Sala da ballo. Alle pareti scintillano le doti delle tre damigelle. Le 9 Champions dell'elegante signora in blanco, la neonata coppa dalle grandi orecchie della dama blue, il triste scaffale adornato da una fu Coppa della Coppe che la capricciosa fanciulla dell'alta borghesia parigina guarda con rassegnazione. Nell'aria An der schönen blauen Donau di Strauss. Il focoso amante portoghese stringe per i fianchi la turbolenta spagnola. Il timido spagnolo arrossisce e abbassa gli occhi di fronte al malinconico sorriso della lady inglese. Il pacioso italiano incurva gli angoli della bocca verso l'alto e riempie le guance, ammirando le grazie dell'altezzosa francesina.
 
La musica si ferma. D'improvviso risuonano note familiari. Ce sont les meilleures équipes. Sie sind die allerbesten Mannschaften. The main event! I tre fortunati si guardano ammiccando l'un l'altro. Un movimento di bacino rapido e, senza neanche accorgersi come, le tre fanciulle si ritrovano nelle braccia di un nuovo cavaliere. Il lusitano riabbraccia un vecchio amore. L'iberico balbetta di fronte alla debordante nuova arrivata. L'emiliano se la ride, ancora più compiaciuto. Ma le gambe iniziano a tremargli sotto il vestito elegante e la cravatta in gola stringe come un cappio.
 
Prima di chiamare la neuro, no, non siamo impazziti. Semplicemente il più incredibile giro di panchine della storia del calcio europeo sta per materializzarsi. A dare il via alle danze è stato oggi Benitez in conferenza stampa. Il mai amato tecnico madrileno non ha usato giri di parole per far presente a tutti che gli restano solo 270 minuti sulla panchina del Chelsea: «Penso che tutti sappiano chi sarà qui l'anno prossimo. Mourinho? Il prossimo anno ci sarà un altro manager e penso che non ci sia neanche bisogno di dire chi». Boom.
 
In quel di Madrid lo Special One, come da tradizione, non le ha mandate a dire e si è tolto gli ultimi sassolini dalle scarpe prima dell'addio. «Non decido la formazione lanciando una moneta: Diego Lopez mi piace più di Casillas e lui può fare lo stesso discorso dicendo che gli piacciono altri allenatori più di me». Fuori uno. «Pepe? E' molto facile analizzare la sua questione. Il suo problema ha un nome e un cognome, Raphael Varane. Non è facile per un uomo di 31 anni lasciare il posto ad un ragazzino di 19. Un ragazzino fantastico che ho avuto il coraggio di lanciarlo. Da qui in poi, non c'è storia. Pepe non deve essere molto intelligente: una persona normale come me capisce che parliamo di frustrazione». Fuori due. «Ho in mente di continuare» - conclude ghignando e facendo rabbrividire i cronisti. E probabilmente anche Florentino Perez. Fuori tre.
 
L'unico a fare muro è Ancelotti. «Non ho parlato con i miei giocatori - dice da Parigi - e l'incontro con la dirigenza del club, come avevo già detto, ci sarà soltanto al termine della stagione. Non ho ancora deciso il mio futuro». Pinocchietto. All'ombra della Tour Eiffel gli sceicchi avevano chiesto tutto e subito. Ancelotti porterà a casa la Ligue 1 ed una a dir poco onorevole eliminazione dalla Champions, ai quarti di finale senza sconfitte. Non basterà. La telefonata della Casa blanca è già arrivata. E, salvo l'arrivo di nuovi pretendenti alla mano delle damigelle, il nuovo giro di valzer è già bello e pronto: Josè Mourinho ballerà con la vecchia fiamma Chelsea; Rafael Benitez proverà a prendere forse l'ultimo grande treno della carriera saltanto su un volo diretto per Parigi; Carlo Ancelotti ripercorrerà le orme di un altro cuore rossonero - Fabio Capello - e proverà a macchiare d'azzurro Italia la camiseta più invidiata del mondo. 
 
Die Meister
Die Besten
Les grandes Équipes
The Champions!
 
Non sarà un valzer, ma Josè, Rafa e Carletto pagherebbero per ballarla a maggio 2014. Sollevando per le orecchie il sogno dell'Europa in tacchetti e pantaloncini.