I Brooklyn Nets si apprestano ad iniziare la stagione 2014-15 con il roster più pagato del'intera NBA per il secondo anno consecutivo. Con alcune cessioni piuttosto significative, la franchigia newyorchese spera di migliorare i successi ottenuti da quando si è trasferita in quel di Brooklyn.

I PRIMI ANNI - La franchigia vede la luce nel 1967 all'interno della ABA (American basketball association) con il nome di New Jersey Americans. Dopo il primo anno la squadra cambia nome in New York Nets e si trasferisce a Long Island: nel roster è presente un certo Julius "Doctor J" Erving che porta alla vittoria di ben due titoli. Nel '76, dopo la fusione tra ABA e NBA, i Nets sono costretti a vendere Doctor J per permettersi l'ingresso, finendo la prima annata con un 22-60. Dopo anni di alti e bassi, gli arrivi di Derrick Coleman e Kenny Anderson, oltre allo scambio che segnò l'arrivo di Dražen Petrović, e la guida in panchina di Chuck Daly sembrarono sancire l'inizio di un nuovo periodo nella storia dei Nets, ma i continui infortuni di Anderson e l'improvvisa morte di Petrović in un incidente automobilistico in Germania ribadirono ancora una volta le difficoltà della squadra ad uscire da una spirale negativa. Nel corso della stagione 1995-1996 venne chiamato alla guida della squadra John Calipari che, grazie alla scelta di Kerry Kittles e agli arrivi di Sam Cassell, di Keith Van Horn (dal draft NBA 1997) e di Lucious Harris, oltre che all'esplosione di Jayson Williams, ottenne due stagioni di buon livello per i Nets con la qualificazione ai Playoff 1998, poi persi contro i Chicago Bulls.

GLI ANNI 2000 E LA RICOSTRUZIONE - Nel 2000 i Nets scelgono al draft Kenyon Martin che andrà ad affiancarsi a Stephon Marbury e Keith Van Horn. Nel draft NBA 2001 arrivarono Richard Jefferson, Jason Collins e Brandon Armstrong, oltre che Brian Scalabrine, e soprattutto Jason Kidd, in cambio di un sempre più ingestibile Marbury. La stagione 2001-2002 fu trionfale per i Nets, con il miglior record nella loro storia (52-30), la vittoria dell'NBA Atlantic Division prima e della NBA Eastern Conference poi, sconfiggendo Indiana Pacers, Charlotte Hornets e Boston Celtics, prima di soccombere in finale allo strapotere dei Lakers di Kobe e Shaq. Nell'estate del 2004 Kerry Kittles e Kenyon Martin, vennero ceduti rispettivamente ai Los Angeles Clippers e ai Denver Nuggets,mentre nel febbraio 2008 Jason Kidd, Malik Allen, e Antoine Wright furono ceduti ai Dallas Mavericks in cambio di Devin Harris, Keith Van Horn, Maurice Ager, DeSagana Diop, Trenton Hassell e di due prime scelte. Il 24 settembre 2009, Mikhail Prokhorov, secondo uomo più ricco di Russia secondo Forbes, diviene il primo proprietario non statunitense di una franchigia NBA. Per volere del comproprietario del club Jay-Z, a partire dall'aprile 2012 i New Jersey Nets vengono ufficialmente trasferiti a Brooklyn, cambiando pertanto denominazione in Brooklyn Nets. I colori ufficiali mutano in bianco e nero e l'impianto di gioco delle partite interne è il Barclays Center di Brooklyn.

STARTING FIVE - PM: Deron Williams - G: Joe Johnson - AP: Andrei Kirilenko - AG: Kevin Garnett - C: Brook Loprez.

Dopo la stagione 13/14, andata non propriamente come si pensava, i Nets ripartono con aspettative minori ma sempre con tanto talento a disposizione nel roster. Kevin Garnett e Andrei Kirilenko non sono più dei giovincelli ma apportano sicuramente un concreto sostegno difensivo alla squadra. KG è ancora un ottimo coordinatore difensivo e con lui in campo Brooklyn è una squadra diversa difensivamente parlando. Brook Lopez è tornato, finalmente, da un lungo e agognato periodo di stop: il centro è decisamente migliorato e, nonostante molti lo considerino ancora lento, al fianco di Joe Johnson e Deron Williams compone un fronte d'assalto tra i primi di tutta la NBA. Il centro dei Nets difensivamente può essere decisivo quando bisogna proteggere il pitturato e con la sua imponente stazza mette i fronti offensivi avversari in difficoltà quando devono cercare tiri facili. Deron Williams è chiaramente il top-playmaker della squadra, anche se nella passata stagione i numeri non son stati dalla sua parte, ben lontani dai 12,8 assist della fetta di stagione 2010/11 giocata con i Nets, ma il ritorno del suo bersaglio, il sopracitato Lopez, aiuterà anche D-Will a fare bene. Tra le seconde linee si è fatto vedere positivamente l'anno scorso Mirza Teletovic, che può essere un'arma d'attacco molto dinamica capace di aprire il campo e sparare triple decisive. Infine Mason Plumlee, il giovane nella scorsa stagione ha aiutato i Nets a cambiare rotta: con una medaglia d'oro al collo dal campionato del mondo FIBA di quest'estate, Plumlee inizierà questa stagione con qualche aspettativa in più e con molti più occhi addosso visto quanto di positivo ha mostrato.

LA STAR: JOE JOHNSON - Senza alcun dubbio JJ non è solo il "clutch player" dei Nets, ma di tutta l'intera lega. Kevin Garnett lo ha battezzato "Joe Jesus" nella scorsa stagione quando con i suoi tiri nei secondi finali decise alcuni importanti match. Sicuramente non lo stesso giocatore che era ad Atlanta, Johnson ha maturato una visione di gioco molto più globale diventando uno scorer decisamente più efficiente. Senza Paul Pierce, Johnson sarà più sotto pressione per quanto riguarda la parte offensiva, ma con Jarrett Jack a sostegno, JJ potrebbe essere in grado di concentrarsi solo a segnare e a continuare ad essere il giocatore più consistente dei Nets.

I NUOVI ACQUISTI - Brooklyn ha scambiato Marcus Thornton e Shaun Livingston per Jarrett Jack. L'ex play di Portland (tra le altre) ha caratteristiche differenti rispetto ad entrambi, ma con Alan Anderson a ricoprire il ruolo di shooting guard, i Nets potrebbero non sentire troppo la mancaza della difesa di Livingston. Brooklyn ha così guadagnato un altro "generale" che sa correre e attaccare, se dovesse mancare Williams. L'altra new entry è Bojan Bogdanovic: molti sostengono che il croato (ammirato quest'estate ai mondiali di basket) potrà avere un forte impatto nella lega, ma bisognerà vedere come si approccerà ad un tipo di basket molto diverso da quello al quale è stato abituato. Due parole vanno spese anche a favore di Markel Brown scelto al draft dai Minnesota Timberwolves al numero 44 e poi acquistato dai Nets, giocatore di grande impatto fisico capace di potenti e spettacolari schiacciate, buona corsa e una discreta attitudine al tiro in sospensione. Dalla panchina il giovane proveniente da Oklahoma State promette di dare un solido contributo.

IL COACH: LIONEL HOLLINS - Hollins è il vero nuovo acquisto di questi Nets, in arrivo dai Memphis Grizzlies. LH diventa così il quarto coach a sedere sulla panchina di Brooklyn in meno di due anni. La squadra ha bisogno di ritrovare la sua identità e se c'è qualcuno che può farlo quello è Hollins. Da giocatore NBA fu due volte nel quintetto difensivo dell'anno e da coach ha allenato i Memphis Grizzlies nei migliori anni della franchigia. Ciò gli è stato possibile studiando i suoi giocatori e utilizzando un metodo che traeva beneficio dalle caratteristiche di ognuno di loro: questo è esattamente quello che ha dichiarato di fare a Brooklyn. Hollins è senza dubbio un coach molto esperto e con la giusta personalità per eccellere in una piazza come quella di New York.

DOVE SI VA? - Anche con le perdite di Pierce, Livingston e Blatche, i Nets rimangono una squadra con un roster profondo. Il talento non è mai mancato in questo gruppo, mancano invece un'identità e la giusta intesa. Con coach Lionel Hollins, Brooklyn spera di mimare il successo dei Memphis Grizzlies, magistralmente guidati ad un record di 183-129 nelle quattro stagioni di permanenza come head coach. A far ben sperare tutto il popolo Nets ci sono gli innegabili miglioramenti di Mason Plumlee, in virtù dell'estate passata con la nazionale USA. Lopez e Garnett sono due pedine solide sulle quali poter fare rotazione. Kirilenko e Teletovic sono due jolly versatili e di spessore, Johnson continua a ingannare le leggi dell'età e quest'anno avrà Bojan Bogdanovic e Sergey Karasev come supporto. Con Deron Williams, Joe Johnson, Brook Lopez, Jarrett Jack e un impressionante gruppo di giovani talenti, i Nets hanno abbastanza per competere ad Est. Se Brooklyn sarà capace di vincere la propria division e pescare Charlotte o magari Washington al primo turno le possibilità di proseguire saranno di sicuro alte. Ad est lo scenario è cambiato e oltre ai Chicago Bulls ci sono anche i nuovi Cleveland Cavaliers con cui fare i conti, la strada è tutta in salita, ma i mezzi non mancano e poi come ha sempre detto Kevin Garnett: "Anything is possible".

Nel video i momenti chiave della passata stagione dei Nets: