Ad attutire la soddisfazione per la prima vittoria prestagionale dei Chicago Bulls contro i Milwaukee Bucks ci ha pensato Joe Cowley, reporter del Chicago-Sun Times che, citando come fonte un ex componente della franchigia dell'Illinois, ha nuovamente agitato il caso Butler-Rose. Di che cosa si tratta? In realtà non è una novità per chi segue il mondo dei Bulls venire a conoscenza del fatto che non ci sia grande feeling tra Derrick Rose, stella della squadra e uomo franchigia, e Jimmy Butler, giocatore emerso ed esploso proprio durante l'assenza per infortunio del numero uno in maglia rossa, premiato la scorsa stagione dall'Nba come Most Improved Player (giocatore più migliorato dell'anno).

Ma stavolta Cowley rilancia riportando un virgolettato riferitogli dalla sua fonte (ovviamente rimasta anonima) relativo al rapporto tra i due giocatori del backcourt di Chicago. Secondo Butler Rose non avrebbe "alcuna etica del lavoro" e soprattutto, pur essendo l'uomo franchigia dei Bulls, non si comporterebbe da esempio per i suoi compagni: "se l'uomo immagine dei Bulls non si impegna ogni giorno in allenamento dando il massimo giorno dopo giorno (le parole riportate sono assai meno oxfordiane, ndr), qual è il messaggio che trasmette al resto della squadra?". D'altronde, che il rapporto tra i due non fosse idilliaco giò dalla scorsa stagione, è opinione anche di un altro giornalista dell'ambiente dello United Center come Dan Bernstein di CbsChicago.com secondo il quale "le tensioni tra i due risalgono alla sconfitta in gara sei di semifinale della Eastern Conference 2015 contro i Cleveland Cavaliers, in una serie in cui l'irritazione di Rose per il ruolo sempre più centrale acquisito da Butler come realizzatore si manifestò in una reazione aggressiva da parte del playmaker dei Bulls".

Di tensioni del genere è verosimilmente piena buona parte degli spogliatoi Nba, in cui è sempre più difficile far convivere grandi superstar all'interno di uno stesso gruppo, in particolar modo quando si arriva ai playoff, e un certo tipo di gerarchie viene inevitabilmente individuato non solo dallo staff tecnico ma anche dalla stampa (si pensi al rapporto burrascoso tra Kevin Love e LeBron James l'anno scorso a Cleveland, attualmente in via di ricomposizione). Sarà dunque compito del nuovo coach Fred Hoiberg far convivere due dei suoi elementi principali, orientandoli verso un obiettivo comune, che per i Bulls è senza dubbio l'accesso alle prossime Nba Finals. Discorso diverso per quanto riguarda il medio-lungo periodo, in quanto sia Rose che Butler sono legati a Chicago da contratti milionari, con il primo in scadenza solo nel 2017 (con ingaggio da oltre 41 milioni di dollari nei prossimi due anni), e il secondo fresco di rinnovo quinquennale (con compenso pari a 15 milioni per la stagione in corso, a salire fino ai 20 milioni nel 2019-2020). Ecco perchè sarà interessante vedere cosa deciderà di fare nel 2016 il frontoffice dei Bulls con Derrick Rose, che nell'Nba Media Day ha affermato che il suo futuro dipenderà "dalle scelte che deciderò di fare per il mio bene e quello della mia famiglia".