A guardare le prestazioni titaniche di Curry, Harden, James e Westbrook sembrerebbe che nella Lega non manchi proprio niente e nessuno. Loro sono i “fantascientifici quattro” che mirano al meglio, con vista sul titolo di MVP della regular season divertendosi e facendo divertire. Eppure nella festa del massimo parquet statunitense si contano due assenze pesanti. Gli invitati disertori (non per scelta loro) rispondono al nome di Paul George e Kevin Durant. La loro stagione 2014/2015 non è mai entrata nel vivo, si è alimentata sulle vaghe speranze di rientro, su timeline di recupero fallaci e soprattutto sulla dolorosa condizione di esclusi. Due leoni in gabbia, feriti dagli stessi ostacoli e dall’insaziabile smania di tornare dove meritano.

STRADA FACENDO - L’annata del californiano dei Pacers si è arenata ai blocchi di partenza. E' il 1° agosto, George che lavora in preparazione dell’imminente Mondiale di Spagna con il resto della Selezione Americana a Las Vegas, vede frenare la sua carriera in un test amichevole, impattando malamente sulla base di sostegno del canestro. Rottura di tibia e perone della gamba destra e addio alla massima competizione cestistica (vinta poi dagli Usa) con notevoli ripercussioni sulla successiva avventura agli ordini di Frank Vogel. L'incidente comporta una nuova vita: niente più esercizi tattici ma enorme mole di lavoro in palestra, mentre tutori più o meno rigidi e stampelle lo accompagnano nel suo calvario. A fine febbraio le prime sedute d’allenamento con il resto della squadra, lontana dai livelli del campionato precedente ma verso la via del recupero, così come i rumors riferiscono su George, il suo uomo più prolifico nel 2013/2014. PG lavora duro, scalpita, fissa alla metà di marzo la discesa sul parquet, ma la condizione migliore si acquisisce solo con il tempo, purtroppo ancora non abbastanza. Coach Vogel lo ha sempre saputo, dando poca attenzione ai ragionamenti della stampa: “Tornerà quando sarà ok“ si limita a dire. Ed infatti il ritorno per stessa ammissione del cestista non avverrà in questa stagione: “ Sarebbe un sogno più che un miracolo, ma io mi sono sempre allenato pensando alla prossima season “ ha dichiarato il cestista qualche giorno fa in un impeto di razionalità. Per il dispiacere degli animi più romantici che sognavano un recupero con rientro in pompa magna ed invece potranno rifarsi solo ad agosto. Quando alla vigilia della preseason, il 25enne di Palmdale si presenterà a Las Vegas per un mini-camp con la Usa Basketball. “Io ci sarò – ha rassicurato George – appena mi sono infortunato ho subito detto alla Federazione che avrei voluto continuare a giocare con la Nazionale.“ Il numero 24 dei Pacers ripartirà dal Nevada e dal Thomas & Mack Center, rientrerà nell’arena che sette mesi fa lo ha spedito in purgatorio. Perché se è vero che la prima volta non si scorda mai, è sempre la seconda a fare più rumore. E questa volta saranno solo applausi.

REBUS DURANT - Kevin Durant è l’ MVP 2014, ma difficilmente quest’anno potrà nuovamente fare mostra delle sue qualità. Tutta colpa dell’infortunio al piede destro che ne sta limitando le prestazioni con il suo campionato iniziato in ritardo (esordio il 2 dicembre), a seguito dell’operazione chirurgica per la frattura di Jones effettuata durante la preseason. La conferenza stampa di venerdì, ha inserito il rientro del lungo di Washington in un turbine di dubbi e punti di domanda, mai veramente diradati nel corso del tempo. Sam Presti, GM dei Thunder, si è espresso senza mezzi termini parlando di una situazione fisica dell’atleta non in linea con quelle che erano le aspettative. “Abbiamo deciso di escludere Durant da qualsiasi attività legata al basket. Il suo stato di forma non è ancora al top. Rientro? Ritornerà quando si sentirà pronto, sia che dovesse essere nella regular season che nei playoff“. Per l’appunto la postseason, la cui qualificazione adesso è pressoché affidata al talento di Russell Westbrook, visto che coach Scott Brooks ha dovuto salutare anche Serge Ibaka, costretto all’intervento in artroscopia al ginocchio destro. La stella di Oklahoma è stata quindi dichiarata indisponibile a tempo indeterminato e nei prossimi giorni le sue condizioni verranno valutate da una serie di specialisti del settore. L’obiettivo è quello di stabilire un nuovo piano di recupero costruttivo ed efficace in grado di riconsegnare al più presto KD al basket giocato. Un binomio mai consolidatosi quest’anno, a causa sia dei due interventi al piede destro dell’atleta, che di una distorsione alla caviglia e ad una all’ alluce del piede. Le sole 27 gare disputate in questa annata (l’ultima il 19 febbraio con Dallas prima della seconda operazione) mettono in risalto l’infelice momento di Durant e rappresentano il punto più basso della sua vita ai Thunder. Un’esistenza con la canotta di Oklahoma che avrà nell’ offseason 2016 le ore contate. E che, complici gli ultimi limiti fisici, le voci di mercato vedrebbero interrompersi già nell' estate 2015 con la franchigia disposta a intavolare una trade per il suo rilascio sulla scia dell’affare Harden del 2012. “Non esiste alcuna possibilità. La considero ridicola - ha risposto Presti – Quello che rappresenta KD per noi è qualcosa che sfugge ad ogni paragone. Il suo contributo per sollevare e accrescere questa organizzazione è immisurabile. Rappresenta lo spirito ed i valori dei Thunder. Ciò che ha fatto e farà in futuro verrà ricordato a lungo.“ Per Slim Reaper il rinnovo di contratto pare essere l’ultimo dei problemi. Le sue capacità sono da troppo tempo prigioniere dei completi gessati con il quale è obbligato a seguire le sfide dei suoi compagni a bordo campo. Una sofferenza pura per un talento della sua portata. Ed anche il grande party Nba che può contare sulle pirotecniche prove dei quattro sopracitati sente comunque forte la mancanza di uno dei suoi mattatori per eccellenza.