"Noi abbiamo Neymar", un amuleto per allontanare la paura, cancellare con un colpo di spugna lo spettro dell'eliminazione. Il Brasile è di fronte alla porta della verità, vivere o morire in 90 minuti. La prima sfida a eliminazione diretta contro il Cile racconterà del reale stato di forma della squadra di Scolari. Felipao mette le mani avanti e rifiuta il ruolo di logico favorito "Comincia la fase dell'eliminazione diretta, e sentiamo qualcosa di diverso, perché non sono più consentiti errori: se ne commetti, sei fuori. Per questo devo curare ogni dettaglio. La storia dice che siamo superiori al Cile? In campo non vanno le statistiche, questo è il Cile del 2014 ed è un'altra cosa. Ma noi vogliamo andare avanti, anche se dall'altra parte c'è un avversario che lavora altrettanto bene. Noi siamo all'80% rispetto alla squadra che l'anno scorso vinse la Confederations Cup e, quanto al Cile, l'arrivo di Sampaoli gli ha dato una nuova dinamica, si sono viste performance molto migliori e i giocatori si sono perfettamente adattati ai nuovi schemi. Sarà una gara molto equilibrata. Neymar? Non gioca per se stesso ma per il Brasile. Quello che vuole adesso non è essere il miglior giocatore del mondo, ma far sì che la Selecao conquisti la Coppa".

Atteggiamento diverso, diametralmente opposto, per Sampaoli, mentore del Cile "Il Cile è cresciuto come mentalità, cosicchè giocherà una partita senza paura. Sicuramente la nostra prestazione non passerà inosservata. il Brasile deve soltanto rispettare la sua storia, mentre il Cile deve farla. Sarà una partita in cui bisognerà sfruttare gli spazi più che tenere il possesso palla. Questo è un brasile diverso da quello che solitamente siamo abituati a vedere all'opera. Per via delle caratteristiche dei loro giocatori, giocano con transizioni molto veloci, con lanci lunghi dai difensori agli attaccanti. I difensori devono stare molto attenti a non perder palla... Poi la sete di rivalsa e il coraggio faranno la differenza. Anche se avremo uno stadio contro".

Una sorta di guerra calcistica, tra l'arrembante Cile, che per bocca di Sanchez punta alla Coppa del Mondo e il Brasile, padrone di casa, costretto a vincere. Non esiste altra possibilità per i verdeoro. Il Maracanazo è ancora nella mente del popolo, questo Mondiale deve essere quello della catarsi, della purificazione. Non può esistere un altro Uruguay. Il Brasile che abbraccia gli ottavi è un Brasile vincente, ma non convincente. Sette punti nelle prime tre uscite, ma una sensazione di debolezza lasciata qua e là. Non gioca bene la Selecao, che appare come un agglomerato mal assortito illuminato da un solista con pochi eguali, Neymar Junior. La manovra è lenta, prevedibile, figlia di due mediani di rottura, Paulinho e Luiz Gustavo, con scarse doti di impostazione.

Scolari ha il suo credo, il suo gruppo. Difficile cambi uomini e atteggiamente nella fase più delicata. Fernandinho ha destato impressione super nell'ultima sfida contro il Camerun, così come Hernanes negli spezzoni a lui concessi. La sensazione è che però sia l'undici tipo a mettere piede in campo per lo scontro tutto sudamericano. Il chiacchierato Fred resta l'unica opzione offensiva, mentre la forza offensiva di Hulk sarà ancora dirottata sulla corsia di destra. Qualche problemino per David Luiz, nulla che possa tenerlo fuori dalla partita.

Nessuna sopresa nemmeno nel Cile degli "italiani". I fiori all'occhiello sono Sanchez e Vidal. Il Nino Maravilla, esploso a Udine, pensa al ritorno in Italia, sponda Juve, mentre Vidal lotta con i problemi al ginocchio da diversi mesi. Sampaoli ha rassicurato sulla presenza di Arturo. Partita da guerrieri, difficile pensarlo fuori. L'enigma è Medel "Ha accusato un risentimento muscolare, vedremo". Per il resto conferme anche per Isla e Edu Vargas. Rapidità, prontezza, corsa, garra. Il Cile, sorpresa del girone B, punta al grande sgarbo, per dimenticare il suo Maracanazo, quello del 1989, quando la Roja, costretta a vincere per approdare a Italia 90', fu sconfitta dal Brasile, col portiere Rojas che simulò un infortunio, dopo lo scoppio di un petardo caduto a pochi metri di distanza. La FIFA lo squalificò a vita dopo aver scoperto il piano premeditato per far cacciare il Brasile. Una lametta, posta all'interno dei guantoni, era stata utilizzata come arma, per ferirsi e fingere il colpo.

Nella fase a gironi, sei punti per il Cile. Due convincenti vittorie, contro Australia e soprattutto Spagna, e una battuta d'arresto, a qualificazione avvenuta, contro l'Olanda di Van Gaal. Partita da non prendere alla lettera, visto il turnover dei due tecnici e lo sbandamento del Cile nella fase cruciale dell'incontro, dopo aver dominato per lunghi tratti.

Probabili formazioni:

L'arbitro sarà l'inglese Webb. La partita avrà luogo all'Estadio Mineirao. 58170 i posti a sedere.