics sul proprio conto. Dopo due contratti dalla durata di dieci giorni, è arrivata la firma anche sul terzo che vedrà il giovane cestista rimanere fino alla fine della stagione. Troppo grave di questi tempi lasciarsi sfuggire un’atleta con una media di 7,6 punti con una media di 21,6 minuti a partita. Resterà fermo ancora per un po’ Vitor Faverani. Il brasiliano parcheggiato per un tempo limitato in D-League si è sottoposto negli ultimi giorni ad una risonanza magnetica che ha evidenziato un brutto infortunio.al ginocchio sinistro. Lo staff medico valuterà quotidianamente le sue condizioni.

BROOKLYN NETS

Se dovessimo paragonare Brooklyn ad un animale, senza dubbio, la creatura più indicata sarebbe una Fenice.Ci prendiamo la libertà di prendere in considerazione un uccello frutto della mitologia ma dall’alto significato simbolico. Perché la Fenice come ben risaputo è nota per la sua capacità di rinascere dalle proprie ceneri. Proprio come hanno fatto i bianconeri, che sono ripartiti con un nuovo assetto, migliorando in modo lampante nella manovra difensiva. Il periodo più buio della stagione sembra essere alle spalle. Il 2014 ha consegnato a Jason Kidd, eletto tecnico del mese della Eastern Conference, una squadra più solida e sicura, vincitrice degli ultimi dodici confronti su quindici gare.Rialzatasi paradossalmente nel momento di maggiore criticità stagionale, con ai box il cestista più in forma: Brook Lopez. L’assenza del centro ha costretto il tecnico a portare delle modifiche in campo, cambi che sono risultati provvidenziali per riprendere in mano il controllo di un gruppo in caduta libera. “ Siamo notevolmente migliorati, abbiamo trovato la nostra identità, è questo ciò che fa la differenza. “ – ha confessato ai media il GM Billy King. A fargli eco ci pensa l’ex play dei Phoenix Suns, Kidd: “ Siamo finalmente usciti fuori, notevolmente più sicuri di noi stessi ed in grado di curare al meglio le due fasi.“

CLEVELAND CAVALIERS

“ Il nostro obiettivo, ed il mio in primis in qualità di proprietario è quello di cercare di fare sempre meglio per il bene della squadra. Siamo arrivati a questa conclusione, per

certi versi dolorosa ma necessaria. Era il caso di dare una scossa in nome di un cambiamento. “ Con queste dichiarazioni Dan Gilbert, proprietario dei Cavs, ha spiegato l’allontanamento dalla carica di GM di Chris Grant. Una decisione maturata nel corso del tempo ed arrivata a ridosso della sconfitta patita con i Los Angeles Lakers. “ Siamo in un periodo difficile, forse il più difficile da quando sono arrivato qui, ma dobbiamo uscirne fuori tutti insieme come gruppo. Ringrazio tutta l’organizzazione Cavaliers per l’impegno dimostrato negli ultimi tempi. “ Effettivamente Cleveland non vive uno dei suoi periodi più felici. La squadra di Mike Brown (finito anche lui sulla graticola ) occupa la quartultima posizione nella placida Eastern Conference, con numeri al limite del macabro. Gli obiettivi prefissati ad inizio stagione spingevano la franchigia dell’Ohio ad occupare un piazzamento di maggiore rilevanza e prestigio. Ma il tempo ha consegnato al club di Irving un’altra realtà, molto più difficile e sfiancante segnata anche da problematiche disciplinari. La corsa al sostituto di Grant, rimpiazzato al momento da David Griffin, è già iniziata e sono diversi i nomi che bollono in pentola. Gary Sacks attuale GM dei Clippers è uno dei principali candidati, così come Jeff Weltman, figlio d’arte di Harry Weltman che ha lavorato ai Cavs negli anni ’80, Mark Hughes membro del front office ai Knicks e Kenny Smith ex giocatore dei Sacramento Kings al momento volto sportivo del canale tv TNT. Figure importanti, anche se a dirla tutta il sogno di Gilbert sarebbe quello di consegnare la carica a Phil Jackson. Una scelta che per il momento pare potersi concretizzare solo nella mente del numero uno di Cleveland.

HOUSTON ROCKETS

Il momento felice degli Houston Rockets è segnato dalla sempre attiva questione Omer Asik. La squadra di coach McHale con sette delle ultime dieci partite vinte è periodicamente costretta a mantenere un occhio di riguardo sulla vicenda del cestista. Il centro turco, che ha saltato gran parte della stagione a causa di problemi al ginocchio ed alla coscia, è pronto a tornare a disposizione del proprio tecnico anche se i grattacapo cominciano a nascere proprio in questo frangente. Asik infatti ha più volte espresso il desiderio di cambiare aria a seguito dell’arrivo in Texas di Dwight Howard. La polemica era nata già questa estate con l’ufficialità dell’operazione. Il tecnico dei Rockets aveva in un primo momento convinto l’atleta a rimanere in biancorosso grazie ad una convivenza sul parquet proprio con “ Superman “, ma a lungo andare sono logicamente sorte tutte le problematiche frutto di un’ improbabile coesistenza sul campo. I problemi fisici dell’ex Fenerbahce hanno solamente allungato l’attesa per un dissidio che deve ancora maturare una sentenza. In attesa di conoscere il destino di Asik, i Rockets hanno lavorato sul mercato in uscita spedendo Robert Covington nella D-League.

LOS ANGELES CLIPPERS

Aria diversa, come più volte ricordato, quella in casa Clippers rispetto ai cugini gialloviola. Stagione di grandi sogni e di speranze per la squadra di Doc Rivers. Il tecnico ex Boston aveva chiesto a Gary Sacks un intervento sul roster tale da rinforzare determinati reparti. L’ex coach di Boston è stato subito accontentato: dopo Turkoglu è arrivato infatti Aleksandar Vujačić. Un bentornato più che un benvenuto per lui. La guardia di origini slovene, svincolata, che è arrivata anche per soccombere l’assenza di Chris Paul non è nuovo dalle parti dello Staples Center, dati i lunghi trascorsi tra le file dei Los Angeles Lakers. Il contratto stipulato tra le due parti avrà una valenza di soli dieci giorni. I trasferimenti descritti potrebbero fare la differenza sul campo, ma difficilmente entreranno nella storia della Lega. Ecco allora all’orizzonte il colpo di matrice Clippersiana che potrebbe scrivere una pagina importante della storia del mercato Nba. Secondo ESPN, infatti nel caso in cui a fine stagione LeBron James scelga di esercitare la clausola per diventare costless agent, la franchigia di Donald Sterling sarebbe la più accreditata per accoglierlo. Gli esperti di mercato statunitensi non parlano di contratti o cifre, ma sono convinti che la forte amicizia che “ The King “ ha con Chris Paul, vicino al rientro, possa fortemente influenzare le scelte del cestista di Akron

LOS ANGELES LAKERS

La luce dopo tante sofferenze e sconfitte. La sfida tra due delle squadre più sottotono dell’intero campionato ha visto prevalere i Los Angeles Lakers. Un successo che fa rima con riscatto, arrivato dopo sette ko di fila. Per i gialloviola, il trionfo su Cleveland vale però solamente ai fini delle statistiche. I sedici volte campioni Nba, per voce del GM Kupchack hanno formalmente alzato la bandiera bianca, calando ufficiosamente il sipario su una stagione che non è mai decollata. Tanti gli infortuni che con assidua frequenza hanno creato problemi allo scacchiere di D’Antoni (per l’ultimo quello a Nick Young alla rotula), diverse le scelte effettuate dalla società che nel corso del tempo si sono rivelate infelici ed inoltre, troppe le difficoltà in una Western Conference combattiva e composta da franchigie tecnicamente ben al di sopra dei Lakers. "Avremo una buona scelta al draft, sfortunatamente - ha confessato Kupchak nel corso di un’ intervista radiofonica - Il nostro futuro è brillante, staremo bene. Certo, quest'anno è dura trovare aspetti positivi, ma se guardiamo oltre il quadro generale è positivo. “ Nel roster dei Lakers ci sono tanti giocatori in scadenza, tra cui un senatore come Pau Gasol: “Non posso dire molto, ama Los Angeles, vorrebbe rimanere, ma parliamo di professionisti che vengono pagati profumatamente per far parte del business che loro hanno scelto volontariamente. Rispetto tantissimo Pau: è un grande professionista, e indipendentemente da quello che succederà verrà ricordato come uno dei grandi della storia di questo club. “ Parole che sanno di divorzio.

NEW YORK KNICKS

Momento tutt’altro che da incorniciare quello attuale anche per i New York Knicks. La franchigia arancioblu persiste nel mantenere un livello di risultati da brividi. Nonostante il ritorno a disposizione di quasi tutti i giocatori infortunatisi, la situazione non accenna a migliorare. Mancano i numeri a proprio favore e di conseguenza cala la fiducia nelle proprie potenzialità e capacità. Anche sulla sponda Knick sembrava che l’anno nuovo avesse portato considerevoli novità positive. La squadra appariva pronto a prendere quota e a staccare i bassifondi della Eastern Conference insieme ai cugini dei Nets; solamente un’amara illusione. Stando così le cose, i rumors di mercato assicurano che il divorzio dal tecnico Mike Woodson sarà vicino. La pausa della prossima settimana per gli All-Star Game, sarà il momento ideale per effettuare valutazioni e tirare le somme. Già più volte nel corso di questa annata avevano preso piede le voci che volevano l’ex coach degli Hawks, vicino all’esonero, ma la dirigenza però, dopo attente ed oculate analisi ha sempre rinnovato la fiducia al proprio ex assistente. Ora le cose appaiono diverse. J.R. Smith – a cui Woodson non ha fatto mancare ultimamente critiche dati i discutibili comportamenti disciplinari sul parquet – difende il tecnico: “ Posso dire di aver collaborato con molti allenatori e nessuno è stato come lui. Il suo impegno, la sua costanza nel cercare sempre di stimolarci sono cose che si notano, lavora sodo ci crede in quello che fa. Questa è una situazione difficile.” Seguiranno aggiornamenti.