Il North Carolina è da sempre uno stato in cui la pallacanestro la fa da padrona; nonostante la costruzione negli ultimi anni di una buona franchigia di Football Americano, guidata da uno degli astri nascenti più luminosi del panorama dello sport più seguito negli States, quel Cam Newton vincitore dell’ Heisman Trophy (miglior giocatore della NCAA) nel 2010, il basket ha sempre avuto un ruolo di primo livello per gli sportivi dell’Old North State. La tradizione cestistica dello stato ha radici profonde e deriva dalla presenza sul suo territorio di due degli atenei più prestigiosi della nazione, North Carolina e Duke, che hanno sempre deliziato gli appassionati di pallacanestro potendo contare nelle loro squadre su talenti del calibro di Michael Jordan, Rasheed Wallace, James Worthy, Grant Hill, Kyrie Irving e, di recente, della seconda scelta dell’ultimo Draft NBA Jabari Parker, accasatosi ai Milwaukee Bucks.

Nonostante la grande tradizione, la NBA approda in North Carolina solo nel 1988, anno in cui vengono fondati i Charlotte Hornets. Dopo i primi tre anni di "studio", in cui la franchigia vince in totale solo 65 partite, dalla stagione 1991-1992 la musica comincia a cambiare, grazie alla sorte, che conferisce alla squadra della Carolina del Nord la prima scelta del draft 1991 e la seconda di quello del 1992, che vengono usate per ingaggiare Larry Johnson (Rookie of the Year '92) da UNLV e Alonzo Mourning da Georgetown, che nella sua stagione da esordiente mette insieme numeri stratosferici (21 punti e 10 rimbalzi di media a partita), che consentono agli Hornets di raggiungere per la prima volta nella loro storia i Playoff. Al primo turno incontrano i Boston Celtics di McHale, Parish e Rick Fox, che vengono sconfitti in quattro partite (3-1 nella serie), con l'ultima gara al Boston Garden che viene decisa da un Buzzer Beater del solito Mourning, che realizza l'ultimo canestro dell'incontro (33 punti a fine match, a cui vanno aggiunte 6 stoppate) nonostante l'ottima difesa di Xavier McDaniel.


Al secondo turno Charlotte incontra sulla propria strada i Knicks di Pat Riley, che chiudono la serie in cinque partite, guidati da uno strepitoso Ewing (attuale Associate Head Coach proprio degli Hornets), che chiuderà i suoi playoff a 24 punti e 11 rimbalzi di media a partita, vedendo interrompere la sua corsa al titolo in finale di Conference, dove viene battuto dai Bulls di Michael Jordan (attuale presidente degli Hornets).

L'anno successivo, complice un infortunio che tiene lontano dal parquet Larry Johnson per 31 incontri, Charlotte vince solo 41 partite, rimanendo fuori dai Playoff.

Nella stagione 1994-1995 gli Hornets tornano a qualificarsi per la post-season, dove, tuttavia, incontrano di nuovo i Bulls di Jordan, che li eliminano con un secco 4-0. A fine stagione la dirigenza della squadra decide che è arrivato il momento di cambiare qualcosa nel quintetto titolare (anche a causa del fatto che Johnson e Mourning non ne volevano più sapere di giocare insieme) e a farne le spese inizialmente è proprio Alonzo Mourning, che con le sue giocate aveva trascinato Charlotte per due volte ai Playoff, mandato ai Miami Heat per ottenere Glen Rice, giocatore dal fenomenale passato collegiale (miglior marcatore all time dell'Università del Michigan e campione NCAA nel 1989).

Dopo una stagione nella norma (41-41) gli Hornets decidono di affiancare a Rice un supporting cast diverso rispetto al recente passato, mandando via Johnson e l'appena scelto Kobe Bryant, per acquisire Anthony Mason e il centro Vlade Divac. Nell'immediato si vedono i frutti del lavoro della dirigenza (che sarà per sempre sotto accusa per aver venduto Bryant senza fargli giocare nemmeno una singola partita con la canotta biancoblu), con Charlotte che vince 105 partite in due anni e si qualifica in entrambe le stagioni per i playoff, dove viene regolata prima dai Knicks con un sonoro 3-0 nel round iniziale del 1997 e l'anno successivo al secondo turno dai Bulls del solito Jordan per 4 a 1. La nota più positiva di quelle stagioni è la vittoria del premio di MVP dell'All-Star Game 1997 conseguita da Glen Rice, che in quel match stabilisce anche il record di punti in un quarto di gioco nella partita delle stelle (20 punti).

Nel 1999 la dirigenza cambia ancora parte del roster, cedendo Rice ai Lakers per acquisire i diritti su Eddie Jones, e sceglie al Draft Baron Davis da UCLA. La squadra ,tuttavia, viene scossa da una grandissima tragedia: la mattina del 12 gennaio 2000, dopo un allenamento mattutino, muore in un incidente stradale Bobby Phills, giocatore da 13,6 punti a partita nella stagione in corso, grande difensore (indicato da Jordan come uno dei cinque più forti ad averlo marcato) e mentore del giovane Davis. Nonostante lo shock il team riesce a fare gruppo e si qualifica per i playoff per tre stagioni consecutive, venendo trascinato proprio da Baron Davis, che cresce ogni anno di più, arrivando a mettere insieme cifre da All-Star (nella stagione 2000-2001 realizza 18 punti e 8,5 assist di media a partita). Allen Iverson, Ray Allen e Jason Kidd guidano in modo rispettivo 76ers, Bucks e Nets nello sconfiggere ai Playoff gli Hornets, che al termine della stagione 2002 si trasferiscono a New Orleans.

Nel 2004 il basket torna a Charlotte, con una nuova squadra, i Bobcats, che in dieci anni raggiungono solo due volte i playoff, di cui l'ultima l'anno scorso, quando il team trascinato nella regular season da Kemba Walker e Al Jefferson viene eliminato dai campioni della Eastern Conference dei Miami Heat con il risultato di 4 a 0.

Durante l'ultima estate la dirigenza degli Hornets si è mossa molto bene e ha consegnato nelle mani di Steve Clifford, alla seconda stagione da capo-allenatore NBA dopo le esperienze come vice con Knicks, Rockets, Magic e Lakers in qualità di esperto della fase difensiva, una squadra di alto livello, che in questa stagione ha come obiettivi principali la qualificazione alla post-season e il superamento del primo turno di Playoff. I giocatori di maggior livello che hanno "portato i loro talenti" a Charlotte sono Lance Stephenson (ex Indiana Pacers), Marvin Williams (ex Utah Jazz) e Noah Vonleh (scelto al Draft 2014 e proveniente dagli Indiana Hoosiers).

La stella della squadra è proprio il nuovo arrivato Lance Stephenson, giocatore che negli ultimi due anni ha dimostrato di essere un "top player" anche in NBA, dopo una eccellente carriera liceale, che lo aveva visto realizzare il record all-time di punti delle High School di New York, battendo in questa speciale classifica giocatori del calibro di Stephon Marbury, Sebastian Telfair e del grande Kareem Abdul-Jabbar. Stephenson ha chiuso l'ultima stagione ai Pacers con 13,8 punti, 7,2 rimbalzi e 4,6 assist di media a partita, mettendo a referto anche 5 triple doppie (nessuno come lui nella lega quest'anno) e arrivando secondo nella classifica riservata ai giocatori con il maggior miglioramento rispetto alla stagione precedente, venendo battuto solo da Goran Dragic dei Suns.

Il quintetto base degli Hornets dovrebbe essere composto da Kemba Walker (campione NCAA con Connecticut nel 2011), Lance Stephenson, Michael Kidd-Gilchrist (campione NCAA con Kentucky nel 2012), Marvin Williams (campione NCAA con North Carolina nel 2005) e Al Jefferson (All-NBA third team 2014). Questi 5 giocatori (affiancati dai vari Vonleh, Zeller, Neal etc..) avranno il compito di migliorare il record della scorsa stagione (43-39) e di riportare Charlotte al secondo turno di playoff dopo dodici anni di assenza, un periodo troppo lungo per una franchigia che come presidente ha il GOAT del basket NBA, Michael Jordan.