Lacrime e paura. Il Brasile ha perso il sorriso, la sua anima. Una squadra che non si identifica più con lo spirito del popolo. Il calcio, in Brasile, è divertimento, passione, festa. Quello del Brasile attuale è bloccato, timoroso, "pressato" da ambiente e risultati. Il nervosismo si è pian piano fatto strada nella spedizione verdeoro, infettando giocatori e squadra. Dalle dichiarazioni d'esordio fatte di "arroganza" e presunzione a quelle attuali, atte a smorzare la tensione, superare la crisi. "Possiamo vincere o perdere, la vita andrà comunque avanti". Tocca a Scolari prendere il timone nella tempesta, liberando gambe rese pesanti da contesto e scenario. Il Brasile non può perdere e lo sa. Felipao ha chiesto l'aiuto della psicologa Regina Brandao, amica fidata.

Le lacrime di Julio Cesar prima dei calci di rigore, lo scatto di nervi di Fred contro il Cile, la squalifica di Rodrigo Paiva. Sembrano evaporate le certezze della vigilia, eppure il Brasile non ha ancora perso. L'evidente problema è la condizione di alcuni giocatori. Il citato Fred è inadeguato per questo livello, ma è l'unica punta a disposizione di Scolari (escluso il modesto Jo). Pelé ha suggerito lo spostamento di Hulk al centro dell'attacco, con Willian sull'esterno. Quel che è sicuro è che il tecnico, già campione, per la prima volta si fiderà degli uomini più pronti mentalmente, non dei suoi uomini.

Scalpita Maicon, splendido nella rinascita romana, boccheggia Dani Alves. La mediana produce un calcio non brasiliano. Paulinho, sacrificato per Fernandinho negli ottavi, potrebbe tornare alla ribalta visto lo stop per un turno di Luiz Gustavo. La gente vorrebbe Hernanes, maggior qualità per aiutare Neymar, il campione solo. Il Brasile si lamenta e mostra le cicatrici della sua stella, per Scolari non tutelata. Toccherà ancora a Neymar Junior risolvere i problemi della Selecao.

"Non ci si può sempre divertire e vincere 4-0 o 5-0. Il calcio oggi è più difficile. Io non voglio uno spettacolo, non sono qui per fare spettacolo. Siamo qui per correre fino alla fine e uscire vincitori. Sarei felice di non fare nulla se il Brasile vincesse 1-0, sarebbe meraviglioso. Sto bene, potete rilassarvi. Posso adattarmi a qualsiasi formazione, con o senza attaccante dobbiamo giocare a calcio".

Scampato il pericolo Cile, grazie al divino aiuto della Provvidenza, che ha condotto il destro di Pinilla sulla traversa, prima di indirizzare i guantoni di Julio Cesar, il Brasile aspetta la squadra più in forma di questo Mondiale, la Colombia di James Rodriguez. Dall'aiuto di Nishimura, alle difficoltà contro Ochoa, fino alla fatica di fronte all'orgogliosa Roja. In Brasile, per il Brasile, un calvario. La storia dista tre partite, quelle che separano una fallimentare rassegna dall'apoteosi di gruppo.