Quando si va a Los Angeles la prima sensazione che si prova è di essere infinitamente piccoli rispetto a tanta grandezza. Questo è l'aspetto che più si è perso in ambito sportivo nella città californiana. Il popolo losangelino di sponda giallo-viola è come se si fosse arreso, come se i tempi delle vittorie e dei trofei fossero passati e non potessero più tornare. Una nobile e gloriosa franchigia che anno dopo anno si frantuma e cade in pezzi.

Ma è proprio questo il momento di rialzarsi in piedi e ricominciare a costruire qualcosa che faccia riappassionare tutti i tifosi dei Lakers e che riporti questa città e questa squadra dove merita di essere, cioè in vetta alla Lega.

Questo che si sta svolgendo è il quarto anno consecutivo in cui i gialloviola falliscono, attestandosi nei bassifondi della classifica e sperando in quell'ultima posizione che possa permettere loro di firmare qualche buon giovane dal quale ripartire. Questo però accade da troppo tempo e finora ha portato risultati disastrosi.

Quest'anno la dirigenza ha provato a dare una svolta affiancando alla leggenda Bryant giocatori del calibro di Lin Boozer per tornare ad essere competitivi ma l'effetto che si è sviluppato è stato esattamente opposto.

La franchigia staziona al 14esimo posto con un record di 12-34. Chi ha visto e vissuto i tempi del giovane Black Mamba, di Shaq O'Neal o di Magic Johnson, ora avrebbe i brividi.

Per quanto si può fare ancora affidamento sullo stoico Kobe? Non è forse il momento di radere tutto al suolo e cominciare a costruire un grattacielo dalle fondamenta ben solide?

Ormai i tifosi vedono ogni partita come una tortura. Bisogna capire che non si può continuare a sperare che ogni anno vada meglio senza avere un progetto.

A confermare questo periodo negativo ci sono i numeri: 43.5% FG 34.6% 3P. Non ci sarebbe neanche il bisogno di dirlo ma l'unico a salvarsi è il n. 24 che guida la squadra con 22.3 ppg 5.6 apg.

Guardando questi numeri, le domande sorgono spontanee: quando è cominciata questa crisi? Perchè si è avuta? Di chi è la colpa? La risposta è una sola: è finita un'era. Il ciclo vincente e di grandi giocatori si è chiuso. Avviene in ogni cosa, in ogni sport, in ogni squadra.

La differenza però rispetto a qualsiasi altri situazione simile è che qui c'è il rischio di perdere tutto, di rassegnarsi mettendo addirittura da parte l'orgoglio di tifare o appartenere ad una delle più grandi società cestistiche che il mondo abbia mai visto.

Allora la domanda giusta che i Lakers devono porsi è: come si esce da questa crisi? Si esce stando compatti, tutti uniti, senza arrendersi o mollare, bisogna capire che si può rinascere ed essere più forti di prima.