Rumble in the Jungle, dicevamo nel racconto del primo episodio nel quale abbiamo analizzato la situazione playoff della Eastern Conference. Ecco, la giungla, quella vera, caotica, chiassosa, frenetica, è paragonabile alla situazione che si vive all'interno della folle Western Conference. Un tale equilibrio, di valori in campo, ma soprattutto di classifica, che raramente s'era visto negli ultimi anni.

Cinque squadre (quattro senza contare i Blazers oramai quarti) impegnate nella lotta per un posizionamento migliore, dalla posizione numero due, attualmente occupata dai Rockets di uno stratosferico James Harden, al sesto posto, dove ci sono i campioni in carica dei San Antonio Spurs. In mezzo la tonnara, nella quale sono presenti Memphis Grizzlies, Portland Trail Blazers e Los Angeles Clippers, rispettivamente terzi, quarti e quinti nella classifica attuale. Non tragga d'inganno il quarto posto dei Blazers con un record peggiore rispetto a chi insegue: la squadra dell'Oregon vanta il primo posto nella Northwest Division e, come detto nel primo episodio ad Est per i Toronto Raptors, male che vada (perde le gare da qui alla fine) finirà comunque quarta, tolta dalla lotta per le posizioni di vertice a causa degli infortuni che hanno colpito Aldridge (ancora a mezzo servizio), Matthews (fuori per il resto della stagione) e Robin Lopez.

Due invece le squadre che si giocano l'ottava piazza, l'ultima per la qualificazione alla post season: si tratta dei New Orleans Pelicans di Anthony Davis e Tyreke Evans (da non sottovalutare la sua stagione) e degli Oklahoma City Thunder di Russell Westbrook. Certo, la corsa ai playoffs dei Thunder è stata minata, nel corso della stagione dagli innumerevoli infortuni che hanno tenuto lontano dal parquet di gioco Durant, lo stesso Westbrook per un mese, Ibaka, Adams e chi più ne ha più ne metta.

Situazione che, nonostante tutto ciò, sembrava essersi delineata non più tardi di tre partite fa, quando i Thunder viaggiavano a gonfie vele e mantenevano un margine di sicurezza su Pelicans e Suns che rincorrevano in maniera affannosa. Quattro partite dopo la situazione si è capovolta: altrettante sconfitte di seguito per i Thunder (in casa con Dallas di 4, 135-131, a Memphis di 8, in casa contro Houston di 3, e quella di stanotte, devastante in termini di punteggio e forse anche di mentalità e fiducia, contro gli Spurs). Dall'altra i Pelicans si sono stretti attorno ad Anthony Davis, come han fatto del resto per tutta la stagione, e dopo un periodo di flessione sono ripartiti con cinque vittorie nelle ultime sei (vittorie di 12 contro Minnesota, di 20 a Los Angeles sponda Lakers, di 6 e 14 contro Sacramento, di 3 contro i Warriors, interrotte soltanto dalla sconfitta di 9 contro Portland).

Non abbiamo considerato, nel lotto di queste sette squadre che si giocano ancora qualcosa, sia i Golden State Warriors, matematicamente primi sia nella Western Conference che nel computo totale anche con gli Atlanta Hawks, che i Dallas Mavericks, che sono distanti oramai cinque gare dagli Spurs che li precedono e quattro gare dall'ottavo posto: i settimi, dunque, saranno loro e resteranno in attesa della seconda classificata contro la quale battersi. Oltre ai sopracitati Blazers, certamente quarti.

Andiamo adesso ad analizzare, così come fatto stamane per l'altra conference, le gare da qui in avanti delle squadre impegnate nella suddetta corsa, partendo da quelle in lotta per le posizioni d'onore per finire alla sfida tra Pelicans e Thunder.

Corsa per il secondo posto

Houston Rockets 53-24

Per i Rockets di James Harden vale il discorso che faremo, successivamente, per i San Antonio Spurs. Periodo di forma eccelso: tre vittorie di seguito, otto delle ultime dieci. Unica nota stonata, il record contro le avversarie di division: 7-6, dove le sconfitte sono arrivate soprattutto da Grizzlies e Spurs. Il back to back con i cugini di San Antonio, prima all'At&t, poi in casa, deciderà quasi tutto, anche se McHale ha il vantaggio di una quinta gara in più rispetto a Popovich. Pelicans, a Charlotte e contro Utah le ultime tre: la prima molto difficile, le ultime due più abbordabili. Con tre vittorie potrebbero essere secondi.

Memphis Grizzlies 52-25

Leggermente in calo Marc e compagnia, soprattutto nelle ultime gare. Ad approfittarne potrebbero essere i New Orleans Pelicans, che inaugureranno le ultime cinque gare stagionali degli Orsi. Calendario più che ostico per Memphis che volerà a Utah in trasferta, prima di andare in California per la due gare da dentro o fuori contro Clippers e Warriors, per poi affrontare Indiana in casa e chiudere positivamente la stagione regolare. Pronostico arduo, ma delle cinque è quella che sembra destinata a lasciar un pò di terreno alle altre.

Los Angeles Clippers 53-26

Dopo gli Spurs, assieme ai Rockets, Rivers ed i suoi, grazie ad un finale di stagione stratosferico di Paul, stanno attentando alle posizioni di rilevo nonostante la solita stagione da alti e bassi. A penalizzare la squadra dell'ex Celtics, il numero di partite da qui al termine. Sono soltanto tre le gare che i Clips affronteranno da qui al 16 Aprile, data nella quale si disputeranno le ultime gare: Memphis in casa, Denver, molto più agevole della prima, per poi finire il 15 notte a Phoenix. Vincendone due potrebbero garantirsi l'attuale posizione, anche se, giocandone una in meno potrebbero anche scalare di un posto verso il basso. Tuttavia, vincendo anche la terza contro Memphis, in casa, potrebbe ambire anche al terzo posto, ma dovrà fare i conti con gli Spurs.

San Antonio Spurs 52-26

La squadra più in forma della Nba, senza se e senza ma. Otto vittorie di seguito, nove delle ultime dieci, con la striscia interrotta dalla sconfitta nel derby contro i Mavs che vi abbiamo raccontato. Un Kawhi Leonard in versione playoffs 2014, che sta trascinando assieme al Vino Duncan gli Speroni ad una folle rincorsa verso il secondo posto. Una gara e mezza di distacco dai Rockets, con un calendario che recità così: scontro diretto nel derby texano di questa notte, back to back a Houston tre due giorni, Suns in casa per rifiatare un attimo, per poi chiudere contro i Pelicans che si giocheranno un posto ai playoff. Non esiste una previsione, potrebbero arrivare secondi come sesti: la bellezza della regular season Nba è anche, se non soprattutto questa.

Corsa per l'ottavo posto

New Orleans Pelicans 42-35

La prima cosa che balza all'attenzione, oltre alle prestazioni oramai consuete, ma comunque da marziano di Antonino Davis, è che i Pelicans hanno, dalla fatidica quota 82 gare, ben cinque gare ancora da disputare, una in più rispetto ai rivali di Oklahoma e già di per sè, dunque, un grande vantaggio. Il calendario che hanno davanti al loro cammino gli uomini di Scott non è dei più difficili, ma non di certo impervio: questa notte visita a Memphis, con i Grizzlies (partita più che ostica), successivamente arrivano i Suns in casa, senza motivazioni, viaggio a Houston prima, a Minnesota poi, per poi chiudere in casa contro gli Spurs. Servirà qualche colpo grosso tra le tre che precedono i Pelicans in classifica per sperare nel miracolo, considerando vinte le gare più facili contro Phoenix e Timberwolves.

Oklahoma City Thunder 42-36

Dopo la sconfitta contro gli Spurs di questa notte, i Thunder si rituffano sulle ultime quattro gare, con l'obbligo, considerando il calendario appena citato dei Pelicans di doverne vincere almeno tre. Prima gara abbastanza agevole in casa contro Sacramento, oramai derelitta, dove la vittoria dovrebbe essere quasi certa. Successivamente viaggio ad Indiana, la sfida clou che ci dirà, verosimilmente, cosa vogliono fare i Thunder da grandi. Penultima in casa contro Portland, e sarà da vedere se i Blazers saranno certi del quarto posto oppure si giocheranno un posizionamento migliore, per poi chiudere contro Minnesota. Due le partite quasi scontate, la stagione dei Thunder con annessa speranza post season, si giocherà, con ogni probabilità, alla Bankers Life Fieldhouse di Indianapolis.

Infine, oltre al gran mal di testa che ci accompagna nel raccontarvi di tutti gli scontri e alla speranza che Silver (come già promise) elimini le division (data l'ingiustizia, sportivamente parlando di vedere Northwest e Southwest), resta vivissima l'immensa bellezza di questa Western Conference, emozionante in tutte le gare fin qui giocate, altrettanto esaltante e con tante aspettative per quelle a venire in questi otto giorni. Otto giorni che ci diranno come si qualificheranno le squadre ed in quale posizione. La considerazione che si evince da tutto ciò è una soltanto: saranno dei playoffs di una bellezza ed un equilibrio clamoroso. Dal primo turno alla finale di Conference.

Where Amazing Happens. Stay tuned, stay Vavel.