Due minuti e mezzo, quasi tre, di una genuinità disarmante. Stephen Curry è poeta del parquet, genio clamoroso con quella palla da basket che governa ed accarezza come soltanto i fenomeni san fare. Punti, tiri da tre, assist, ma anche una sincerità davanti al microfono, dove non si perde in timidezza, anzi. Nella sala stampa della Oakland Convention Center emerge, ancora una volta, la semplicità del neo Mvp della stagione, natio di Akron, Ohio (si, la stessa di LeBron, terzo nella classifica di merito), che si dichiara ovviamente felice per il premio ricevuto, prima di mettere un pò di pepe al tutto dichiarandosi apertamente voglioso del titolo, quello più importante, di campione Nba.

“Sono contentissimo ovviamente in questo momento siamo alla prese con la postseason, e questa è la cosa più importante per noi, quella di oggi comunque è una festa. Non voglio dare nulla per scontato e apprezzare tutto ciò che questo premio rappresenta”.

Il discorso è emozionante (non come quello di Kevin Durant, ma quasi), e ricalca le orme della gioventù di Steph, con le avventure vissute con i parenti tutti, a partire dalla nonna per finire con il fratello Seth, passando dall'affetto per la madre, ed ovviamente per il padre Dell, che lo ha iniziato al basket, discreto giocatore anch'egli nella Nba (più di mille partite giocate tra Utah, Cleveland, Charlotte, Milwaukee e Toronto): “La famiglia per me è la cosa più importante mio padre mi ha insegnato che cosa significhi essere un professionista dentro e fuori dal campo. Sono incredibilmente orgoglioso della sua carriera, riuscire a seguire i suoi passi nella Nba per me è qualcosa di assolutamente straordinario. Mi ha insegnato tantissimo e sono sicuro che sia lui che mia madre sarebbero stati orgogliosi di me anche se non fossi diventato un giocatore Nba e avessi scelto un’altra strada nella vita” .

Dalle emozioni al "lavoro". Uno degli obiettivi, certo, era diventare l'Mvp della stagione, seppur marginalmente, ma ovviamente a San Francisco, così come a casa Curry, puntano ad un più grande traguardo: la conquista del titolo Nba. Steph, così come la squadra e Steve Kerr che sono tra la platea, ci credono fortemente: “Questo premio rappresenta soltanto un piccolo traguardo l’obbiettivo naturalmente è quello di conquistare l’anello. Adoro i nostri tifosi, giocare alla Oracle Arena è assolutamente fantastico, e vorrei regalare ai fan dei Warriors il titolo Nba”.

Una ricetta fatta di amore, passione, sudore, ma anche lavoro. La baia di San Francisco freme all'idea di vedere i propri idoli in finale. Può essere davvero l'anno buono per tornare a sognare ad occhi aperti: con Stephen Curry si può.

Di seguito, la conferenza stampa di Stephen Curry ed un video tributo di tutte le sue magìe della stagione 2014/15.

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