Brasile 2014, Uruguay: Tabarez prepara il secondo sgambetto ai verdeoro

La formazione guidata da Oscar Tabarez vorrebbe ripetere l'impresa che nel 1950 la vide imporsi in finale al Maracana infliggendo al Brasile quella che è passata alla storia come Maracanazo. A distanza di 64 anni si torna in Brasile e la Celeste, inserita nel Gruppo D con Italia, Inghilterra e Costa Rica cerca almeno di confermare l'ottimo quarto posto ottenuto in Sudafrica nel 2010. Speranze di recuperare Suarez, infortunatosi in allenamento, e operato il 22 maggio in artroscopia per curare la parziale lesione del menisco esterno.

Brasile 2014, Uruguay: Tabarez prepara il secondo sgambetto ai verdeoro
ariannafolgosi
Di Arianna Folgosi

L’Uruguay, squadra storica e massima espressione del calcio sudamericano, al pari delle più rinomate Brasile e Argentina, si affaccia alla nuova competizione mondiale grazie alla vittoria nello spareggio contro la Giordania. Quinta nel girone sudamericano, dimostra poca brillantezza ma enorme appariva il divario tra le due contendenti al posto in Brasile fin dalle premesse. Decisiva la gara d’andata: troppa la differenza tecnica e d’esperienza. La Celeste infligge un pesantissimo 5-0 ai giordani staccando di fatto il biglietto per il Brasile e rendendo una pura formalità la gara di ritorno.

Il Mondiale ormai alle porte la vede dunque inserita nel Gruppo D, quello dell’Italia, ma anche dell’Inghilterra e del Costa Rica, unica vera squadra cuscinetto. Si profila un girone interessante. Obiettivo comune di Italia e Uruguay superarlo e approdare agli ottavi.

Dopo il quarto posto ottenuto nel 2010 in Sudafrica, il trionfo in Coppa America nel 2011 (3-0 al Paraguay in finale) e ultimo, il quarto posto alla Confederation Cup del 2013, la Celeste prova a candidarsi per un ruolo da protagonista, o da comprimaria quantomeno. Sulla panchina ancora Tabarez, maestro indiscusso in patria, alla guida del suo Urugay dal 2006. Questo sarà il suo terzo personalissimo mondiale (1990, 2010) alla guida della Celeste.

STORIA La Federazione uruguayana, fondata nel 1900, entra prima a far parte della Confederazione Sudamericana (Conmebol) nel 1916 e successivamente, nel 1923, viene affiliata alla Fifa. Nella propria storia l'Uruguay ha vinto ben 21 titoli. In ordine di importanza ricordiamo i due campionati Mondiali (nell'edizione casalinga, nonché la prima, del 1930 e nel 1950 in Brasile), due Olimpiadi (1924 e 1928) disputate quando ancora vi partecipavano solo le nazionali maggiori, 15 Coppe America per nazioni, competizione in cui è plurititolata, l’ultima nel 2011 come sopra ricordato (1916, 1917, 1920, 1923, 1924, 1926, 1935, 1942, 1956, 1959, 1967, 1983, 1987, 1995 e 2011). Una menzione anche per l’ edizione del Mundialito per nazioni vinto nel 1981 in casa e per l’ edizione dei Giochi Panamericani conquistata nel 1983. Questo sarà il Mondiale numero 12 per i bi-campioni del Mondo. Oltre ai titoli vinti nel 1930 e nel 1950, nelle altre partecipazioni intercontinentali l'Uruguay ha ottenuto tre quarti posti (1954, 1970 e 2010). Nel 1966 fu eliminato nei quarti di finale. Uscì agli ottavi due volte: nel 1986 e ad Italia ’90. Finì la propria partecipazione ai gironi nelle tre restanti edizioni a cui prese parte (1962,1974,2002).

MONDIALE 1930 Quella di Uruguay 1930 è stata l'edizione inaugurale del Campionato Mondiale per Nazioni maggiori. Si svolse dal 13 al 30 luglio. Molti paesi europei si candidarono per la sua organizzazione ma la Fifa l’assegnò proprio all'Uruguay che avrebbe celebrato il centenario del Giuramento della Costituzione il 18 luglio 1930 e per questo sostenuto fortemente dal Presidente della Federazione Jules Romet. L’Uruguay, vincitore delle due Olimpiadi precedenti (1924, 1928) proponeva, a sostegno della propria candidatura, la costruzione di un nuovo stadio nonché il rimborso delle spese a tutti i paesi partecipanti. La sua elezione fu all’unanimità. Tutte le partite si disputarono nella capitale, Montevideo. Vi presero parte tredici Nazionali, sette sudamericane, due nordamericane e quattro europee. Le squadre furono suddivise in quattro gruppi, in ognuno dei quali la vincitrice si sarebbe qualificata direttamente alle semifinali. In finale, arrivarono proprio l’Uruguay e l’Argentina. La Celeste ebbe la meglio vincendo per 4-2 e laureandosi campione del mondo, replicando il titolo olimpico conquistato nel 1928. Proprio due anni prima le stesse squadre, in occasione della ripetizione della finale delle Olimpiadi 1928, furono protagoniste della finale, vinta dalla Celeste per 2-1. La finale del mondiale si giocò il 30 luglio allo Stadio del Centenario, sotto una fitta nevicata, evento rarissimo a Montevideo.

MONDIALE 1950 Quella di Brasile 1950 è stata la quarta edizione della competizione. Si svolse dopo una lunga pausa di dodici anni dovuta alla Seconda Guerra Mondiale. Ebbe luogo in Brasile dal 24 giugno al 16 luglio. Cinque le città ospitanti: Belo Horizonte, Curitiba, porto Alegre, Rio de Janeiro, San Paolo. Per la prima volta intitolato al suo creatore Jules Rimet, da 25 anni alla presidenza della Fifa, il trofeo fece ritorno in Sud America. L'Europa era infatti gravemente provata dalle distruzioni provocate dalla guerra e il Brasile si candidò, unico paese, come organizzatore per l'anno 1950. La Fifa accettò quasi subito, esorcizzando così la concreta paura che il torneo potesse cadere nel dimenticatoio. Germania e Giappone, ritenute le maggiori responsabili della guerra, furono escluse in partenza, così come era successo per l'Olimpiade di Londra del 1948. L'Italia venne invitata: era campione in carica. I meccanismi delle qualificazioni furono complessi: a causa delle precarie condizioni economiche e sociali di molti paesi che ancora portavano le ferite del conflitto mondiale vi furono numerose defezioni ed esclusioni. Nel tentativo di correre ai ripari assicurando alla competizione il numero minimo di partecipanti, la Fifa finì per ripescare anche squadre precedentemente eliminate. Presero parte al torneo solamente tredici squadre: cinque sudamericane, due nordamericane e sei europee, il minor numero di sempre al pari con l'edizione del 1930. Le esclusioni portarono alla formazione di due gironi da quattro squadre, uno da tre e uno addirittura da due. Le vincitrici dei gironi avrebbero disputato un ulteriore girone finale che, caso unico nella storia dei Mondiali, avrebbe assegnato il titolo senza che fosse disputata una finale, anche se l'ultima partita, tra Brasile e Uruguay, si sarebbe rivelata decisiva per l'assegnazione del titolo. Al girone finale presero parte la Svezia, la Spagna, l'Uruguay (che aveva battuto 8-0 la Bolivia nell'unico gruppo a due), e i padroni di casa del Brasile, largamente favoriti. Dopo due giornate, il Brasile conduceva la classifica del girone con 4 punti. Inseguiva un' Uruguay che, nelle prime due partite del girone finale, aveva faticato più del previsto, ma che era ormai l'unico a poter togliere alla squadra ospitante, a cui sarebbe bastato un pareggio, la gioia del primo titolo. Quella che era praticamente una finale venne disputata il 16 luglio 1950 allo Stadio Maracanã di Rio de Janeiro. I padroni di casa passarono in vantaggio con Friaça all'inizio del secondo tempo ma, quando i giochi sembravano fatti, l'Uruguay prima pareggiò con la sua stella, Schiaffino, e poi passò addirittura in vantaggio con Ghiggia, dando vita a quello che in tutto il mondo è ricordato come il Maracanazo. L’Uruguay vinceva dunque il suo secondo e ultimo Mondiale.

CAMMINO VERSO BRASILE 2014 L'Uruguay ha chiuso il girone sudamericano al quinto posto a quota 25 punti, frutto di sette vittorie (Bolivia 4-2, Cile 4-0, Perù 4-2, Venezuela 0-1, Perù 1-2, Colombia 2-0, argentina 3-2), quattro pareggi (Paraguay 1-1, Venezuela 1-1, Ecuador 1-1, Paraguay 1-1) e cinque sconfitte (Colombia 4-0, Argentina 3-0, Bolivia 4-1, Cile 2-0, Ecuador 1-0). Quinta a pari merito con l’Ecuador, è costretta allo spareggio, a causa della peggior differenza reti nei confronti proprio della rivale (20-16). La sfida contro la Giordania per accedere a Brasile 2014, l’ ha vinta nettamente imponendosi 5-0 ad Amman nella gara d’andata e pareggiando poi il ritorno a Montevideo per 0-0. I 5 pareggi ed i 25 gol subiti sono il record negativo tra le 31 qualificate a Brasile 2014, il primo condiviso con Messico, Argentina e Honduras, il secondo alla pari del Cile. Suarez ha chiuso il girone di qualificazione da capocannoniere con 11 reti.

COMMISSARIO TECNICO Classe 1947, Tabarez siede continuativamente sulla panchina della Celeste dal 2006 ed è pronto a disputare il suo terzo Mondiale da CT della Nazionale. Nato a Montevideo, prima di intraprendere la carriera tecnica, Tabarez è stato un calciatore di discreto livello, indossando le maglie di Sud America, Deportivo Italiano, Wanderers, Fenix, Puebla e Bella Vista. La carriera tecnica inizia nel 1980, al settore giovanile del Bella Vista, facendo il suo ingresso anche nei quadri federali alla guida dell'Uruguay Under 20. Altre esperienze a livello di club prima di tornare a guidare, nel 1986/87, le selezioni nazionali giovanili. Dal 1988 al 1990 guida una prima volta la Celeste, con cui partecipa ai Mondiali di Italia '90, persi agli ottavi. Una parentesi al Boca Juniors, per poi approdare in Italia nel 1994/95 alla guida del Cagliari, dove torna per le prime 4 giornate anche nel 1999/00. Nel 1996/97 è al Milan dove sarà ben presto esonerato. Dal 2006 è tornato alla guida della Celeste per un secondo mandato, chiudendo al quarto posto il Mondiale di Sudafrica 2010, sconfitto nella finale per il terzo posto dalla Germania per 2-3.

PRECONVOCATI Tabarez non ha avuto dubbi e, come già si poteva immaginare dalla fase di qualificazione, ha scelto di non rivoluzionare la squadra. Fiducia confermata al gruppo che quattro anni ottenne un memorabile quarto posto che non arrivava da quarant’anni. Rispetto al Sudafrica infatti sono ben 16 i nomi confermati su 23. Nella lista provvisoria anche cinque giocatori impegnati nel nostro campionato: lo juventino Caceres, i centrocampisti Perez (Bologna), Gargano (Parma) e Gonzalez (Lazio), e il palermitano Hernandez.

Questa la lista dei 25 preconvocati (due saranno depennati entro il 2 giugno):

Portieri: Muslera (Galatasaray), Silva (Vasco da Gama), Munoz (Libertad).

Difensori: Lugano (Wets Bromwich), Godin e Gimenez (Atl. Madrid), Caceres (Juventus), M. Pereira (Benfica), Fucile (Porto), Coates (Nacional), A. Pereira (S. Paolo), Scotti (Nacional).

Centrocampisti: Arevalo Rios (Morelia), Perez (Bologna), Gargano (Parma), Gonzalez (Lazio), Silva (Lanus), Ramirez (Southampton), Lodeiro (Botafogo), Eguren (Palmeiras), Rodriguez (Atl. Madrid), Fernandez (Gimnasia), Castro (Real Sociedad).

Attaccanti: Suarez (Liverpool), Cavani (Psg), Forlan (Cerezo Osaka), Hernandez (Palermo), Stuani (Espanyol).

Per la Celeste, che gli Azzurri affronteranno il 24 giugno a Natal nell’ultima sfida del gruppo D, in programma anche due amichevoli a Montevideo. Prima di volare in Brasile infatti affronteranno il 30 maggio l’Irlanda del Nord e il 4 giugno la Slovenia.

I GIOCATORI Ad osservare la formazione dell’Uruguay troviamo tanti nomi di nostra conoscenza considerato che fra ex e attuali tesserati, sono nove in tutto i giocatori che si portano addosso l'odore della Serie A. Cavani, simbolo del Napoli mazzarriano, Caceres oggi alla Juventus, il laziale Alvaro Gonzalez, Arevalo Rios del Palermo. E ancora Diego Forlan che ha indossato, in un recente passato, la maglia dell'Inter. Poi Abel Hernandez oggi simbolo del Palermo e Muslera che ha giocato nella Lazio. Passato italiano (sempre nel Palermo) anche per Aguirregaray, mentre Gaston Ramirez ha militato nel Bologna. Insieme ai big temutissimi Suarez e Cavani c’è ancora Diego Forlan, sempre più uomo simbolo della Celeste targata Tabarez nonché idolo del popolo nonostante le sue 35 primavere. Da poco trasferitosi in Giappone, fa anche lui parte della nutrita colonia di ex italiani, come detto sopra. A guidare la nutrita truppa di veterani, metà squadra supera i 30 anni, l’inossidabile capitano Diego Lugano, che eguaglierà i miti Varela e Troche disputando il secondo Mondiale consecutivo da capitano. Nonostante l’età avanzata (33 anni) e le scarse presenze stagionali in Premier (9), sarà ancora lui a guidare il gruppo, in cui resistono, come detto, Forlan ma anche Perez e Scotti, tutti presenti sin dall’inizio del secondo ciclo Tabarez, prima dei Mondiali 2006.

L’attacco stellare che può vantare la Nazionale sudamericana è senza ombra di dubbio lo spauracchio del girone. Il duo Cavani-Suarez è, come confermato da Prandelli, l’attacco più forte al momento. Sono 47 i gol messi a segno in totale in stagione dai due. Il primo al Psg ha chiuso la classifica cannonieri a quota 16 reti. Ma è soprattutto il giocatore del Liverpool ad aver dei numeri da capogiro. È stato il protagonista della stagione in Premier League, chiusa da capocannoniere con 31 reti su 33 gare disputate. Una macchina.

Occhio di riguardo anche per Godin. Quello che oggi è considerato uno dei migliori centrali del mondo, perno della difesa di tabarez, fu pagato solo 27 euro a 17 anni dall’Atletico Cerro di Montevideo. Approdato all’atletico Madrid nel 2010, sugella la stagione con il gol di testa che ha regalato la Liga ai colchoneros di Simeone. E per poco non fa lo sgambetto ai più blasonati cugini del Real strappandogli la decima Champions League con un altro gol di testa poi inutile in finale.

INFORTUNIO SUAREZ Il 22 maggio, il giocatore del Liverpool ha accusato un dolore acuto al ginocchio sinistro in allenamento. La risonanza magnetica ha subito evidenziato la parziale rottura del menisco esterno. Subito operato in artroscopia, la Federazione ha palesato l’intenzione di recuperarlo già per la prima gara con il Costa Rica per poi averlo a disposizione al 100 % per le due restanti gare del girone. Il giocatore stesso ha espresso la voglia di tornare a disposizione di Tabarez il prima possibile. La speranza è quella di averlo in campo visti i vari infortuni che hanno colpito altri giocatori tra i più attesi di questo Mondiale come Falcao, sempre più in dubbio, e Diego Costa.

I PRECEDENTI L'ultimo incrocio tra Italia ed Uruguay è recente: la 'finalina' per il terzo posto alla Confederation Cup, vinta dagli azzurri 5-4 ai rigori dopo il 2-2 dei tempi supplementari (doppio Cavani da una parte, Astori e Diamanti dall’altra). Sono nove in totale i precedenti per un bilancio in assoluta parità: 3 vittorie azzurre, 3 pareggi e 3 successi dell'Uruguay. Prima della Confederation, l'ultimo successo italiano risaliva ai Mondiali di Italia '90. Il 25 giugno 1990 a Roma, gli azzurri agli ottavi di finale vinsero 2-0 con le reti di Schillaci e Serena. Anche allora, sulla panchina della Celeste, sedeva Tabarez.

CURIOSITA Secondo un calcolo a dir poco curioso circolante sui social network, l'Uruguay tornerà a vincere il Mondiale ancora una volta in Brasile. I numeri infatti dimostrerebbero che la Celeste ripeterà, nel 2014, il suo storico trionfo del 1950, quando inflisse ai padroni di casa la mitica sconfitta del Maracanazo. Tutto dipenderebbe da un numero, 3964. Questo il ragionamento in supporto all’ipotesi. Il Brasile ha vinto i Mondiali del 1970 e del 1994. La somma di questi due numeri è proprio 3964. Li ha vinti anche nel 1962 e nel 2002: anche in questo caso la somma è sempre 3964. L'Argentina, dal canto suo, ha vinto nel 1986 e 1978. Incredibile ma ancora una volta la somma è 3964. Stesso discorso anche per la Germania, campione del mondo nel 1990 e 1974. Indovinate quanto fa 1990 più 1974? Si, proprio 3964. Ecco, se sottraiamo a 3964 1950, anno dell’ultima vittoria della Celeste, otteniamo 2014. L’anno è quello giusto, il Brasile è sempre il Brasile: che non sia il tempo del secondo sgambetto?.