FORMAZIONI – No van Persie? No chance per Huntelaar lo stesso. Il giocatore dello Schalke #04 è finito ancora in panchina nonostante il capitano degli oranje non ci fosse per squalifica (due gialli in due partite), al suo posto, piuttosto, Kuyt. Van Gaal torna al 4-3-3 per far felice gli olandesi in patria e schiera la solita difesa (Janmaat, De Vrij, Vlaar, Blind) meno Martins Indi, acciaccato. A centrocampo fuori de Guzmán per turnover e dentro Georginio Wijnaldum con de Jong e Wesley Sneijder. Tridente d'attacco con Lens, Kuyt e Robben. Nel Cile fuori Vidal, non al suo meglio, e dentro Gutierrez. Confermati da Sampaoli tutti gli altri giocatori utilizzati nella vittoria contro la Spagna.

Olanda difensiva - L'entusiasmo può fare anche quest'effetto. Poi se Vidal è acciaccato è anche giustificabile. Poi se batti la Spagna dominando per tutta la partita non possiamo biasimarti. Poi se giochi contro i vicecampioni del mondo allora va bene così. Il Cile, dopo due vittorie su due nel gruppo B, è caduto ai piedi di van Gaal. I cileni sono arrivati carichi alla partita, hanno peccato di superbia, probabilmente, perché Sampaoli e i suoi vedevano già i tre punti in tasca. Non è stato il frizzante Cile che abbiamo visto contro la Spagna o contro l'Australia, non è stata neanche la miglior Olanda, a dirla tutta. Un primo tempo vuoto, privo di occasioni, deludente. La Roja alza un muro in difesa, Francisco Silva si mette a comando della muraglia cilena e decide di non far passare nessuno, e nessuno davvero ci passa (chiedete a Lens). L'Olanda è nelle mani di Robben che non smette di macinare chilometri. L'Olanda non è affascinante questo pomeriggio, è gotica: van Gaal chiede a Sneijder di rincorrere uno per uno i quattro centrocampisti del Cile, il buon Wesley ci prova; van Gaal chiede ai suoi di chiudere gli spazi e di non permettere le ripartenze cilene letali perché una cosa è certa: Sanchez non lo fermi. Il generale Louis chiede, la truppa esegue più che discretamente.

Cambi azzeccati - Nella ripresa è il Cile a tenere la palla ed è l'Olanda ad aspettare che si stanchi sotto il sole di Sao Paulo. Fuori subito Gutierrez, spento, e spazio a Beausejour. Il possesso cileno evidenzia quanta indifferenza e noncuranza vi sia tra le fila della Roja, nessun tentativo di provare almeno ad aprire le danze. Atteggiamento di superiorità che van Gaal non perdona. Quando mancano dieci minuti alla fine della gara, anche il c.t. Olandese decide di mischiare le carte: fuori Lens e dentro Depay. Memphis sarebbe dovuto partire titolare se fosse dipeso dalla volontà degli olandesi ma Louis ci è andato coi piedi di piombo vista la propensione a perdere palloni del giocatore del PSV. Non basta, dentro anche il centrocampista del Norwich, Fer. Un minuto sull'orologio ed ecco che Fer stacca di testa e gonfia la rete. Sampaoli ricorre a Pinilla che si stava anche guadagnando un rigore se non fosse che era stato pescato in fuorigioco pochi secondi prima. Realizzato lo svantaggio, Sanchez prende in mano il Cile che arriva in pochi minuti a 7 calci d'angolo.

Una palla arriva persino sulla linea della porta ma è proprio un cileno, involontariamente, a spazzarla. L'arbitro assegna tre minuti di recupero, si può fare ancora, il Cile c'è. Invece no: lancio in profondità di De Jong che pesca l'espresso-Robben, cross per il numero #22 che appoggia e chiude definitivamente la partita. Quel #22 è Memphis Depay. 22 è composto da 2 e 2, proprio i numeri di Depay in questo Mondiale: 2 centri in 2 partite. 3 vittorie su 3, invece, i numeri degli oranje. La superbia è un vizio, ma perchè condannarlo se, invece, vincere è quello di van Gaal?

Punto debole – Aspettando i risultati di stasera (Camerun-Brasile e Croazia-Messico) per vedere gli accoppiamenti agli ottavi, il Cile rifletterà sugli errori commessi. E' evidente come la squadra di Sampaoli soffra i gol di testa (prima con l'Australia con Cahill, ora con l'Olanda con Fer) e le palle inattive. Agli ottavi, però, ci sarà di nuovo anche un certo Arturo Vidal.