Non esattamente l'esordio dei sogni in casa Los Angeles Lakers, che ad Honolulu hanno perso domenica sera per mano degli Utah Jazz, crollando fisicamente nell'ultimo quarto di gioco, dopo che per 36 minuti Lou Williams (14) e compagni avevano tenuto testa a Favors e soci. Un parziale di 19 punti che è costato la sconfitta (33-12) e che ha messo in mostra alcuni problemi legati all'aspetto fisico, oltre che del gioco. Che i problemi per Scott e Bryant fossero tutt'ora irrisolti non lo scopriamo certo oggi, però i gialloviola visti sul parquet nella prima uscita stagionale hanno impressionato, in negativo ovviamente, soprattutto per la scarsissima percentuale al tiro (29% dal campo) che ne ha condizionato il risultato finale.

Come spesso accade dalle parti di Hollywood, però, alla prima sconfitta si solleva un polverone nonostante si parli soltanto di prestagione e della prima apparizione dei 16 volte Campioni Nba. Alle Hawaii ci si interroga, sebbene secondo la maggior parte degli addetti ai lavori gran parte degli errori siano frutto della preparazione e dell'appannamento fisico che ne consegue a fine gara, delle potenzialità della squadra di coach Scott, che ovviamente ha cercato di buttare acqua sul fuoco parlando nel post gara con i cronisti presenti. 

L'attenzione di Scott si sposta, invece, sul lavoro che i suoi Lakers dovranno fare durante il training camp, sia per quanto riguarda l'aspetto fisico, che sembra preoccupare meno l'ex Cavaliers, ma soprattutto quello della chimica di squadra. Non sarà facile infatti inserire nel contesto generale tutti i giocatori arrivati (giovani e non), creando un sistema di gioco adatto alle caratteristiche di tutti.

L'allenatore che siederà sulla panchina di una delle franchigie più vincenti della storia della Nba per il secondo anno di seguito analizza così la prestazione: "Credo che ci sia un insieme di motivazioni per spiegare ciò che è successo. Certo, abbiamo sbagliato moltissimi tiri aperti, ma non penso che sia dipeso soltanto con l'aspetto legato alla stanchezza delle gambe. Abbiamo sbagliato tiri aperti e basta. Non mi interessa particolarmente della pesantezza delle gambe in prestagione. Tutto quello di cui mi importa è che siamo appagati del lavoro fatto a fine giornata. Credo che il lavoro che stiamo facendo, adesso può portare ad avere gambe pesanti e stanchezza, ma le lunghe corse e la preparazione che stiamo facendo pagherà i dividendi nei mesi di Dicembre e Gennaio". 

Le considerazioni di Scott vanno infine controtendenza e sottolineano una scarsa condizione fisica rispetto a quanto messo in mostra dai Jazz nell'ultimo quarto: "Da ciò che ho visto invece dobbiamo fare molto più lavoro atletico per migliorare nella transizione difensiva e nella condizione generale, perché gli avversari sembravano in una migliore condizione fisica della nostra. Però non sono affatto preoccupato". 

In vista della prossima sfida che si terrà sempre domani contro i Jazz, Scott dovrà far fronte ai piccoli acciacchi che hanno colpito D'Angelo Russell (problemi al piede destro), Larry Nance Jr. e Nick Young (schiena), Marcelo Huertas (affaticamento muscolare), Anthony Brown (spalla destra) e Jabari Brown (mano destra).