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Chris Bosh sulle Finals: "Cleveland ha il sacro fuoco, i Warriors devono scuotersi"

L'ex compagno di James dal suo blog esclusivo su Nba.com: "I Cavs ci stanno mettendo più passione, e a LeBron interessa solo vincere. Ma Golden State può ancora rimontare".

Chris Bosh sulle Finals: "Cleveland ha il sacro fuoco, i Warriors devono scuotersi"
Chris Bosh sulle Finals: "Cleveland ha il sacro fuoco, i Warriors devono scuotersi"
Andrears
Di Andrea Russo Spena

Dal suo blog esclusivo sul sito ufficiale dell'Nba, Chris Bosh dei Miami Heat, ex compagno di squadra di LeBron James, con cui ha vinto due titoli e perso altrettante finali, fornisce agli appassionati di basket la sua versione sulla serie tra Cleveland Cavs e Golden State Warriors in corso di svolgimento (gara-4 in programma stasera alla Quicken Loans Arena, ore 3 della notte italiana).

Il lungo dei Miami Heat si sofferma sugli aspetti emotivi del confronto, evidenziando differenze sostanziali tra le due squadre: "Molto di quello che Cleveland sta facendo vedere in questo momento è energia. Ma anche fuoco. Cleveland ha più passione. Sembra che Golden State stia sempre ad inseguire anche quando è in vantaggio". E' in effetti chiaro a tutti che in quest'inizio delle Finals i Warriors stiano esplorando un territorio loro sconosciuto, inseguendo gli avversari sul piano tattico, tecnico e psicologico. Bosh - come altri nel mondo Nba - ritiene che il fattore emotivo, in circostanze come queste, faccia la differenza tra squadre che tendono ad equivalersi. "Cleveland ha il fuoco dentro. Si lanciano sul parquet a recuperare palloni vaganti, stoppano, prendono rimbalzi, contestano tiri. Guardateli durante i time out. Parlano, si agitano, vogliono capire cosa stia succedendo. LeBron urla al suo coach, ai compagni a tutti. Vuole solo vincere. Quanto un compagno ti urla in quel modo, sai immediatamente cosa devi fare. Golden State queste cose non le ha fatte vedere, ma possono rimontare".

Chris Bosh si allinea quindi alla contrapposizione creata dalla stampa a stelle e strisce: da un lato i Cleveland Cavs, un gruppo in missione al seguito del Re, alla caccia di un titolo per riscrivere la storia della franchigia, dall'altro i Golden State Warriors, considerati ora talentuosi ma privi delle capacità di reazioni necessarie per superare il momento di difficoltà. Tale interpretazione della serie non solo frutto di una semplificazione mediatica, ma rispecchia l'andamento delle ultime due gare. Alla vigilia di gara-4 i Warriors sono spalle al muro, dati per spacciati dalla maggior parte del mondo Nba. Chissà se il repentino passaggio dallo status di favoriti a quello di sparring partners dello show di James non possa agevolarli, togliendo loro un minimo di quella pressione che sembrano non riuscire a scrollarsi di dosso.

Tuttavia la differenza di energia e intensità, dovuta anche alle caratteristiche tecniche dei singoli giocatori delle due squadre, è al momento accentuata dalle difficoltà tattiche di Golden State. I Cavs, forti di un piano partita che sta funzionando alla perfezione, si stanno esaltando anche in virtù dell'aiuto del pubblico, ma cosa accadrebbe se la situazione si ribaltasse? Non è e non può essere solo una questione di voglia, di fame di vincere. Certamente LeBron James sta dimostrando una determinazione feroce nel conseguire il titolo con tutta Cleveland al suo fianco. Ma pensare che i Warriors siano sopraffatti esclusivamente dall'agonismo dei rivali non rende giustizia nè a loro nè agli stessi Cavs, cui va dato merito di stare giocando una pallacanestro tatticamente redditizia, non riducibile ad una semplice esaltazione collettiva. La piega che ha preso la serie rispecchia l'andamento tecnico del confronto, e spetterà ora ai ragazzi di Kerr rimettersi in carreggiata, per smentire detrattori e haters.