E infine Chris Sheridan lanciò la bomba: “Tom Thibodeau è a rischio esonero”!

Che la situazione in casa Bulls non fosse delle migliori era comprensibile e facilmente intuibile: data da tutti, insieme ai Cleveland Cavalers, come grande favorita della Eastern Conference, Chicago sta invece deludendo le aspettative e dopo una discreta partenza sta lentamente perdendosi per strada e il parziale di 4-6 nelle ultime 10 partite ne è la conferma.

Con il ritorno di Derrick Rose e l’arrivo nell’Illinois di un giocatore del calibro di Pau Gasol, senza contare l’esplosione di Jimmy Butler, i Bulls possono contare (almeno sulla carta) sul roster più competitivo che abbiano avuto in questi ultimi anni. Ma, come dice un famoso proverbio, tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare e tradurre sul campo quello che dice la carta può essere più complicato del previsto.

A venirci in aiuto sono le statistiche. Partiamo dal reparto più in difficoltà, cioè quello difensivo.

Fino allo scorso anno Chicago era considerata come la squadra difensiva per eccellenza: con l’assenza del #1 per 2 anni consecutivi, i tori si sono guadagnati in entrambe le stagioni l’accesso ai play-off grazie ad una solidissima difesa guidata da uno straordinario Joakim Noah.

Quest’anno però le cose non stanno andando per il verso giusto e le difficoltà in difesa vanno di pari passo con quelle del suo uomo simbolo, quel Noah che se prima dominava il pitturato ora trova difficoltà nell’esprimersi ad alti livelli.

Alcuni hanno provato a giustificare il tutto con l’avvento di Pau Gasol, che ha modificato alcuni elementi del sistema di gioco di coah Thibodeau, portando un maggior contributo in attacco ma modificando anche alcuni meccanismi in difesa.

Ed arriviamo quindi a Tom Thibodeau e all’indiscrezione di Sheridan (non nuovo a lanciare scoop del genere, come quello del ritorno di LeBron ai Cavs).

Secondo l’esperto giornalista statunitense l’head coach dei Chicago Bulls avrebbe perso il controllo dello spogliatoio e le recenti dichiarazioni di Derrick Rose, che parla sempre molto poco con la stampa, rappresenterebbero una prova evidente.

A conferma ulteriore di tale ipotesi ci sarebbe anche ciò che è avvenuto il giorno successivo alla brutta sconfitta contro i Cleveland Cavaliers.

Previsto inizialmente come giorno di riposo (day off), il "sergente di ferro" avrebbe chiamato a raccolta la squadra per un allenamento “punitivo”, accettato da alcuni giocatori ma criticato apertamente da altri (come Pau Gasol) che avrebbero sottolineato l’importanza per ogni giocatore di dare riposo ai propri muscoli. Il tutto si sarebbe quindi concluso con una via di mezzo, rappresentata da una riunione tecnica prima del “liberi tutti”.

Quel “ Thibodeau on hot seat” con cui Sheridan ha aperto il suo pezzo sembrerebbe ampiamente giustificato ed è quindi ovvio che le prossime partite rappresentano una specie di ultima spiaggia per l’allenatore, il quale però oltre a non godere di un ottimo feeling con la dirigenza non potrà neanche fare affidamento su un calendario soft, dato che ad attenderlo ci sono Spurs, Mavericks, Heat, Rockets, Warriors e prima della pausa per l’ASG di nuovo Cavaliers.

Per uscire da questo brutto momento servirà dunque la proverbiale grinta che ha caratterizzato la squadra negli anni passati e ed è evidente che i Bulls si trovano di fronte al momento più importante della stagione: o risorgono tutti insieme o ad attenderli ci potrebbe essere l’inferno.