L'Australia aspetta la Spagna per salutare un Mondiale già chiuso dalla doppia sconfitta con Cile e Olanda. Un pizzico di rammarico per una Nazionale rivoluzionata rispetto al passato, costruita intorno a pochi uomini di riferimento, integrata con giovani prospetti da rivedere nel freddo di Russia. Zero punti, ma tanti applausi. L'amarezza di occasioni non sfruttate forse per scarsa attenzione, certamente per poca esperienza. L'ultimo commiato sarà senza Tim Cahill, il simbolo.

Strana la parabola di Tim Cahill. Con i socceroos un giocatore diverso, l'impersonificazione di un paese. Con addosso quella divisa un salto qualitativo evidente. Alla terza Coppa del Mondo Cahill dice basta. Il doppio giallo lo toglie dallo scontro contro la roja ferita, ma il suo timbro in Brasile assume i caratteri dell'immagine indelebile. Il suo sinistro al volo è una cartolina mondiale ineguagliabile. Il giusto omaggio alla carriera, una fotografia che proietta nella storia iridata. "Quel sinistro non sarà ricordato solo in Australia, ma nel Mondo intero. Non avrei potuto avere addio migliore. La quantità di messaggi che ho ricevuto è stata incredibile. Ho fatto un qualcosa a livello globale, di cui tutti sono stati testimoni".

Tim Cahill, ora in America, ai New York Red Bulls, resterà comunque accanto ai compagni. Capitano, anche lontano dal campo, con una fascia immaginaria cinta al braccio "Questa è stata la mia ultima Coppa ed è stato fantastico salutare così. Sarò in panchina, abbiamo ancora una partita da giocare, ed è più importante di Tim Cahill. Se batteremo la Spagna sarà una cosa straordinaria". Più di un giocatore, la sublimazione di un'idea di gruppo, l'esemplificazione di un leader.