Non deve essere stato facile per Larry Bird vedere la franchigia di cui è propretario passare da due stagioni chiuse in finale di conference (l'ultima delle quali con il miglior record di vittorie a Est) ad una stagione anonima in cui la squadra non è riuscita neanche a qualificarsi per la post-season; la partenza di Lance Stephenson in direzione Charlotte e, soprattutto, il grave infortunio che in estate ha costretto Paul George a saltare prima il mondiale con gli States e poi gran parte della regular season hanno notevolmente impoverito la rosa condannando Indiana ad un'annata anonima sotto il profilo dei risultati, chiudendo con un record perdente di 38-44.


L'unica nota lieta della passata stagione è stato il rientro di George nelle ultime partite con alcune prestazioni convincenti. Ma, una volta aperto il mercato, due pezzi da novanta dei Pacers hanno deciso di lasciare lo Stato dell'Indiana: David West ha scelto di provare a vincere finalmente un titolo firmando al minimo salariale con San Antonio mentre Roy Hibbert ha deciso di sposare la causa angelina accordandosi con i Lakers per il suo ultimo anno di contratto (15 mln); il veterano Luis Scola ha invece firmato per Toronto. I Pacers hanno però compiuto qualche buona operazione di mercato firmando Monta Ellis a 44 milioni in 4 anni, Chase Budinger in uscita da Minnesota e Jordan Hill, ai Lakers la passata stagione.

Quella che sta per iniziare sembra proprio essere la stagione della possibile rinascita per una franchigia che si ritrova privata di tre pedine ed è costretta a ricostruire un gruppo: molte le incognite, a partire dalla solidità mentale e fisica del roster, una sola la certezza su cui poter ripartire, quel Paul George considerato da qualche anno la stella della franchigia e che, all'età di 24 anni, annovera già nel suo palmares due convocazioni all'All Star Game (2013, 2014), il premio di Most Improved Player nella stagione 2013 e qualche apparizione nei migliori quintetti difensivi. Dopo il lungo stop che lo ha tenuto lontano dai campi per quasi tutta la stagione, l'ex Fresno State ha disputato le ultime 6 partite di Regular Season con una media di 9 punti ma la priorità non era quella di strafare bensì quella di prendere di nuovo confidenza con il gioco; sarà una sorta di anno zero per lui che punta a tornare ai livelli da All Star del 2014 (quando chiuse la stagione a 21.4 punti a partita) e  a riportare la squadra dell'Indiana ai Playoff.

Il pacchetto "piccoli" sarà composto da Monta Ellis, giocatore dal grande talento e con parecchi punti nelle mani che probabilmente sarà il secondo violino dietro a George, e George Hill, playmaker affidabile ormai arrivato alla quinta stagione in maglia Pacers. Sotto le plance per la posizione numero 4 sarà una sfida a due tra Solomon Hill reduce da una buona stagione a 9 punti in 21 minuti di media e il neo acquisto Chase Budinger, ala grande molto esplosiva (in passato quando vestiva la maglia dei Rockets partecipò ad una gara delle schiacciate all'ASG); nella posizione di centro Jordan Hill (il terzo con questo cognome), centro dotato di grande atletismo e ottima presenza a rimbalzo offensivo, parte in vantaggio dopo aver disputato due stagioni da titolare ai Lakers.
Dalla panchina non sono moltissime le garanzie alla quale Frank Vogel può aggrapparsi: gli unici due giocatori ad avere buoni punti nelle mani sono Rodney Stuckey (12.6 punti e 3 assist la scorsa stagione) e C.J. Miles (13.5 punti), entrambi guardie ed entrambi ottimi sostituti per dare fiato ai piccoli titolari. Nel reparto lunghi Ian Mahinmi e Lavoy Allen sono i più accreditati nelle gerarchie della franchigia di Indianapolis per fungere da backup dei titolari.

Indiana si candida quindi ad essere una mina vagante in una Eastern Conference che si rivela anno dopo anno sempre meno competitiva e spera nel raggiungimento della post-season che è quanto mai alla portata: staremo a vedere che stagione riusciranno a disputare questi Pacers e se il progetto di Kevin Pritchard raccoglierà i frutti sperati.