Morire per un autogol. Più sembrare un’assurdità, ma per Andres Escobar fu così. Ucciso per un suo fatale errore. La nazionale colombiana che si apprestava a giocare i Mondiali statunitensi era, senza mezzi termini, un’ottima squadra. Per citarne alcuni, Valderrama che dettava legge a centrocampo, Rincon e Asprillia in attacco, e in difesa, proprio Andres Escobar.

La squadra era sotto pressione, tutta la nazione puntava  su di loro, sicura che potesse vincere il Mondiale. L’avventura però fu un fallimento: la squadra - allenata allora da Francisco Maturana, uno dei migliori allenatori del sudamerica – mancò la prima partita contro la Romania di Gheorghe Hagi, perdendo 3 a 1. Non tutto era perduto, c’erano ancora due partite a disposizione, ma gli avversari erano i padroni di casa, ed è qui che ha tragicamente inizio la vicenda di Escobar. Il teatro della sfida  è lo stadio di Pasadina, finirà 2 a 1 per gli americani, ad aprire le marcature è proprio l’autogol di Escobar, seguito dal raddoppio statunitense firmato Stewart, a nulla servì il gol di Valencia al 90’. Colombia fuori dal Mondiale. L’ultima sfida, del tutto inutile, contro la Svizzera, finirà due a zero per i cafeteros, per non chiudere a zero il girone.

Al ritorno in Colombia, per Escobar nulla sarà come prima: 2 luglio 1994, il difensore entra in un locale di Medellin, dove viene giustiziato da un sicario, sua ex guardia del corpo, tale Humberto Munoz Castro, 12 colpi, ed altrettanti urli, “gol”. La nazione non poteva credere che quella squadra, potesse essere eliminata al primo turno, molte persone scommisero tutto sui 23 convocati. L’assassino, che confessò il suo delitto, fu condannato a 43 anni di carcere, ma nel 2005, grazie ad un controverso sconto di pena, fu rimesso in libertà. Il numero 2, quello indossato da Escobar nella rassegna del 1994 per un periodo non fu utilizzato dalla federazione colombiana, troppo grande era lo shock. Fu riutilizzata solo recentemente, da un certo Ivan Ramiro Cordoba.

Domani la Colombia, forse più forte di quella del 1994, giocherà contro il Brasile. Una partita che potrebbe consegnare, in caso di vittoria, James Rodriguez & Co. alla storia. Non c’è quella pressione e la paura di vent’anni fa, ma una voglia di giocare e di far divertire i tifosi che è veramente tanta.

Sarebbe davvero una meravigliosa storia di calcio se la Colombia vincesse il suo primo Mondiale della storia in Sudamerica, a vent’anni di distanza dalla morte di Escobar, e dedicarlo proprio a lui. 

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Giuseppe  Mercuri
19 anni. Appassionato di calcio, cultore della storia.