Per dimenticare ciò che fatto LeBron James alla Triple A probabilmente ci vorranno due-tre anni abbondanti. Fare a meno di lui è un processo che i tifosi probabilmente cominceranno in questi giorni. La squadra, i Miami Heat, l'hacominciato a metà estate, quando il roster è stato ricostruito. L'altra notte il protocollo non è stato intaccato e i Miami Heat sono scesi col piede giusto dal letto dopo aver perso il #6. Battuti, all'American Airlines Arena, i Washington Wizards con il risultato di 107-95.

Senza James, Miami si è affidata a Bosh maxandolo. Oggi CB1 ha confermato i sussurri degli ultimi anni: lui è un giocatore di livello ma con James a governare, il suo compito era quello di starsene buono a difendere sotto canestro e quello di allargarsi sul perimetro e buttarla qualche volta dentro con la tripla. Senza James, l'anno scorso Bosh fu protagonista della vittoria al cardiopalma a Portland. Oggi ha confermato che probabilmente lui senza James, almeno offensivamente gioca meglio. Chiude con 26 punti, 15 rimbalzi (16° volta in carriera con almeno 26 pt ed almeno 15 rimbalzi, la prima in canotta Heat) ed il 50% al tiro . In un solo momento della gara Bosh scompare dai radar, nel terzo quarto, quando ci ha pensato Norris Cole, da quest'anno point-guard titolare, a trascinare i suoi. Norris, che chiuderà con 23 punti enormi nell'economia del gioco (a conti fatti ha messo a referto il bottino che cercava padrone dalla dipartita di LBJ), 3 rimbalzi, 2 assist ed una difesa su John Wall che è andata in crescendo, nonostante la doppia doppia (16 pt - 11 rimbalzi) di quest'ultimo. Per Cole career-high ed autostima che monta a palla, dopo aver relegato Chalmers al ruolo di back-up di Wade.

Sono stati principalmente loro due, Cole e Bosh (che addirittura pareggia la media punti-rimbalzi-assist dell'anno scorso dopo appena due quarti), a tenere in piedi Miami se è vero che Wade era stato piuttosto silenzioso nei primi tre quarti per poi alzare le voce nel finale di gara, quando ha chiuso i conti cacciando più volte via i Wizards che cercavano di riaccorciare nel 4° quarto (vedi corsa di 8-0 con Washington a -2). Una partita tutto sommato equilibrata, fatta di parziali e che nelle prime battute sembrava pendere verso Washington, abile a sfruttare al meglio l'asse Wall-Gortat ed a trarre vantaggio da un Gooden (titolare per l'assenza di Nené, squalificato) più volte smarcato. Anche Pierce, nuova addizione dei capitolini, aveva portato il suo prodotto con 7 dei 13 punti iniziali di Washington firmati dalla sua penna.

Dopo un primo quarto obiettivamente giocato solo da Bosh per Miami - che continuamente cercava la via del tiro da tre (ad un certo punto su 39 tiri tentati 15 erano triple) e puntualmente errava (Shawne Williams impreciso, arriverà all'inizio del terzo quarto con 0/7 al tiro) - , il secondo quarto è cominciato con un parziale di 6-0 che ha rimesso le cose in parità. Qualche apprensione per i tifosi di Miami che vedono prima Deng nel primo quarto e poi Wade nel terzo tornare negli spogliatoi per due acciacchi risolti in fretta. Ma la gara non si accende e può fare a meno di qualche top-player: gli attacchi hanno poco smalto e sono sempre gli stessi a sommare punti. La miccia che consente a Miami di infuocare la Triple A e cominciare a scappare nel quarto quarto (fino ad allora era stato tutto in equilibrio) è un poster di Ennis che vola a canestro in contropiede e schiaccia ottenendo anche il plus one nel visibilio di South Beach (il vidoe sotto). Miami monta a +7 e non scenderà più giù, grazie al lay-up di Napier ed alle triple (che finalmente entrano) di Wade, Bosh, Cole e Chalmers, ben adattatosi al ruolo di riserva.

"Non è colpa dell'attacco ma della difesa: non abbiamo mai difeso il palleggio stasera"

Washington poco convincente, con buchi difensivi nel finale sopratutto sugli esterni, dove Temple aveva dominato difensivamente fino a poco prima. Vero è che oltre a mancare Nené, nella casella degli assenti c'erano anche Blair e Beal ma certe amnesie non possono essere concesse. Randy Wittman, coach dei Wizards, conferma: "La colpa non è stata dell'attaco ma della difesa: non abbiamo mai difeso il palleggio stasera". Un brutto cambio di marcia dopo che i Wizards erano giunti nel primo terzo della speciale classifica per percentuale dei tiri avversari nel quarto quarto l'anno scorso: oggi hanno concesso a Miami di tirare con oltre il 60% nel 4° quarto lasciando via libera al 35-25 finale del quarto periodo. Prosegue per loro la maledizione del debutto: è dal 2009 che i Wiz al debutto non scrivono W.

Questi i tabellini della gara:

Qui le statistiche principali della gara:

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About the author
Antonello Angelillo
Giornalista di calcio e basket NBA. Adoro scrivere di moduli, giocatori, cambi e tabellini in generale. Amante del calcio inglese, dell'Inter e simpatizzante del Real Madrid.