Dopo oltre un mese e mezzo Kobe Bryant rompe il silenzio e torna ad esprimersi sul suo futuro e su quello dei Los Angeles Lakers. Lo fa concedendo un'intervista a Marc Spears di Yahoo Sports, in cui affronta tutti i temi d'attualità in casa gialloviola, dai rapporti con il general manager Mitch Kupchak, alle sue impressioni sui movimenti di mercato della franchigia, sino a toccare l'argomento forse più scottante, vale a dire quello riguardante la data del suo ritiro dall'attività agonistica. Il numero 24 dei Lakers era in realtà stato protagonista come convitato di pietra anche nella conferenza stampa di presentazione dei nuovi arrivati a El Segundo (Brandon Bass, Roy Hibbert e Lou Williams). L'assenza di Bryant a un evento così importante dal punto di vista mediatico aveva infatti indotto buona parte dei giornalisti al seguito dei Lakers a considerare quella defezione come un'indiretta disapprovazione dell'operato della dirigenza sul mercato dei free agents. Il tutto era stato poi ingigantito dall'imbarazzo mostrato dai tre nuovi giocatori nel rispondere alla domanda riguardante i primi approcci con lo stesso leader tecnico dei gialloviola.

Kobe mostra immediatamente di non voler rispondere al suo general manager Mitch Kupchak che in maggio aveva dichiarato di ritenere conclusa l'avventura del suo giocatore una volta scaduto il contratto nel giugno 2016. "In realtà non c'è ancora nulla di prestabilito - esordisce il Black Mamba - e comunque sono stato io stesso a parlarne in passato. Davvero non so se la prossima sarà la mia ultima stagione ai Lakers. E' molto difficile prendere decisioni di questo tipo. Tutti i giocatori con cui ho parlato mi hanno detto 'Kobe, solo tu puoi saperlo'. Ora però mi auguro di non dover rispondere sempre alla stessa domanda fino al termine della prossima stagione". Bryant evita dunque lo scontro verbale con Kupchak, facendo tuttavia intendere che se ritiro sarà, la decisione di smettere rimarrà una questione personale, in una certa misura svincolata dalle scelte del frontoffice di L.A.

A chi gli rimprovera di aver ridotto i margini di manovra dei Lakers con il suo maxicontratto (25 milioni di dollari il compenso per la prossima stagione) firmato nel novembre 2013, Kobe risponde prontamente: "Non voglio che ci siano equivoci su questo punto. Ovviamente sono grato alla società per tutto ciò che ho ricevuto, ma non ho mai giocato per soldi. Quando ho cominciato con il basket, ai tempi in cui ero un ragazzino in Italia, di certo non pensavo al denaro. Non avevo idea di quanto potessero guadagnare Magic Johnson o Larry Bird. Giocavo perchè già allora amavo il basket".

Il numero 24 passa poi ad esaminare il futuro a medio-lungo termine dei Lakers: "Credo che la dirigenza si sia fatta trovare pronta al momento giusto. Hanno scelto davvero bene. I free agents che sono arrivati sono tutti giocatori estremamente solidi. Ora abbiamo un ottimo mix tra talento giovane e leadership di esperienza. La nostra sfida sarà quella di crescere il più in fretta possibile. Dobbiamo a tutti costi far sì che Russell e Randle maturino rapidamente. Per fortuna Jordan (Clarkson, ndr) ha già fatto un po' di esperienza l'anno scorso, e tutto ciò lo aiuterà moltissimo. Sto già guardando avanti, non vedo l'ora di giocare con questi ragazzi". 

Quanto agli obiettivi di squadra Kobe non ha dubbi: "Secondo me il nostro roster può e deve arrivare ai playoff. Abbiamo giocatori di talento in tutte le zone del campo. Ma per costruire una vera squadra possiamo solo lavorare duro in allenamento esattamente come fa ogni altra squadra Nba. Ogni volta che scenderemo in campo dovremo cercare di nascondere al meglio i nostri difetti e accentuare i nostri punti di forza"