Due risposte. Tonanti. Limpide. Il tiqui taca non è morto. I catalani prima, gli uomini di Del Bosque poi (i soliti noti insomma) hanno chiaramente risposto all'interrogativo posto dal panorama calcistico internazionale. Crepe nel sublime calcio palla a terra, pressing alto, e traiettorie invisibili? Neanche per idea. Mezz'ora di calcio celestiale al Camp Nou col Milan, novanta minuti di dominio a Saint Denis. Xavi, Iniesta e poi Leo Messi. Come si fa allora a non considerare il Barca tra i papabili, ancora una volta, per la prossima finale in programma a Wembley? Non si può. Ma la Champions è per consuetudine terra di campioni. Bramosia di sceicchi. L'ultimo arrivato, il più affamato, è Nasser Al-Khelaifi. Figurine, campioni, leader. Assemblaggio complesso. Arrivi in serie. Abbondanza, di denaro e idee. Un minimo di confusione. Ma se dietro hai Thiago Silva e davanti Ibra e Lavezzi hai una chance. Sempre. Un girone di qualificazione difficile, gli ottavi col Valencia, battuto a domicilio e contenuto a fatica a Parigi. Mancherà Thiago Motta, assenza pesante, a livello di geometrie e personalità, ma il quoziente di talento rimane impressionante. Ancelotti, appena confermato, nonostante l'ingombrante ombra del vate di Setubal sullo sfondo, è garanzia di successo in questa competizione e soprattutto uomo in grado di gestire prime donne e ego debordanti. Un quarto infuocato insomma. Una favorita d'obbligo e un'incognita che tutti vorrebbero evitare.

La pulce e il gigante - Leo Messi e Zlatan Ibrahimovic. Ex compagni. Nulla più. Lo svedese andato a Barcellona, via Milano, per vincere tutto, e l'argentino restio a cedere leadership e squadra all'ultimo arrivato. Lì a casa di Guardiola, il filosofo, Ibra ha segnato, ma non conquistato, ha vinto la Liga, ma non la Coppa più desiderata. Lì è stato uno dei tanti, uno ma non l'Uno. Perché quello era e sarà sempre Leo Messi. Ibra torna ora, con una nuova maglia, una nuova realtà. Torna con la storia, con la nobile decaduta tornata ricca e grande, per dimostrare che lui è uomo d'ogni stagione, anche uomo di primavera, da tardo maggio, quando la Coppa dalle grandi orecchie si decide e si alza. Vuol vincere, ma soprattutto convincere. Uscire da quel campo che lo ha apprezzato, ma non amato, col ghigno del trionfatore. E di là il piccolo grande uomo, i gol, i record i palloni d'oro, il fenomeno che a tutti segna, a cui manca solo l'alloro mondiale. Il piccolo e il grande, la pulce e il gigante.

L'architetto e l'erede. Xavi e Verratti. Pensi al calcio. Pensi alla geometria nel calcio. Allora pensi a Xavi Hernandez. Il professore. Uno scienziato del gioco. Mai in affanno, la giocata che sembra la più semplice, che è la più semplice, come marchio di fabbrica. Corre il pallone e con lui gli avversari. Parte con lui e termina con lui (apporto fondamentale quello dell'illusionista Iniesta) la macchina perfetta del Barca. Un'infinità di palloni giocati, una vita di trofei, allori, riconoscimenti. Leader.

Da Pescara, alla bottega del Mastro Zeman, cultore della beata gioventù, arriva invece il nuovo che avanza. Verratti Marco, Italia. Giovane, di classe. Pronto eccome per palcoscenici veri, duri, luminosi. Calcherà il prato verde con il maestro, carpendone gli ultimi segreti prima del definito passaggio di testimone. I club del bel paese hanno stentato e lui è emigrato, direzione Francia, da Sor Carlè. Si è preso Ligue 1 e Coppa. Senza timore, come si confà ai grandi.

Il fattore Tito.Tito Vilanova siederà in panchina, senza dubbio: è lui il capo, sono molto felice che sia nuovamente assieme a noi”. Parole di Jordi Roura. Torna Tito e con lui le certezze dei marziani, parse meno intoccabili in sua assenza. Da quel Malaga-Barcellona 1-3, tre mesi dopo. Nuovamente, non senza emozione, sulla sua panchina. Emotivamente e tecnicamente un crack duro da combattere per i transalpini. Con lui Abidal. Due battaglie, due vittorie, due storie di vita. Ben oltre il campo, ben oltre il calcio. Proprio per questo incredibili spinte motivazionali.

Le probabili formazioni: Come detto nel Psg mancherà Thiago Motta, mentre è arruolabile David Beckham, vicino alla conferma anche per il prossimo anno. I problemi potrebbero sorgere sugli esterni, dove l'ex Maxwell e Van der Wiel non garantiscono livello assoluto. Lucas sarà della partita, dopo il riposo nel match col Montpellier. Tra i catalani out Pedro squalificato e Puyol. Quasi sicura la presenza dal primo minuto di David Villa.