Tifosi, commentatori e umoristi da ogni angolo del pianeta lo hanno attaccato (spesso a ragione) per essere un mangiapalloni con pochi eguali e un giocatore raramente decisivo nei momenti che contano. Russell Westbrook, per una sera, zittisce i detrattori con una gara ai limiti della perfezione, realizzando 40 punti (il massimo nei playoff dopo i 43 delle Finals 2012) e servendo 10 assist, che permettono a Kevin Durant, 22.7 di media nelle prime 3 partite, di arrivare a quota 31.

"Il coach ci aveva chiesto il massimo sforzo per la partita di stasera," dichiara Westobrook, che ancora una volta riceve gli apprezzamenti di Durant, solito uomo squadra e star incapace (e non è un difetto) di focalizzare le attenzioni su se stesso."Penso sia stato divertente vedere l'attenzione di Westbrook su ogni azione in difesa e il suo equilibrio in attacco," dichiara Durant. "Chi non fa parte della nostra squadra non guarda questo tipo di cose, ma è ciò che abbiamo costruito come gruppo. Adesso però dobbiamo guardare avanti. Sappiamo quanto sia difficile tornare da San Antonio con una W. Dobbiamo andare lì e continuare il nostro lavoro. Ora ci sentiamo meglio, ma non siamo sazi." Anche gli avversari rendono omaggio a Westbrook: "E' capace di fare queste cose," ammette Ginobili.Scott Brooks si sofferma invece sull'importanza di Ibaka: "Giochiamo bene con serge. Possiamo fare cose con lui in campo che non ci riescono con altri giocatori."

Gli Spurs provano a cancellare l'opaca prova di Gara 3 con una partenza sprint. 2 triple di Kawhi Leonard e un canestro di Parker firmano l'8-0 iniziale. I Thunder rispondono con Durant ma subiscono ancora le iniziative di Parker, bravo a innescare Tim Duncan (4-12). Dopo 6 minuti, si accende Russell Westbrook, che guida la rimonta finalizzandola con un assist per Adams (19-18), e incrementando il vantaggio con la tripla del 22-18. Negli ultimi minuti del primo quarto, gli Spurs realizzano un solo canestro, con Parker, subendo un parziale di 13-2 (26-20). Nel secondo quarto, Durant e Westbrook firmano il primo vantaggio in doppia cifra (34-24), parzialmente contenuto da Duncan e Parker (38-32). 8 punti consecutivi di KD, con 2 triple in rapida successione, permettono a Oklahoma una nuova accelerazione (50-36). Ginobili, non al meglio, questa volta non può opporsi, e grazie a una tripla di Lamb, i Thunder vanno al riposo lungo con un sostanzioso vantaggio (58-43).
Dopo 3 minuti di errori, gli Spurs provano un abbozzo di rimonta in avvio di ripresa con Green e Parker, ma devono fare i conti con l'irrefrenabile Westbrook. Quando anche Jackson e Perkins si iscrivono a referto, il vantaggio diviene incolmabile (76-49). Popovich manda in campo le seconde linee, ricevendo buone risposte da Joseph, Diaw e anche Belinelli, che mette a segno una tripla. Gli Spurs rimontano fino all'81-67 e, in apertura di ultimo quarto, toccano il -12 con Bonner (83-71). L'attacco di San Antonio ha però un nuovo blackout, e Westbrook e Durant hanno vita facile a riportare le distanze su margini di tutta sicurezza (96-77), lasciando gli ultimi canestri a Jones e Fisher.

Un deluso Tony Parker guarda alle prossime gare: "Ogni partita, ogni serie, ogni anno è diverso. Abbiamo lavorato duro tutto l'anno per avere il fattore campo a favore,
e ora il nostro compito è di difenderlo."