Dopo un'estate trascorsa in tutta tranquillità, lontano dalle luci e dai rumori del mercato Nba, Stephen Curry, Mvp della scorsa regular season e vincitore del titolo con i suoi Golden State Warriors, torna a parlare a due mesi dall'opening game della nuova stagione del basket professionistico a stelle e strisce. L'ultima annata Nba ha segnato una svolta su vari fronti per Curry, consacratosi come uno dei migliori giocatori della lega (senza dubbio tra i più decisivi) e ora anche leader tecnico della franchigia della Baia. A 27 anni Steph ha raggiunto la piena maturazione anche a livello psicologico, traendo forza dal suo inestimabile talento, ormai oggetto di imitazione da parte dei colleghi più giovani.

Intervistato da Jimmy Spencer per Sporting News', il prodotto da Davidson ha fatto chiarezza sul suo futuro, ribadendo di aver intenzione di continuare a giocare sul parquet della Oracle Arena: "Ora come ora la free agency non esercita alcuna attrazione nei miei confronti - le parole dell'Mvp - adoro il posto in cui gioco, la franchigia è fantastica è ormai la Baia è casa mia. E lo stesso vale per la mia famiglia. La continuità e la stabilità sono state fondamentali per diventare campioni Nba, e tutti noi qui vogliamo estendere il più possibile questo momento magico, per consolidarci come squadra di vertice di questa lega. Ovviamente spero di poter essere parte di questo gruppo e di questa organizzazione per molto tempo, all'interno di un progetto di lungo periodo".

Il contratto di Curry con i Warriors è in scadenza nel 2017, ma il suo ingaggio relaticamente modesto per gli standard Nba di una superstar del suo livello (11.3 milioni di dollari per la prossima stagione, sino a salire a 12.1 nell'annata successiva) hanno fatto però drizzare le antenne a molti operatori di mercato, nonchè a buona parte della stampa americana, prontissima nel sottolineare come Steph sia solo alla posizione numero 54 per quanto concerne il ranking dei giocatori più pagati della lega. Al momento non sembrano esserci particolari preoccupazioni dalle parti di Oakland, dove il general manager dei Warriors Bob Myers starebbe pensando di anticipare i tempi, e rinnovare il contratto di Curry prima della sua scadenza naturale, garantendogli il massimo salariale a disposizione di Golden State. D'altronde gli unici giocatori già legati ai Warriors oltre la dead-line del 2017 sono Klay Thompson e Draymond Green, quest'ultimo reduce da un sostanzioso adeguamento dopo i primi anni da rookie.

Ma più che l'aspetto economico potrebbe essere quello tecnico a fare la differenza in positivo per il frontoffice della franchigia californiana: le prospettive del gruppo sembrano rosee, e la guida di coach Steve Kerr pare essere solo all'inizio del suo cammino. Il roster è nel complesso giovane per una contender (la più accreditata, peraltro) al titolo Nba, in un mix di esuberanza ed esperienza che ha già prodotto grandi risultati la scorsa stagione.

Curry si è poi soffermato su alcuni aspetti del suo gioco, affermando che il tiro da tre fuori equilibrio è la singola giocata che più lo esalta nell'ambito del suo vasto repertorio. Triple, penetrazioni, assist e una sensazione di dominio - anche psicologico - sugli avversari hanno in fondo fatto di questo ragazzo la point guard più veloce del West, la cui rapidità di esecuzione non ha pari nell'attuale panorama Nba. Chiunque vorrà detronizzare i Warriors dalla posizione che hanno assunto dal giugno scorso dovranno necessariamente fare i conti con Steph, che sembra aver appena iniziato a fare incetta di premi individuali e riconoscimenti di squadra.