Nuovi Spurs, vecchio stile. L'estate texana ha portato a San Antonio rinforzi del calibro di David West e LaMarcus Aldridge, oltre alle aggiunte di Ray McCallum e Jimmer Fredette, ma il clima in casa neroargento è quello di sempre, anche all'Nba Media Day 2015. Facce distese, un Popovich in vena di battute e scherzi ai cronisti, il solito laconico Duncan e il tradizionale minimalismo di casa Spurs. 

Tra i più attesi dai giornalisti presenti, Manu Ginobili ha chiarito i motivi della sua decisione di tornare a vestire la sua maglia numero 20 per un altro anno: "Quest'estate ho cominciato ad avvertire sensazioni che mi hanno fatto capire di non essere pronto per fare l'ex giocatore. Così ho deciso di continuare e di accettare un'altra sfida. E' molto eccitante. A volte si ha bisogno di un piccolo cambiamento, di una scossa. Ma quando ho visto che LaMarcus Aldridge avrebbe giocato per noi, non ho avuto più alcun dubbio. E' una grande sfida, e siamo molto fiduciosi. Ritiro nel 2016?  Non lo so, non vedo perchè dovrei deciderlo adesso. Mancano dieci mesi alla fine della stagione, c'è tempo. Nelle ultime annate ho cercato di vivere alla giornata, vedendo quanto riuscivo a divertirmi. Voglio continuare a provare le stesse sensazioni prima, durante e dopo le partite. Non deciderò nulla prima della fine della stagione, non avrebbe alcun senso".

E sull'argentino si sbilancia anche Tim Duncan: "E' grandioso vederlo qui, e lo è soprattutto per me. Lo volevo qui oggi, non averlo avuto al mio fianco sarebbe stata una grossa delusione". Sulle motivazioni per la prossima stagione The Big Fundamental risponde alla sua maniera: "Non c'è alcuna motivazione particolare, sono le stesse ogni anno, non abbiamo bisogno di trovarne di nuove. Siamo qui per vincere, e molto dipenderà dall'inizio. Abbiamo il talento per competere per il titolo, ma ci servirà molto più del solo talento per vincere le partite". Sulla pressione che i media metteranno sui nuovi Spurs risponde LaMarcus Aldridge: "Nessuna pressione particolare, anche perchè qui nessun giocatore è singolarmente sotto pressione, è una questione di squadra".

Alla domanda su come fare per inserire al meglio i nuovi nel sistema Spurs, coach Gregg Popovich risponde così: "Trovare il modo di giocare insieme, di allenarci insieme, di accettare l'uno il ruolo dell'altro: ecco di cosa abbiamo bisogno. E' molto di più che sommare giocatori o aggiugere pezzi".