I Los Angeles Lakers escono dalla Philips Arena di Atlanta con un’inaspettata ma meritata vittoria. Conducono praticamente per tutta l’intera gara e, grazie al parziale costruito nel primo tempo, gestiscono il gap fino alle ultime battute, dove Bryant si mette in isolamento e chiude l’opera. Nella prima vittoria stagionale esterna (seconda stagionale), contribuiscono finalmente Lin e Boozer, protagonisti con 20 e 15 punti, ed il redivivo Nick Young che bagna l’esordio stagionale con un’ottima prova e 17 punti in 27 minuti. Agli Atlanta Hawks non è sufficiente Millsap, 29 punti; gli Hawks pagano troppa imprecisione nei momenti clou della rimonta nell’ultimo periodo ed una difesa troppo ballerina nell’arco di tutta la durata della gara.

Inizio subito scoppiettante, con Millsap che risponde pan per focaccia a tutte le iniziative giallo viola di Lin, Boozer e del solito Kobe che sembra più sornione rispetto al solito, intento ad aspettare il momento giusto per piazzare la zampata. Nel 18-15 iniziale sono 13 i punti dell’ala dei padroni di casa (di Horford gli altri due), mentre nei Lakers Scott trova buone risposte da Lin (7) e Boozer (4). Kobe ne aggiunge 7 con 3 tiri dal campo, ai quali aggiunge anche due assist per i compagni. Dopo l’infortunio si rivede anche Nick Young, e il suo impatto dalla panchina si nota subito: ai Lakers in questo inizio campionato è mancato, tra le altre cose, qualcuno che desse la carica subentrando dalla panchina. Le difese sono molto ballerine, si corre molto e gli Hawks fanno molta fatica a trovare la via del canestro, con il quintetto titolare come con gli ingressi dalla panchina. Altri 4 di Kobe ed una tripla sulla sirena di Young, mandano i Lakers al primo riposo sul +11 (31-20).

Los Angeles, spinta anche dal vantaggio, prova ad alzare il ritmo anche in difesa, ma subisce le triple di Mack e Scott che sembrano far tornare in partita pubblico ed uomini di casa. Il ritorno in campo di Kobe segna il secondo parziale Lakers: i giallo viola tirano con il 61% dal campo nei primi due quarti, sbagliando poco, nelle scelte come nell’esecuzione dei giochi, non forzando mai al tiro e perdendo pochissimi palloni (una rarità per queste prime gare). Teague cerca di mettersi in partita con 8 punti nel quarto, ma spesso forza e perde lucidità; Sefolosha è impegnato più in difesa su Kobe (con scarsi risultati) che a dare spaziature giuste in attacco; Korver è stranamente falloso al tiro, così come Mike Scott. 6 di Boozer in un lampo e 7 di Bryant chiusi con una tripla da distanza siderale regalano agli ospiti il massimo vantaggio sul +17 (65-48). Ancora Millsap ricuce lo strappo con un appoggio facile ed una schiacciata, chiudendo il primo tempo sul 19 pari la sua sfida personale con il Mamba.

Gli Hawks tornano in campo intenti a ricucire subito lo strappo e giocano anche più di squadra rispetto al primo tempo: 12-0 con 4 di Teague e Sefolosha, 2 a testa per la coppia di lunghi che sembra anche padrona del pitturato in difesa. Atlanta sembra finalmente padrona della gara e del suo destino, mentre negli ospiti iniziano ad affiorare quei problemi visti nelle scorse gare: mancanza di circolazione di palla e banali palle perse. Jordan Hill interrompe l’emorragia mettendone 10 in 3 minuti, trascinando i Lakers di nuovo avanti nel punteggio. Boozer (20 e 10 rimbalzi a fine gara) è finalmente incisivo in difesa, nell’uno contro uno ed a rimbalzo, come in attacco dove Millsap non lo tiene.  Le percentuali scadenti dall’arco di Atlanta non permette alla squadra di Budenholzer di sorpassare i Lakers ed allungare: Scott e Antic litigano con il ferro, dalla distanza come da sotto (5-20 dal campo e 1-8 da tre in due). Ancora un canestro di Hill, go to guy nel terzo quarto con 12 punti personali, ed ancora una tripla di Nick Young a fine periodo, sanciscono il vantaggio di 8 lunghezze con i quali gli ospiti entrano nell’ultimo periodo.

Los Angeles sembra più tranquilla, mentalmente soprattutto, rispetto alle ultime uscite, dove spesso la frenesia di recuperare nel punteggio portava a forzature in attacco ed amnesie difensive che risultavano decisive. L’ultimo periodo si divide in due minifrazioni da 6 minuti: nel primo c’è il ritorno degli Hawks, che si fanno sotto fino al -3, con Korver, Teague ed Horford che cuciono lo strappo di fine terzo quarto; nel secondo, c’è lo show del closer per eccellenza: Kobe si prende i Lakers sulle spalle e con 9 punti di fila manda gli Hawks ad un passo dalla sconfitta. I 4 minuti che vanno dal 42’ al 46’ sono uno spettacolo personale del numero 24: costantemente in isolamento offensivo, due fade away in faccia a Sefolosha e Teague che provano invano il raddoppio; un gancio cielo mancino in testa ad Al Horford da cineteca ed un fallo e canestro per mettere la ciliegina sulla torta al suo show personale. Millsap e Teague provano a rispondere al Mamba, ma nei minuti finali, Millsap sbaglia quello che non aveva sbagliato nei precedenti 32 minuti sul campo: un tiro da tre aperto e due liberi sanguinosi (saranno 3 gli errori fatali agli Hawks dalla lunetta). Inoltre, Hill recupera un rimbalzo in attacco proprio su Millsap che regala ai Lakers un vantaggio di tre punti a pochi secondi dalla fine. I padroni di casa avrebbero l’ultima possibilità con 2 secondi sul cronometro, ma Antic (0/3 fino a quel momento) spara lungo.

I Lakers passano meritatamente alla Philips Arena e, quantomeno, infondendo un po’ di fiducia alla squadra in vista delle prossime gare. La seconda vittoria stagionale è sicuramente importante, ma fa da cornice all’evento della serata: Kobe Bryant supera quota 32000 punti in carriera, confermandosi sempre più alla caccia del terzo posto occupato da Michael Jordan (32.292). Kobe a fine gara commenta: “E’ un duro lavoro, durato 19 anni, ma sono contento per questo traguardo”. Conoscendolo si sa, però, che il suo obiettivo resta un altro, e continuerà a guardare sempre avanti per raggiungerlo. “E’ una vittoria importante, è stata dura, ma è sempre bello vincere” ha chiuso. Korver (8 con 2/5 da tre) ha invece dichiarato: “Le partite non si vincono nel primo quarto, ma si possono vincere nel quarto periodo. Sicuramente dobbiamo partire meglio, ma bisogna anche dare più energia nei momenti decisivi della gara, ed è lì dove abbiamo sbagliato”. Antic, invece, ha glissato sul tiro sulla sirena che poteva dare l’overtime ad Atlanta: “Era un tiro aperto facile, spesso li segno, ma è andata male”.

I Lakers sono attesi da una doppia trasferta ad ovest, prima ad Houston, poi a Dallas. Non certo due delle più facili trasferte della intera Nba, mentre gli Hawks cercheranno il riscatto a partire da venerdì quando riceveranno i Pistons.