Quantificare la tensione e la rabbia agonistica che aveva dentro LeBron James quando, a fine gara, ha scagliato a terra con tutta la sua rabbia quel pallone non è possibile, ma è certo che i Cleveland Cavaliers, privi di Irving, Love e Varejao (e fateci l'abitudine, perchè così sarà per tutta la serie) hanno strappato un punto preziosissimo in casa dei Golden State Warriors, portando la serie di Finale NBA sull'1-1. Si gioca un altro overtime dopo quello di gara-1, ma stavolta cambia l'epilogo: possiamo parlare di Working class heroes, viste le firme di Shumpert, decisivo nel finale, e di Matt Dellavedova, protagonista assoluto soprattutto in difesa su Curry, che anche il suo autografo non lo fa mancare, nonostante una serata storta al tiro.

La prima griffe sulla gara ce la mette Klay Thompson, autore di 9 punti nei primi cinque minuti del quarto d'apertura. Resta comunque un momento agrodolce per il prodotto di Washington State, costretto a sedersi in panchina con 7:09 sul cronometro a causa del secondo fallo commesso (dubbio in realtà) in pochi attimi di gioco. Cleveland cavalca ovviamente la leadership di LeBron in attacco, cercando in qualche modo di restare a contatto, mentre in difesa opta per il raddoppio su Curry. Scelta che paga dividendi non altissimi, anche perchè alla lunga l'MVP scopre le carte: layup semi-impossibile da sotto canestro, poi dietro-schiena in angolo per Barbosa, che mette la tripla del 20-12 in favore dei californiani e costringe Blatt a fermare la gara.

Il rientro è tutto un Cleveland Show, 8-0 di parziale e parità raggiunta dopo meno di due minuti dal time-out. Un 20-20 che non si schioda fino alla prima sirena, con LeBron in panchina per rifiatare dopo 10 punti messi a segno. A interrompere l'emorragia dei padroni di casa (dopo quasi cinque minuti senza punti) ci pensa Thompson, che deve fare i conti con il 23 in maglia color vino e oro: prova il mini-allungo Golden State, ma Cleveland resta a contatto anche grazie al protagonista non atteso James Jones: 8 punti in un amen e improvviso vantaggio per 35-33. La difesa di Blatt comincia a funzionare, mentre quella impostata da Kerr comincia a mostrare lacune: l'escludere i compagni e lasciare spazio solo a LeBron comincia a venir meno, e il prescelto ci banchetta, giocando da vero leader e portando i suoi fino al +7.

In debito ritardo arriva Steph Curry a ricucire lo strappo con una tripla delle sue, arrivata dopo un evento più che raro, ovvero un errore su un tiro libero. I tagli di Mozgov dal lato debole creano sì qualche problema alla difesa di Golden State, mentre sull'altro Thompson va a quota 21 con l'ennesima bomba della sua partita. Alla sirena e all'intervallo lungo il punteggio vede Cleveland avanti, e lo stesso trend si mantiene anche per tutto il terzo quarto, il cui parziale è un surreale 15-14 in favore degli ospiti, trascinati da Mozgov e da LeBron, che per un buon quarto d'ora a cavallo dell'intervallo firmano tutta la produzione offensiva dei Cavs (24 punti in due). Per Golden State il punteggio è quasi scioccante: 59-62, prima volta che dopo 36 minuti di gioco la squadra non segna almeno 60 punti.

Per fortuna arriva un quarto quarto più che dignitoso a risollevare le sorti della franchigia della California, con Curry che torna ad essere protagonista nonostante le scioccanti percentuali con cui chiude la gara: alla sirena è 5/23 dal campo, con un 2/15 da tre che rappresenta la percentuale più bassa di sempre con almeno una tripla a referto. Gran parte del merito per questo se la prende Matt Dellavedova, implacabile difensore e cuore pulsante di difesa e attacco: due floater in corsa e anche una tripla per lui nell'ultimo periodo, ma che non bastano a regalare la vittoria ai suoi Cavs nei 48 minuti, perchè Golden State, sotto 83-72 a 3 minuti dal termine, comincia la rimonta, propiziata da due triple in fila di Iguodala e Curry, completata dallo stesso MVP con un appoggio con 8 secondi sul cronometro, anche dopo una grossa ingenuità di JR Smith, che regala un tiro libero aggiuntivo a Barnes. L'ultimo possesso è per il 23 in Wine&Gold: penetrazione contro sei braccia protese (in particolare quelle di Iguodala) e palla che danza sul ferro, tap-in di Thompson sfortunato e secondo OverTime consecutivo.

La classe operaia di Cleveland diventa ulteriormente protagonista nel supplementare, quando LeBron, con la tripla doppia già a referto (alla fine 39 punti, 16 rimbalzi e 11 assist), accusa un po' di stanchezza: l'uomo chiave è ancora Delly in difesa, anche se le danze le apre una tripla, la prima della gara, di Iman Shumpert: Golden State finisce a -5 ma un super Draymond Green ripristina il -1 sul 91-92. E qui accade l'incredibile. Smith, a 30 secondi dal termine, commette un'altra ingenuità regalando due liberi a Curry che non si fa pregare e realizza. Dall'altra parte LeBron attacca, non trova il canestro ma a rimbalzo c'è Matt Dellavedova che subisce il fallo sul tiro e va in lunetta: 2/2 e Cleveland di nuovo avanti di un punto. L'MVP a questo punto ha tra le mani la palla della partita, e probabilmente della serie, ma il suo tiro va lunghissimo e il rimbalzo è di LeBron che va anche lui in lunetta. Sbaglia il primo, segna il secondo: 95-93, Golden State non ha più time-out e ha solo 4 secondi di tempo. Curry prova ad affrettare i tempi, palla verso Thompson che vorrebbe prendersi la tripla, ma non la proverà nemmeno, perchè le mani veloci di Shumpert chiudono la porta e riaprono la serie.

Si va a Cleveland sull'1-1, l'immagine migliore è l'esultanza rabbiosa di LeBron, protagonista indiscusso della gara (13esima tripla doppia in carriera nei PlayOff, quinta nelle Finals): un uomo solo al comando, ma i suoi compagni seguono la leadership. Non basta un Klay Thompson extra-lusso da 34 punti a Steve Kerr, l'8/35 di squadra dalla lunga distanza pesa tantissimo. E gli Warriors potrebbero rimpiangere questa occasione...