Oltre Messi, più di Messi. Nell'Argentina che vola ai quarti c'è tanto di Angel Di Maria, il talento disposto al sacrificio. La sua rapidità spacca la partita, come la sua corsa permette all'Albiceleste di supportare un tridente disinnescato dal rigore tattico di Hitzfeld. Senza la giusta combinazione, la partita sembra un rebus irrisolvibile, perlomeno fino al minuto 118, quando Messi si ricorda di essere Messi, va in slalom e appoggia ad Angel. Il piatto di prima intenzione supera Benaglio e si accomoda in rete. Poco dopo il bis è solo sfiorato, da centrocampo.  

L'Arena Corinthians vestita a festa, dominata dal bianco e dall'azzurro, con pochi puntini rossi, qua e là sparsi, tributa il doveroso omaggio al campione umile "Siamo una squadra compatta, sapevamo che sarebbe stata una partita molto complicata. Stavamo arrivando ai rigori, ma siamo sicuri di aver dato tutto quello che avevamo in campo. E' stato bellissimo".

"Abbiamo creato molte situazioni, non siamo riusciti a concretizzarle, però abbiamo commesso solo un errore nel primo tempo, abbiamo meritato la vittoria. Una dedica? A mia moglie e mia figlia che sono qui, questa è una cosa bellissima per me".