Gi Spurs sono campioni della NBA dopo aver battuto stanotte in gara 5 i Miami Heat per 104-87. E' il titolo della rivincita, è il titolo della consacrazione definitiva nell'Olimpo degli atleti Nba. Tim Duncan vince ancora e lo fa da protagonista. Dopo la drammatica fine della passata stagione, gli Spurs hanno covato la rabbia agonistica per poi liberarla in queste due settimane, stritolando i loro avversari con le tre ultime vittorie consecutivi semplicemente umilianti. Ginobili sta al suo fianco, non lo abbandona mai, e lo accompagna fino all'ultimo minuto, fino all'ultimo secondo, per poi prendersi quel trofeo tanto meritato.

E' la vittoria di Popovich, di gran lunga il miglior allenatore dell'ultimo quinquennio e nell'èlite dei coaches di tutti i tempi. E' la vittoria di una società basata su principi fondamentali, che combinano spettacolo e dedizione, il tutto sotto un unico "credo": il gruppo. Questo titolo chiude un ciclo aperto tre anni fa, dopo la cocente eliminazione al primo turno della Post-Season. L'anno dopo si riparte, iniserendo sempre di più giocatori giovani e motivati, con orecchie aperte e testa sulle spalle. Si passa dalle Finali di Conference alle Finali Nba, concludendo con la vittoria di quest'anno.

Lebron James, al grido di "seguite quello che faccio io", aveva catechizzato i suoi compagni al momento dell'ingresso sul terreno di gioco, ma è stato lasciato da solo a predicare nel deserto. Chalmers concede la decenza di non mettere piede sul terreno di gioco ad inizio partita, Battier ed Haslem fanno gara a chi fa peggio, Norris Cole si nasconde sotto le sedie della panchina. Spoelstra decide di giocare senza playmaker di ruolo, Wade e Allen fanno quello che possono ma le gambe non girano, Bosh e Andersen saltano qua e là alla vaga ricerca di un rimbalzo che non arriverà mai.

Nonostante un Tony Parker in versione fantasma, gli Spurs recuperano uno svantaggio di 16 punti in una manciata di minuti, dominando poi il secondo tempo. L'assenza di Parer è stata la caratteristica di queste Finals, stravinte dagli outsider: Leonard e Diaw su tutti. Il numero 2 trascina ancora la propria squadra con una prestazione da veterano, quando compirà 23 anni soltanto il prossimo mese.

Ora il futuro di entrambe le squadre è un mistero. Da una parte lo storico Big Three formato da Duncan, Ginobili e Parker, sempre più vecchi e sempre più forti, i quali potrebbero cogliere la palla al balzo per smettere da eroi. Dall'altra gli Heat di quello che sembra sempre di più essere un EX Big Three. Quasi tutti i giocatori in rosa hanno il contratto a scadere dopo questa notte ed inizieranno a guardarsi intorno. Se fino a qualche settimana fa il destino di James e Bosh sembrava essere ancora vividamente ancorato a South Beach, ora i dubbi sono molti e leciti.

L'estate che avanza ci chiarificherà senza dubbio tutto quanto, ma per stanotte godiamoci il primo titolo Nba della storia vinto da un giocatore italiano, certamente tutt'altro che protagonista, ma coraggioso e determinato.