Solamente ventiquattro mesi fa, i Charlotte Bobcats terminavano la peggior Regular Season della storia della Nba, coprendo di ridicolo il loro nome e, soprattutto, quello dell'owner Micheal Jordan

Dopo una successiva stagione di alti e bassi, ecco che, grazie all'acquisto di Al Jefferson ed alla crescita di Micheal Kidd-Gilchrist e Josh McRoberts, i Bobcats raggiungono i Playoff, centrando addirittura la settima posizione.

Per loro sfortuna tale traguardo non significa altro che affrontare i Miami Heat al primo turno: 4-0 tutti a casa, ma a testa altissima.

Gli Hornets, freschi di nuovo nome, entrano nell'estate in cui ci troviamo con il piglio giusto, determinati ad introdurre un ulteriore tassello al proprio quintetto: una shooting guard d'imprevedibilità.

Una settimana fa ecco dunque l'offerta, accettata, per Gordon Hayward, profilo perfetto per tecnica, tattica ed età. Tuttavia la guarda dei Jazz è restricted costless agent e, senza neanche troppe sorprese, rimarrà poi in Utah a crescere in una squadra "liceale".

La società rimane tranquilla durante il weekend di follia, con tutto quello che è derivato dal ritorno di LeBron James a Cleveland, per poi piazzare il blitz nella nottata di martedì.

Incontro lampo, offerta "ragionevole" e firma sul contratto. 

Lance Stephenson rifiuta il rinnovo con Indiana da 44 milioni di dollari in 5 anni, per firmarne uno di pari livello salariale, anche se con scadenza triennale. Born Ready è la pedina perfetta che mancava allo scacchiere di Charlotte.

E non è finita qui. Dopo l'amnesty concessa a Carlos Boozer dai Chicago Bulls, gli Hornets sono favoriti alla sua acquisizione, per meno di 2 milioni di dollari l'anno, così come vuole il contratto minimo per un veterano. 

Con un quintetto formato da Kemba Walker e Lance Stephenson palla in mano, la fisicità di MKG e l'esperienza del duo Boozer Jefferson sotto entrambi i canestri, senza dimenticare la certezza di punti nelle mani di Gerald Henderson e la possible crescita di Zeller e Byiombo dalla panchina, gli uomini di Micheal Jordan possono davvero dire la loro nella Eastern Conference.

Indiana, data per favorita sino a ieri, si ritrova con un deficit importantissimo, al quale vanno sommati un'infinità di problemi di spogliatoio che difficilmente saranno stati risolti.

La mini-rifondazione dei Miami Heat e quella conseguente dei Cavs, assieme alle tante incognite sulla tenuta fisica di Rose e Gasol in quel di Chicago, fanno si che Charlotte possa essere considerata a tutti gli effetti una delle outsider della nuova stagione.