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James abbatte i Thunder ma ci rimette il naso

LeBron James disintegra gli Oklahoma City Thunder con una prova in cui coniuga magistralmente talento e potenza. L'ennesima impresa è però oscurata dall'infortunio al naso subito dal Prescelto, che lascia il campo sanguinante dopo uno scontro con Serge Ibaka.

James abbatte i Thunder ma ci rimette il naso
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Di Antonello Varallo
Schiacciate terrificanti, 33 punti e l'ennesimo successo, questa volta in casa dei sempre ambiziosi Thunder, con in più il duello personale vinto a mani basse contro Kevin Durant. Ci sarebbero tutti gli ingredienti per una normale serata alla Lebron, e invece il fenomeno degli Heat torna a casa preoccupato per la tremenda botta subita al naso, probabilmente rotto. Dopo l'ennesima schiacciata di una gara ai limiti della perfezione, LeBron James si accascia infatti a terra, colpito duramente (e involontariamente) da Serge Ibaka. Il "Prescelto" perde abbondantemente sangue dal naso e lascia il parquet coprendosi il volto. "Come tutti voi, sono abituato a vederlo come Superman, a vederlo rialzarsi anche dopo cadute e colpi pesanti." dice coach Spoelstra. "Questa volta (vedendolo a terra) ho capito che era successo qualcosa."  Poi il coach aggiunge: "Valuteremo la situazione quando saremo a Miami. Ha il naso gonfio e sta sanguinando. Comunque, la vittoria ci permette di chiudere bene la serie di trasferte." In 6 trasferte consecutive, Miami ha infatti vinto 5 volte, battendo tra gli altri Clippers e Warriors.
 
Il pubblico di Oklahoma si scalda quando Russell Westbrook, assente dalla partita di Natale contro i Knicks, viene annunciato in quintetto. Il play realizza il primo canestro dell'incontro dopo aver soffiato palla a Chalmers, ma l'eccitazione dura però poco: mentre Durant non va oltre un deludente 1/5, gli Heat chiudono il primo quarto col 76% al tiro. James si dimostra subito inarrestabile realizzando i primi 12 punti degli Heat senza sbagliare neppure un tiro (8-12). Mentre Durant pasticcia, gli Heat prendono subito il largo con Bosh e Wade (10-24) e chiudono il quarto doppiando gli avversari (17-34). Miami prova a controllare il punteggio nel secondo quarto, e dopo un paio di invenzioni di Perry Jones ritorna a +17 con una tripla di Cole (24-41). Reggie Jackson è però una spina nel fianco nella difesa degli Heat. Oklahoma riesce ad alzare la pressione su James e Wade e negli ultimi 3 minuti del primo tempo, con un parziale di 11-5 propiziato da Durant e Westbrook, riapre la contesa (47-54). L'equilibrio viene nuovamente spezzato in avvio di terzo quarto. James ritorna a macinare canestri e a scambiarsi assist con Wade. Una tripla di LeBron chiude un parziale di 21-6 che regala agli HEat il massimo vantaggio (53-75) e ai Thunder una delle più dure lezioni subite nel corso della stagione. Oklahoma reagisce con un parziale di 10-1 con 7 punti di Durant, e apre gli ultimi 12 minuti con un divario che sembra colmabile (65-76). Gli Heat però non vogliono creare illusioni, e piazzano subito un nuovo parziale di 8-0 con le triple di Bosh e Allen. A 5:56 dalla fine, LeBron inchioda la schiacciata sulla testa di Ibaka da cui nasce l'infortunio al naso. La partita è già saldamente in mano a Miami (74-90), che con Bosh e Wade incrementa il vantaggio.
 
Gli 81 punti messi a segno solo il minimo stagionale per i Thunder, che avevano segnato così pochi punti anche contro i Wizards lo scorso 1 febbraio e contri i Wolves alla seconda gara della stagione. Per gli Heat, il problema sarà trovare un chirurgo rinoplastico all'altezza degli standard di King James...