Quarantotto ore di sguardi sereni, sorrisi, risate e volti distesi. Chi si ritrova davanti LeBron James si domanda se, preso dai crampi, il numero 6 non si sia accorto di essere sotto nella serie. In quell'inconscio stato d'animo tuttavia, c'era la sicurezza del verdetto a cui si sarebbe andati incontro questa notte. Sicurezza, non presunzione, perchè il Re gioca per sè stesso, per i compagni ma, soprattutto, gioca per tutti noi.

Dopo due giorni di speculazioni di ogni genere e tipo sulle condizioni "particolari" in cui è stata giocata Game 1, le due squadre si presentano all'AT&T Center di San Antonio con la stessa grinta e con lo stesso rispetto dimostratisi a vicenda in questi due anni.

Così come aveva assicurato il buon Gregg Popovich alla vigilia di questa gara, gli addetti ai lavori pagano le bollette, l'aria condizionata torna così a funzionare e la partita può avere inizio. 

Il primo tempo offerto dalle due squadre, senza girarci troppo intorno, offre uno spettacolo altamente al di sotto delle aspettative tecniche e soprattutto tattiche per una partita di questo livello. Difese larghissime, tantissimi falli, poca costruzione e tantissime forzature ed isolamenti. 

A farla da padrone nel primo periodo è ancora Tim Duncan, ancora in botta da Game 1, il quale porta in vantaggio i suoi Spurs con 11 punti (5-6 dal campo). Dall'altra parte i due grandi attesi LeBron James e Dwayne Wade faticano ad entrare in partita, producendo appena 2 punti e ben 8 turnover complessivamente nei primi 12 minuti.

Nel secondo periodo entrambi i tecnici giostrano tantissimo i propri giocatori, attingendo a pieno dal proprio roster. Popp rispolvera Bonner, Spoelstra tira fuori dalla naftalina James Jones.

Gli Spurs non riescono nell'allungo e gli ospiti, trascinati da 11 punti di James, riescono a riportare il risultato sul 43 pari all'intervallo. 

Il secondo tempo si apre con l'assolo del numero 6 di Miami, il quale mette in scena un vero e proprio circo itinerante per tutta la metà campo avversaria: 14 punti, 3-3 da fuori ed un plus/minus incredibile; con lui in campo, gli Heat si ritrovano sul +12, senza di lui sotto di 13 punti, entrando dunque così nell'ultimo periodo sotto sul 78-77.

Il Prescelto tira sul il braccio e ordina a Spoelstra di essere tolto dal campo per una manciata di minuti, Erik obbedisce e lo sostituisce con Wade. I cambi di lead nella partita tra le due compagini sono quasi incalcolabili.

Gli Heat si affidano al Big Trhee, gli Spurs, date le condizioni fisiche evidentemente non ottimali di Duncan e Parker (appena colpito al costato dal gomito di Chalmers), ripongono la propria fiducia nelle seconde linee, Mills su tutti, lasciando tuttavia a desiderare sulla manovra di gioco, poco fluida e talvolta disperata. I padroni di casa rimangono incredibilmente caldi da fuori il perimetro, così come in Gara 1, firmando 4 triple consecutive che gli consentono di entrare negli ultimi due minuti di gioco avanti sul 93-92.

Spoelstra chiama il timeout e, così come spesso riesce all'allenatore latino, dottrina i suoi giocatori ad un finale tecnicamente perfetto. Dopo una partita di sacrificio, così come nelle ultime due gare della passata stagione, si erge ad eroe di giornata Chris Bosh: il numero 1 firma prima la tripla del sorpasso ad 1 minuto dalla fine, poi serve l'assist che chiude definitivamente i conti sul 98-93 a Dwayne Wade con soli 9 secondi sul cronometro.

LeBron James risponde alle critiche dopo Game 1 con una partita sensazionale, conclusa con 11 di plus/minus, 35 punti (63% dal campo, 100% da 3), 10 rimbalzi, 3 assist e 2 palle recuperate, in appena 37 minuti di gioco. Sono 18 i punti di Chris Bosh, mentre sono 14 quelli di Dwayne Wade e, soprattutto, Rashard Lewis, autentica rivelazione di questo finale di post-season. Tra le secondee linee si salvano solo Allen (9 punti) e Andersen, mentre rimangono sempre dietro la lavagna Chalmers e Norris Cole assenti ingiustificati sino ad ora.

San Antonio parte meglio di come finisce, accusando un po' di stanchezza e trovandosi spesso in cattive condizioni di falli personali. James risulta incontenibile a chiunque provi a fermarlo e questo non permette agli uomini di Popp di trovare la giusta quadratura del cerchio. Dopo un finale di gara dominato in Game 1, gli Spurs si congelano negli ultimi 2 minuti di Game 2, perdendo così il primo fattore campo della serie. Con 18 punti e 15 rimbalzi Tim Duncan diventa l'atleta con più double-double nella storia dei Playoff Nba, raggiungendo quota 187. Parker ne infila 21 assieme a 7 assist, Ginobili ne mette 19. Dopo la grande performance di Game 1, Boris Diaw chiude ancora con 10 rimbalzi, ai quali aggiunge 5 assist e 7 punti, senza tuttavia risultare decisivo nei momenti cruciali del match.

L'appuntamento si sposta dunque in quel di Miami, tra due giorni, dove gli Heat avranno la possibilità di portarsi in vantaggio o di restituire il favore ai texani. Una sola cosa è certa: mettetivi comodi e rilassatevi se riuscite, il bello deve ancora arrivare.