A lanciare l'idea, che inizialmente pareva esclusivamente una provocazione estiva, è stato Byron Scott, attuale coach dei Los Angeles Lakers. "Credo che Kobe possa rendere al meglio in posizione di ala piccola - le sue parole riportate pochi giorni fa dai media americani - ha tutto per giocare in quella zona del campo. Dobbiamo cercare il modo di fargli spendere meno energie possibili durante la partita, e schierarlo nel ruolo di small forward potrebbe aiutarlo in questo senso". Le dichiarazioni di Scott hanno quindi aperto un dibattito - non meramente accademico - sul nuovo contributo di Kobe Bryant alle sorti dei gialloviola. Alla base del cambio di posizione, da guardia tiratrice ad ala piccola per intendersi, paiono esserci questioni di compatibilità con altri componenti del roster angelino, piuttosto che preoccupazioni per il rendimento del numero 24. I nuovi Lakers non hanno intenzione di rinunciare all'energia e all'esplosività di Jordan Clarkson, nè all'inventiva di D'Angelo Russell, scelto alla numero due dell'ultimo Nba Draft e al centro del progetto tecnico di L.A. per i prossimi anni.

Clarkson ha affrontato la sua prima stagione da rookie giocando da playmaker, interpretando il ruolo in maniera non convenzionale, un po' come Russell Westbrook agli Oklahoma City Thunder. Il finale di regular season del giovane Jordan ha convinto i Lakers a puntare su di lui, ma l'arrivo estivo di D'Angelo Russell, point guard più tradizionale, sembra aver indotto lo staff tecnico di Byron Scott a cercare di far convivere i due giovani nel quintetto base. In questo contesto Kobe Bryant, da sempre shooting guard per antonomasia, verrebbe dirottato nella posizione di ala piccola, con Randle e Hibbert a completare un ideale starting-five. In realtà anche l'acquisizione di Lou Williams da Toronto sembra allontanare il Black Mamba dalla sua posizione da numero due: con Williams in campo Bryant dovrebbe adeguarsi a un ricoprire una posizione più interna nello scacchiere di Scott. 

L'head coach dei gialloviola è certo che Kobe raccoglierà la sfida: "Per quanto mi riguarda può giocare indifferentemente in tutte e tre i ruoli del reparto esterni - le ultime dichiarazioni di Scott riportate da David Aldridge per Nba.com - e ci saranno alcune partite, contro determinati avversari, in cui probabilmente giocherà da quattro. Conoscendo il suo modo di intendere il gioco, sono convinto che prenderà tutto ciò come una sfida, è incredibilmente competitivo". 

La tentazione di passare al cosiddetto small ball, ormai sempre più in voga nel mondo Nba, sembra irresistibile anche per i gialloviola, desiderosi di cambiare radicalmente sistema di gioco e di adattarsi alle tendenze tecniche della lega. Tuttavia non sono pochi gli addetti ai lavori che dubitano dell'efficacia di uno schieramento con Bryant addirittura da ala grande: impossibile per Kobe reggere difensivamente contro i migliori giocatori ad ovest in quel ruolo, quali Blake Griffin, Zach Randolph, LaMarcus Aldridge, Draymond Green, Dirk Nowitzki (l'elenco potrebbe continuare con Anthony Davis, Serge Ibaka e il giovane Towns). La mossa di Steve Kerr di inserire in quintetto Andre Iguodala da numero quattro è risultata decisiva per le sorti dei suoi Golden State Warriors nelle ultime Nba Finals, ma il contesto tecnico dei Lakers versione 2015-2016 sembra già molto diverso. Iggy ha sempre giocato da ala piccola nella sua ormai lunga carriera Nba, e il suo schieramento da "secondo lungo" ha prodotto gli effetti desiderati allargando il campo contro un avversario particolare, i Cleveland Cavs, che si disponevano sul parquet con due pivot di ruolo (Mozgov e Thompson).

Bryant non ha la struttura tecnica di Iguodala nè l'attitudine difensiva del fresco vincitore del premio di Mvp delle finali. Se la mossa di spostare Kobe da ala piccola può essere ragionevole - ancorchè tutta da verificare - quella di piazzarlo da numero quattro sembra un azzardo troppo grosso anche per una franchigia che ha necessità di inventarsi qualcosa di nuovo per ritornare in fretta a competere ad alti livelli. Il numero 24 dei gialloviola ha lasciato trapelare la sua disponibilità ad esplorare altre zone del campo, ma l'atteggiamento di Kobe potrebbe mutare nel corso della stagione, in particolar modo nel caso in cui non arrivassero risposte adeguate da Clarkson e Russell.