Tempi grami per gli appassionati di basket newyorkesi. I Knicks, storica franchigia del mondo Nba, provengono da un quindicennio di fallimenti e insuccessi, con un numero impressionante di allenatori e giocatori passati per il Madison Square Garden nelle ultime stagioni. I dirimpettai di Brooklyn, i Nets, a lungo confinati nel New Jersey, sembrano dal canto loro aver già esaurito i propositi bellicosi dell'inizio dell'era Prokhorov, primo oligarca russo ad acquisire il controllo di una franchigia Nba. Se Atene piange Sparta non ride, dunque. 

Neanche la cura Phil Jackson - a dire il vero in sella da poco più di anno, troppo poco per essere giudicato - sembra soddisfare i tifosi dei Knickerbockers, con la stampa della Grande Mela pronta ad evidenziare tutti i limiti di un roster al momento non da playoff. Chissà come sarà accolta la notizia, diffusa poche ore fa da Jonathan Lehman del New York Post, dell'ingaggio di Sasha Vujacic, ex giocatore dei Los Angeles Lakers allenati proprio da Jackson, che ha firmato un contratto annuale con i Knicks. Al momento non sono ancora noti i dettagli economici dell'affare, ma c'è già chi parla di un cosiddetto training camp deal, vale a dire un accordo vincolante sino alla fine del camp di prestagione, al termine del quale le parti decideranno se proseguire nel loro rapporto contrattuale (sul modello di quello firmato pochi giorni fa da Jimmer Fredette con gli Spurs). Vujacic, 31 anni e due titoli Nba con i Lakers di coach zen, potrebbe costituire un'alternativa dalla panchina per New York, soprattutto nel ruolo di tiratore scelto.

Dopo la scelta al Draft di puntare su Kristaps Porzingis alla numero quattro i Knicks non sono riusciti ad attrarre giocatori importanti durante il mercato dei free agents, con il solo Robin Lopez lesto nell'accettare l'offerta di Phil Jackson. Il roster della squadra del Madison Square Garden continuerà a ruotare intorno a Carmelo Anthony, stella del team già ai ferri corti con compagni e allenatore. Giocatore di isolamenti, Anthony ha subito nella scorsa stagione anche un intervento chirurgico al ginocchio, saltando la seconda metà della regular season. Il futuro di Melo dipenderà molto dal rendimento dei Knicks e viceversa: non è escluso che in agosto Jackson provi ad imbastire una trade che coinvolga il suo miglior giocatore per scambiarlo con atleti più funzionali alle sue idee di gioco. Negli ultimi giorni si è parlato addirittura di un'operazione di mercato con i Cleveland Cavaliers, con Kevin Love ai Knicks e Anthony a far compagnia a LeBron James, ma al momento sembra trattarsi esclusivamente di una provocazione e nulla più.

Per uno scherzo del destino, il nuovo acquisto di New York Sasha Vujacic ha giocato anche per i cugini dei Nets, non lasciando tuttavia tracce tangibili della sua avventura nell'ex franchigia del New Jersey. I Nets, ora stabilitisi a Brooklyn, vivono un'estate altrettanto difficile. Persa la scommessa Deron Williams, arrivato da Utah con enormi aspettative e ora finito ai Dallas Mavs dopo una risoluzione consensuale del suo contratto, la squadra di coach Lionel Hollins è alle prese con una ricostruzione effettuata solo a metà. Dopo aver cercato invano di sfruttare gli ultimi spiccioli di carriera di Paul Pierce e Kevin Garnett, i Nets hanno dovuto innescare una brusca retromarcia, ritrovandosi con un roster povero di talento anche per la non difficile Eastern Conference. I punti fermi rimangono Joe Johnson, altro giocatore di isolamenti, strapagato in relazione al suo rendimento, e Brook Lopez, gemello di Robin, centro di buona produzione offensiva ma troppo spesso affetto da infortuni. Il resto del gruppo non presenta nomi di rilievo: Jarrett Jack sarà il titolare (atipico) del ruolo di playmaker, mentre Andrea Bargnani e Thaddeus Young proveranno a fornire un contributo apprezzabile nel reparto lunghi. Tra gli esterni cercherà spazio Shane Larkin, ex Knicks e Mavs, con Rondae Hollis-Jefferson costretto a crescere in fretta nel suo primo anno in Nba.

La prossima stagione sarà cruciale per i destini delle due squadre di New York: i playoff diventano l'obiettivo minimo da centrare ad Est, ma i segnali di risveglio dovranno essere ben più visibili di quanto percepito nelle ultime annate.