A Madrid il detto "santo subito" lo prendono in parola. Chiedete a Iker Casillas, o meglio, per tutta la torcida del Real Madrid "San Iker". E quando dedichi tutta la tua vita ad una giusta causa, come la maglia blanca, non puoi che essere chiamato "El Santo".

La carriera e gli inizi

Iker Casillas Fernández nasce a Madrid, Spagna, il 20 Maggio del 1981. E' il portiere titolare della Nazionale spagnola, con cui si è laureato campione d'Europa nel 2008 e 2012 e campione del Mondo nel 2010, e l'ex portiere titolare del Real Madrid con cui ha appena festeggiato la Decima.

A 9 anni, nel 1990, entra a far parte delle categorie inferiori del Real Madrid, Benjamin A e B; nel 1999 è approdato in prima squadra facendo il suo debutto il 12 settembre dello stesso anno a "La Catedral", contro l'Athletic Bilbao (2-0 per i padroni di casa). Conquistò, con il Real, il titolo di campione d'Europa in una finale tutta spagnola contro il Valencia e divenne così il portiere più giovane a giocare e vincere la coppa dalle grandi orecchie (La Octava). Nella stagione successiva (2001) vinse la prima delle sue cinque Liga. E' il terzo giocatore con più partite disputate con la maglia blanca (dietro solo ad Alfredo di Stefano e Raul Gonzalez Blanco). Insomma, un simbolo, una bandiera.

Casillas al suo debutto contro il Bilbao
Casillas al suo debutto in prima squadra contro il Bilbao

Nel 2001/2002 perse la titolarità ma la dea bendata non poteva che strizzare l'occhio a San Iker e nella Finale di Champions (contro il B.Leverkusen), Cesar, portiere titolare a quei tempi, si fece male e il c.t delle merengues fu costretto a far entrare Casillas che si rivelò il vero eroe della serata. Chi era il c.t? Vicente Del Bosque, conoscenza che Casillas ritroverà negli anni a venire. La partita fu la chiave che aprì la porta all'ascesa della carriera di Casillas perché da quel momento in poi la titolarità spettava solamente a lui. Undici lunghi anni di dominio della porta blanca fino all'arrivo di José Mourinho.

I conflitti e José Mourinho

José Mourinho fa da sempre rima con vittoria. Lo Special One è il classico tipo che "odi et amo". Se lo ami, ti va bene, perché in fondo è un personaggio sarcastico, prammatico, filosofico e vedendo le sue conferenze stampa qualche risata scappa anche ai più austeri, se lo odi allora ti sei rovinato la vita.

22 dicembre 2012. A Natale si è tutti più buoni, dicono. Forse a Mourinho non l'ha ancora detto nessuno. Scorre la formazione del Real e tra i pali non c'è il numero #1 madridista ma Antonio Adan. Il 23 Gennaio 2013 Casillas si frattura la mano sinistra nella partita di Copa del Rey contro il Valencia e deve restare fuori per alcuni mesi. Lutto del popolo blanco. Il Real corre ai ripari e firma un altro portiere, Diego Lopez del Siviglia. Iker torna attivo mesi dopo ma per Mourinho, per fare un paragone filosofico diremmo come per Voltaire, illuminista, le tradizioni non contano, sono falsità e bisogna avere il coraggio di andare contro il credo popolare e perché no, riderne anche. Quindi Diego Lopez resta dov'è e si tiene stretta la maglia da titolare, Casillas si accomoda in panchina. Deporre san Iker è, per il popolo madridista, blasfemia. Spaccatura tra i tifosi: la fazione mourinhea da una parte e la fazione casillea dall'altra. Coloro che fischiano Mourinho e vorrebbero che il Santo torni al suo posto nel suo tempio e quelli che si esaltano per le parate di Diego Lopez (davvero rari...)

Non é solo la tifoseria che si spacca, é anche nello spogliatoio del Real che cominciano le primere crepe. Dopo uno dei tanti accesi Clasicos, in cui ricorderete il dito di Mou nell'occhio di Vilanova, Iker, spinto dal c.t della Roja Del Bosque, veste i panni del pacificatore tra i giocatori catalani (Xavi e Puyol) e i madrileni, rifacendosi anche alla sua posizione di capitano delle Furie Rosse. Gesto non gradito dal competitivo Mourinho. Casillas viene perciò sostenuto dai compatrioti Xabi Alonso, Alvaro Arbeloa e Sergio Ramos. Quando i rapporti si fanno insostenibili, lo Special One esce di scena e lascia l'aspro e critico palco spagnolo a Carlo Ancelotti.

Il tempo di Ancelotti, il paciere

Con Carletto Casillas non ha riconquistato la titolarità ("Casillas giocherà in Copa del Rey e in Champions League, Diego Lopez in Liga" le parole del tecnico ex Chelsea e Milan) ma lui e i suoi compagni hanno ritrovato la pace. Ha giocato più partite di quante se ne aspettava trasmettendo la fiducia e la sicurezza fra i pali che solo san Iker sapeva dare ai madridisti. In Coppa, quest'anno, conta 810 minuti e 1 solo gol incassato in 9 partite (Bartra, in finale). In CL conta un totale di 1125 minuti ovvero 13 partite, nelle quali ha subito 9 gol (ergo la media di neanche un gol incassato a partita) contro attaccanti di squadre del calibro di Borussia Dortmund, Bayern Monaco, Atlético Madrid. Carletto non ha potuto girare la testa di fronte al notevole impegno di Casillas e l'ha impiegato perciò in alcune gara a fine campionato.

Con la Nazionale Spagnola

In Nazionale Iker è il punto di riferimento, l'intoccabile. Il suo debutto risale al 3 Giugno 2000 in un'amichevole, Svizzera-Spagna 1-1. Da allora in poi Casillas continua a scrivere la storia della Nazionale spagnola ed a collezionare trofei. Una delle sue partite più belle è sicuramente quella contro l'Italia dell'Europeo 2008, nei quarti di finale. Iker funse da pass per le semifinali grazie a due grandi parate sui rigori di De Rossi e Di Natale. Venne nominato miglior portiere del torneo.

Nel Mondiale 2010 realizzò varie parate di grande spessore come quella sul rigore di Cardozo nei quarti di finale contro il Paraguay (1-0 per la Spagna)o quelle sulle due conclusioni di Robben in Finale. Nell'Europeo 2012 decisivi gli interventi nelle partite contro la Croazia, nella fase a gruppi e contro il Portogallo, in semifinale. E' considerato tutt'oggi uno dei dieci migliori portieri al mondo. La IFFHS lo scelse per cinque anni consecutivi come miglior portiere al mondo (dal 2008 al 2012).

Nonostante tutto e tutti, Iker è destinato a vincere e ci proverà anche in Brasile, dove sarà il titolare indiscusso.

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About the author
Annalisa Falcone
Il Real Madrid è un sentimento. Il futebol è poesia ed io ho sempre amato i poeti. Con me c'è sempre un libro o uno streaming di una serie tv.