Settimana intensa quella che in Nba ci stiamo lasciando alle spalle. La deadline è lontana meno di sette giorni ed i rumors di mercato trovano, in questo contesto, terreno utile per professare trade e possibili tentativi di accordo tra i General Manager delle diverse franchigie. Il clima così rovente in chiave mercato fa coppia con l’evento cestistico dell’anno: l’ All-Star Game di scena nel week end a New Orleans.

BOSTON CELTICS

Con in testa l’obiettivo di raggiungere un sorprendente, quanto difficile piazzamento ai playoff, i Boston Celtics si candidano come squadra più attiva sul mercato. Danny Ainge in questi ultimi giorni è impegnato in numerosi colloqui con alcuni suoi colleghi. La stagione doveva consegnare ai vertici biancoverdi, “ la lista “ di elementi sul quale puntare per cercare di riaprire un’ era di successi e soddisfazioni e dalle parti del TD Garden è tempo di restauro. Secondo i ben informati, paradossalmente nessuno, può essere considerato incedibile o quasi. Anche Rajon Rondo che più volte è stato etichettato come punto di riferimento dal quale ripartire per la ricostruzione dei Celtics, potrebbe lasciare Boston in caso di una proposta eclatante. Jeff Green ed Avery Bradley stando ai rumors sarebbero comunque i giocatori più difficili da piazzare. Le richieste della franchigia per l’ala e la guardia sono esose: nessuna pedina di scambio, ma solo prime scelte da aggiungere alle numerose già collezionate nel corso degli ultimi tempi. Tra possibili scambi e partenze all’orizzonte, i media statunitensi parlano di un recente affare saltato in extremis con gli Houston Rockets, per uno scambio Brandon Bass – Omer Asik. Una trade che non sarebbe entrata nella storia, ma che avrebbe spento i riflettori sulla telenovela del centro turco, sempre più insofferente in Texas. In attesa di riscontri in merito, l’ex Dallas rimane il maggior candidato nel fare le valigie. Su di lui Phoenix, Golden State e Charlotte Bobcats. Dall’infermeria arrivano brutte notizie per Avery Bradley. Il cestista classe 1990, è ancora alle prese con un fastidioso problema alla caviglia destra. Una ricaduta complicata che difficilmente potrà renderlo disponibile in vista della sfida di metà settimana contro i Phoenix Suns.

CHICAGO BULLS

I Chicago Bulls tornano a fare sul serio. Dopo una buona parte della stagione vissuta in incognito, la squadra di Thibodeau è salita in cattedra, sferrando prestazioni con la p maiuscola contro: Lakers, Hawks e Brooklyn. Tre successi che hanno consentito ai biancorossi di sorpassare nella classifica della Eastern Conference Atlanta, e di portarsi in quarta posizione ad un soffio dai Toronto Raptors. '' Il mio obiettivo finale è quello di vincere un campionato qui “ - ha detto Joakim Noah - '' E’ il sogno di tutti i cestisti e sono convinto che i presupposti per riportare l’anello a Chicago ci siano tutti. Stiamo lavorando sodo, stiamo migliorando. Ci sarà ancora molto da fare perché la concorrenza è spietata, ma con uno come Derrick Rose le cose saranno più semplici. Manca da parecchio un titolo da queste parti e ce la faremo. “ Galvanizzato probabilmente anche dalla convocazione per l’ All- Star Game, così il centro francese ha parlato nel corso di una recente intervista dei Bulls. Mai nessuno ultimamente era uscito allo scoperto regalando parole di questo calibro ai cronisti. Il cestista nativo di New York ha approfittato dello spazio concesso dai media per discutere anche del suo futuro con la nazionale. “ Faccio ancora i miei complimenti ad i miei connazionali per l’ultimo Europeo conquistato in Slovenia, ma quasi sicuramente non farò parte della spedizione che volerà in Spagna questa estate. Le mie condizioni atletiche non me lo permettono, è difficile giocare tutto l’anno e farsi trovare pronto. – ha affermato il miglior uomo rimbalzi di Chicago. Parole quelle di Noah che sanno di addio definitivo alla casacca transalpina. Un rapporto quella con la nazionale maggiore iniziato nel 2009 e giunto ai titoli di coda solo due anni dopo, segnato anche da un pesante infortunio alla caviglia che non ha permesso al centro di partecipare alle Olimpiadi di Londra. Inevitabile facendo riferimento alle parole di Noah e parlando di infortuni lasciare in un angolo Derrick Rose. Il playmaker fermo a causa di un infortunio al menisco del ginocchio destro, ha parlato delle sue attuali sensazioni, del suo recupero e del suo possibile rientro in campo: “ Sto spingendo al massimo sull’acceleratore. I medici mi hanno dato l’ok per tornare ad effettuare attività fisica e per me questa è una grande notizia. Lavoro sei giorni alla settimana, cercando di non pensare troppo al futuro. – confessa l’ MVP del 2011. “ I miei compagni stanno facendo un lavoro straordinario, li vedo carichi, così come il nostro coach. Tornare per i playoff? Come ho detto in precedenza non penso al futuro, mi concentro sul presente. E’ chiaro che nel caso in cui sia pronto per quel periodo non mi tirerò di certo indietro. Lo stesso discorso vale per il Mondiale. Chi rifiuterebbe una chiamata dalla propria Nazionale soprattutto in vista di una competizione simile? “ – ha infine aggiunto il play. Chi alla corte di Thibodeau appare non del tutto sereno è Carlos Boozer. L’ala di origini tedesche ha recentemente avuto un incontro con il front office del club. Dal vertice è uscito fuori che, il cestista non verrà affatto ceduto in questa finestra di mercato e che salvo clamorosi colpi di scena, come l’arrivo di una superstar nell’Illinois, non verrà amnistiato.

CLEVELAND CAVALIERS

La quiete dopo la tempesta. In una frase, l’attuale situazione dei Cleveland Cavaliers. Il club e soprattutto i giocatori dopo aver passato un periodo piuttosto turbolento, complice il licenziamento del GM Chris Grant, sono tornare a far parlare di se sul parquet. Le ultime quattro vittorie consecutive, hanno sicuramente portato il buon umore in casa Cavs. “ Negli ultimi tempi lo avevamo visto un po’ tirato, quasi come se volesse rimanere sulle sue ed isolarsi. Adesso invece le cose sono cambiate, si intrattiene di più con noi, sembra quasi gradire di più la nostra compagnia. “ Le dichiarazioni appena riportate sono uscite dalla bocca di un cestista di Cleveland, che per motivi comprensibili ha preferito rimanere in anonimo, ed il giocatore in questione è Kyrie Irving. Il giovanissimo playmaker, vittima di numerose critiche nel corso degli ultimi tempi per una sua ipotetica incapacità di far fronte ai problemi della squadra, è apparso a detta di molti effettivamente più rilassato e sereno. Difficile pensare che il presunto malumore del cestista di origine australiane dipendesse dalla sua convivenza con Chris Grant. Più logico immaginare che questa felicità sia dovuta alla sua prima convocazione nel quintetto titolare dell’ All- Star Game. In attesa di risposte, magari dallo stesso Irving, i tifosi della franchigia dell’Ohio sperano in una sua lunga permanenza a Cleveland. Diverse sono le squadre interessate ad un potenziale campione come lui, ma l’obiettivo del patron Dan Gilbert è quello di non commettere gli stessi errori effettuati con LeBron James. Il trasferimento nel 2010 de “ The Chosen One “ in direzione Miami è una ferita ancora aperta, che difficilmente scomparirà in tempi brevi. Continuare in un progetto ispirato da idee nobili e contrassegnato da stimoli e qualche giocatore di esperienza potrebbe convincer Irving a rimanere ? Ai posteri l’ardua sentenza. Motivi per sorridere in casa Cleveland arrivano comunque anche da quanto fatto vedere da Anthony Bennett. La prima scelta al Draft 2013, è riuscito a ritagliarsi uno spazio importante nella sfida contro i Sacramento Kings, mettendo a referto 19 punti e 10 rimbalzi nei trenta minuti di gioco avuti a disposizione. “ Sono contento per la sua prima doppia in Nba. Complimenti a lui “ ha commentato Gilbert. “ Ha vissuto un periodo difficile, non è stata facile, non lo è tutt’ora ma si sta impegnando. Il miglior Anthony lo dovrete ancora vedere. “ – ha affermato nel dopo gara coach Mike Brown. Parole all’indirizzo dell’ala importanti, che auguriamo possano aiutare il giovanissimo cestista a spiccare il volo, in un palcoscenico che lo ha visto per la maggiore protagonista di tonfi e rovinose cadute.

DETROIT PISTONS

Chi lo ha detto che le vittorie conquistate in un momento difficile rendono più salda la panchina di un allenatore? Di sicuro qualcuno che non è mai passato negli uffici del quartier generale dei Detroit Pistons. Tom Gores infatti, nonostante due prestigiose vittorie delle sua squadra ha deciso di allontanare dalla carica di allenatore Maurice Cheeks, affidandola a John Loyer. La notizia è stata improvvisa, quasi un fulmine a ciel sereno. Nessuno infatti degli addetti ai lavori aveva pronosticato un tale epilogo. “ E’ stata una decisione dolorosa, abbiamo grande rispetto per Maurice, ma serviva un cambio, una scossa alla squadra. – ha affermato il numero uno della franchigia del Michigan, che ha poi aggiunto – La stagione è ancora lunga, e molto può essere fatto, ai miei tesserati, giocatori in primis, chiedo di continuare a lavorare come hanno sempre fatto, con professionalità e grande impegno. “ Cheeks ha pagato a caro prezzo la serie 21 – 29 realizzata nel corso della sua esperienza da head coach. I risultati però fin qui conseguito dai Pistons nell’ epoca del ex assistente dei Thunder sono figli di una gestione sbagliata della squadra, che fin da subito ha espresso una scarsa chimica ed intesa sul campo. La presenza di una new entry come Brandon Jennings, la presenza di Josh Smith e l’arrivo di Gigi Datome, un lungo sulla carta utile, ma utilizzato con il contagocce ed un gruppo complessivamente adatto per raggiungere un piazzamento, seppur non di rilievo, ai playoff, sono aggravanti che pesano molto sull’avventura dell’ormai ex tecnico Pistons. Quello di Loyer, inizialmente sembrava dovesse essere una carica ad interim, di relativa durata. Lionel Hollins, al momento ai box dopo la lunga esperienza ai Memphis Grizzlies appariva prossimo alla firma. Problemi forse di matrice economica hanno poi rallentato la trattativa fino ad adagiarla su un binario morto. Le sensazioni del momento spingono, quindi, l’attuale tecnico alla guida della squadra fino alla fine della stagione. Saranno probabilmente le calme acque della offseason il momento nel quale rivedere a fondo, con l’inserimento di qualche dovuta modifica, un progetto in caduta libera.

NEW YORK KNICKS

“ Pur di rimanere a New York sarei disposto a tagliarmi lo stipendio. “ Parola di Carmelo Anthony. La vicenda che vede protagonista l’ala ex Nuggets, si arricchisce di nuovi e ricchi particolari. Il cestista arancio blu, alla vigilia dell’ All- Star Game ha parlato chiaro e senza mezzi termini. “ Ho già guadagnato molti soldi, potrei anche chiedere al presidente di rivedere il mio ingaggio e decurtarlo. Sarei disposto a questo, pur di aiutare questa franchigia a vincere un anello. “ – ha aggiunto Melo. Stando così le cose, sembrano davvero lontani i tempi in cui l’atleta classe 1984, rivelava al mondo intero la forte probabilità di sfruttare al termine dell’attuale stagione la clausola per diventare costless agent. Quelle dichiarazioni fecero storcere il naso ai tifosi Knicks e inaugurarono inevitabilmente una soap opera, ricca di destinazioni appetibili e di squadre in grado eventualmente di permettergli di vincere il tanto agognato titolo. Nella giornata dedicata alle interviste a ridosso dell’All Star Game, lo stesso Melo pare aver scritto la parola “ Fine “ allo sceneggiato dedicato a lui ed al suo futuro. Mai dire mai però, il mondo NBA fortemente influenzato dal business è sempre pronto a partorire colpi di scena. Nonostante le forti parole del campionissimo Anthony, i piani alti di New York rimangono concentrati sull’argomento mercato. Soprattutto in entrata. Confermata secondo i rumors la presenza di Woodson sulla panchina almeno fino a fine stagione, gli esperti di mercato scommettono fortemente sul ritorno di fiamma con Kyle Lowry. La guardia di Toronto, già corteggiata lo scorso dicembre e nella prima parte del 2014, sarebbe ritornato sotto la lente di ingrandimento degli uomini arancioblu. La speranza è quella di riuscire a convincerlo a trasferirsi da Toronto alla Grande Mela nel corso della prossima estate. L’ex Rockets sarà un costless agent e difficilmente vorrà rimanere in Canada. Il ritorno in auge è un fenomeno molto comune in casa Knicks. Il GM Steve Mills infatti avrebbe ripreso i contatti anche con Denver per uno scambio Shumpert – Faried. Sul fronte uscita invece, due sarebbero le squadre interessate a Beno Udrih. Il play europeo rifiutata l’offerta di rinnovo dei Knicks, starebbe valutando le offerte dei Washington Wizards e dei San Antonio Spurs. Complice l’esperienza texana marcata da due titoli, il club di Popovich appare in vantaggio sulla squadra della Sud-Est Division alla ricerca di una riserva nel pacchetto offensivo.