Tutto facile per i San Antonio Spurs di Gregg Popovich, che nella notte Nba, in una delle tredici gare, asfaltano i malcapitati Oklahoma City Thunder. Dopo la bella vittoria di domenica sera in casa degli Atlanta Hawks di 20 che aveva stupito gran parte dell'America a spicchi, i nero-argento erano chiamati al riscatto dopo la brutta e pesante (in termini di punteggio meno, nella forma molto di più invece) sconfitta contro i Dallas Mavericks nel derby texano di ieri notte. Riscatto fu. San Antonio festeggia il ventinovesimo compleanno di Marco Belinelli con il season high in termini di punteggio: 130 a referto, con un 62% da tre punti da far impallidire chiunque.

Dalla parte opposta niente hanno potuto contrabbattere Westbrook e compagni, troppo rilassati in difesa e, semmai fosse possibile, in minor parte, appagati dal successo della sera prima contro i Lakers. Semplicemente, i Thunder di oggi hanno molte, troppe lacune per giocarsela alla pari con i Campioni in carica. Difesa blanda, attacco fin troppe volte scriteriato e con la mancanza di Durant e Ibaka che in queste partite si sente ancor maggiormente.

Parker imprime un ritmo subito molto alto alla gara, portando i padroni di casa subito avanti nel punteggio sul 14-7, con 7 personali. I Thunder si fanno ingolosire dal gioco veloce e spumeggiante degli Spurs, corrono (anche troppo), con l'unica differenza che in attacco non costruiscono, ma si basano sulle iniziative dei singoli (come spesso accade), che pagano i dividendi, ma fino ad un certo punto: Westbrook ne infila 14 (due in meno rispetto a quelli di fine gara), Waiters e Kanter sono in partita, ma lo saranno per breve tempo. Il quarto si chiude con Pop avanti di soli 4 punti e Brooks che sembra fiducioso in vista del resto della gara.

Tutt'altro. Con l'inizio del secondo quarto arrivano i problemi in casa Thunder. L'uragano che si sta per abbattere su di loro è quello delle sere magiche degli Spurs, che iniziano a tirare da tre come se appoggiassero facili layup al ferro. Beli spacca la partita, fino a quel momento in bilico ma sempre con un padrone ben preciso: si passa in un amen dal +5 ad un ko quasi tecnico sul 51-37. Al rientro dal timeout Westbrook trova gli ultimi due punti della sua gara ed anche la fine delle speranze dei suoi, che si aggrappano a qualche canestro di Waiters. Duncan si mette a lavoro e ne mette 6, Green fa 4/4 dall'arco nel primo tempo e Leonard (stratosferico quanto illegale come sempre), piazza il buzzer beater che taglia le gambe definitivamente agli ospiti: 71-50 a metà gara.

Il secondo tempo è puro garbage time. I Thunder non scendono sul parquet, restando a guardare l'allenamento degli uomini di Popovich che non si fermano davanti a niente. Anzi. La fotografia perfetta della serata arriva sul finire del terzo periodo: Parker attacca negli ultimi secondi dell'azione, inciampa, cade, ma cadendo serve Duncan dietro la testa. Tim con glaciale freddezza manco fosse Reggie Miller si posiziona nell'angolo e spara la seconda tripla della stagione, testimonianza che il 62% da tre punti della serata è frutto di gioco e costruzione dei tiri si, ma anche di qualos'altro.

Mills ed Ayres sono i protagonisti del quarto e lungo periodo, che vede dare largo spazio alle rispettive panchine di Brooks e Popovich, oltre a servire a rodare alcuni giocatori come Ginobili che torna da una decina di giorni di stop.

San Antonio sale così al sesto posto della Western Conference, piazzando la quarantacinquesima vittoria della stagione, al terzo della propria Division, la Southwest, dove ci sono ben cinque squadre sopra il 50% di vittorie (quanto quelle della Eastern Conference). La bagarre per un posizionamento migliore ad Ovest è aperta, con poco più di dieci partite dal termine che potrebbero stravolgere la griglia di partenza dei playoff.