Il personalissimo calvario di Kevin Durant sembra essere finalmente terminato. L'Mvp della regular season Nba 2013-2014 ha dovuto fronteggiare tre interventi chirurgici - e altrettante fasi riabilitative - per un infortunio al quinto osso metatarsale del piede destro. L'ultima operazione, effettuata in marzo, aveva evidenziato una frattura, ora ricomposta, che ha costretto la stella dei Thunder a saltare il resto della stagione e a dare appuntamento a tutti per l'Nba opening game di fine ottobre.

Priva di KD, Oklahoma City ha mancato l'accesso ai playoff della Western Conference, nonostante una serie di prestazioni eccezionali dell'altro gemello del canestro dei Thunder, quel Russell Westbrook ancora discusso come partner ideale di Durant. I pessimi risultati della franchigia hanno così indotto il general manager Sam Presti a esonerare coach Scott Brooks e a puntare sull'ex allenatore dei Florida Gators Billy Donovan. E' proprio il caso di ripartire, dunque, per OKC e il suo giocatore più rappresentativo. Ventisette anni da compiere a settembre, Durant non vuole ora perdere altro tempo sulla strada verso il titolo Nba: l'ultima apparizione alle Finals data ormai giugno 2012, e nel frattempo Spurs e Warriors si sono spartiti gloria e onori nel selvaggio West. "Negli ultimi mesi ho potuto fare ben poco - le parole di Kevin riportate da Bleacher Report in questi giorni - mi è sempre piaciuto allenarmi duramente e lavorare sul campo, ma dopo gli interventi chirurgici sono stato costretto a sopportare periodi di inattività. Ho dovuto accettare questa situazione, e attendere del tempo per riprendere pian piano la mia routine".

L'infortunio del numero 35 di Oklahoma City ha ovviamente alimentato dubbi circa le possibilità di rivederlo in campo ad altissimi livelli, e si è addirittura paventata l'ipotesi che i problemi al piede avrebbero alla fine costretto Durant a un prematuro ritiro, come accaduto per Yao Ming. A spazzar via congetture e illazioni è stato l'ultimo chirurgo che ha avuto in cura KD: il dottor Robert Klapper di Los Angeles ha infatti affermato che "non si comprende per quale motivo il ragazzo non dovrebbe tornare in campo più forte di prima, come accaduto tra gli altri per Michael Jordan, Pau Gasol e i gemelli Lopez". Dal canto suo l'ex most valuable player della lega cestistica più famosa al mondo ora vuole solo guardare avanti, senza pensare a cosa poteva essere e non è stato: "Non voglio mancare di rispetto a nessuno ma mi sento ancora il miglior giocatore al mondo. Ecco perchè sono fiducioso. Valuterò il mio recupero dall'infortunio a seconda di quanti titoli Nba riuscirò a vincere. E' stato un percorso lungo per me. All'inizio potevo indossare solo una scarpa, poi entrambe. Solo più tardi ho ripreso a correre. Il terzo intervento chirurgico è stato il più semplice da superare, ero già preparato dopo l'esperienza di quelli precedenti. Per fortuna è andato tutto nel migliore dei modi, e ora sono perfettamente sano. Non ho più intenzione di fermarmi".

Non solo sono buoni propositi per il proprio futuro, ma una vera e propria dichiarazione d'intenti sbandierata davanti a tutto il pianeta Nba, che da adesso in poi sa che bisognerà fare i conti con lui per conquistare il Larry O'Brien Trophy. All'inferno e ritorno dunque per KD, che assicura di essere mentalmente più forte che mai. "Durant is coming back", e i tifosi dei Thunder si augurano che la prossima fermata sia solo quella per il titolo.